Chiunque abbia incrociato Andrea Paternoster sul proprio percorso è probabile che ricordi quell’incontro come il giorno in cui ha cambiato per sempre idea sul miele. Non solo il modo di mangiarlo o distinguerlo, bensì il modo di vederlo. Pare in effetti che cambiare la nostra prospettiva sul miele fosse la missione dell’apicoltore trentino, imprenditore visionario che muore oggi dopo un terribile incidente, a 54 anni, lasciando dietro di sé una conquista che il mondo concede a pochi: arrivare a identificare ciò a cui si ha dedicato la vita.
Andrea Paternoster è stato la rivoluzione del miele. Figlio e nipote di agricoltori, negli anni ’90 aveva visto il futuro nobile di un prodotto bistrattato in un alveare abbandonato dal nonno e fondato da lì, in Val di Non, l’azienda che tutti noi appassionati di gastronomia (e non) riconosciamo per il packaging iconico: uno scrigno dalle mille sfumature, e non più un vasetto qualunque, nobilitava il miele.
La valorizzazione del territorio, la differenziazione del prodotto attraverso la sperimentazione, la collaborazione con gli altri “guru” del cibo e una comunicazione formativa: sono solo alcuni degli elementi caratterizzanti di Mieli Thun e di cui Andrea Paternoster è stato tra i pionieri, traslitterando molti dei concetti che oggi conosciamo nel mondo del miele.
Si è inventato la mielicromia, una sorta di mazzetta di pantone dei mieli, e ha “isolato” una innumerevole quantità di nettari unifloreali, rendendo un alimento che consideravamo alla stregua dello zucchero desiderabile sotto l’albero di Natale. Ma al di là dell’idromiele, della “quintessenza” (…), insomma del brillante imprenditore, c’era un uomo che amava le api. Che parlando di api avrebbe convinto chiunque ad amare le api.
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