Tutti in piedi: l’agricoltura verticale è una realtà, e una realtà da supermercato. Da qualche settimana sugli scaffali della grande distribuzione e negozi si trovano quattro insalate in busta di Planet Farms, marchio italiano del verticale farming. Sono il lattughino biondo (Lattugood) e i mix di insalate (Yummix) Piccante, Orientale e Delicato. Si trovano da Esselunga, “presso quasi tutta la rete di negozi e anche online attraverso l’e-commerce”, e poi da Il Viaggiator Goloso, Iper La Grande i, To.Market e nei dark store milanesi di Gorillas.
Sostenibile anche il packaging: in materiale certificato FSC e riciclabile nella carta, racconta la provenienza degli ortaggi e il metodo innovativo e sostenibile con cui sono coltivati. I vantaggi del vertical farming sono: minor uso di acqua (-95%), minor uso di suolo, nessun uso di pesticidi, filiera cortissima. Lo stabilimento Planet Farms di Cavenago di Brianza è il più grande impianto di vertical farming in Europa, 10 mila metri quadrati. Tra il raccolto e l’imbustamento degli ortaggi passano circa 60 secondi e il prodotto viene consegnato in giornata; inoltre l’ambiente è incontaminato e la raccolta è automatizzata, perciò le insalate non hanno neanche bisogno di essere lavate.
Luca Travaglini e Daniele Benatoff, fondatori e ceo di Planet Farms, dichiarano: “Siamo veramente fieri di vedere i nostri prodotti sugli scaffali di rinomate catene della grande distribuzione. Siamo partiti quattro anni fa da un’idea, un sogno che finalmente si avvera: quello di coltivare, utilizzando le risorse in maniera veramente responsabile, ortaggi buoni e sani, disponibili tutto l’anno. Le nostre insalate crescono in assenza totale di pesticidi, in un ambiente incontaminato, garantendo sicurezza e qualità del prodotto. Il gusto viene valorizzato fin dalla scelta delle semenze, varietà in purezza non trattate”.
Spiega sul sito l’azienda che “tramite l’agricoltura verticale risparmiamo il 90% del terreno. Infatti, a parità di superficie, produciamo 100 volte di più dell’agricoltura tradizionale. E il suolo che risparmiamo può tornare al suo habitat naturale favorendo la biodiversità”; e inoltre che “con la nostra filiera estremamente breve e integrata accorciamo la distanza seme-tavola producendo vicino al centro di consumo e solo quanto serve. In questo modo riduciamo le emissioni legate al trasporto e gli sprechi alimentari”.
Esselunga dal canto suo aggiunge una ulteriore opportunità di diffusione: “Trattandosi di prodotti innovativi, abbiamo scelto di farli conoscere ai clienti anche attraverso il menù dei propri Bar Atlantic, dove vengono proposti come piatti ricettati. Presso la rete dei Bar Atlantic, infatti, i clienti possono provare l’insalata Yummix piccante e orientale presente in due piatti del menù: un più classico e semplice piatto di insalata con ricotta di pecora e come accompagnamento insieme ai fagiolini edamame, ai ravioli ai gamberi Gyoza”.
Unico neo, per ora è il prezzo: 2,68 euro per una busta dal 80 grammi, vale a dire ben 33,50 euro al chilo, quanto un pezzo di carne pregiata (per esempio, un filetto di sbottona piemontese, nella stessa Esselunga). A fronte di 1,98 euro per una busta da 150 grammi di insalata biologica, che quindi viene 13,21 euro al chilo; per non parlare di una verdura da agricoltura convenzionale, sempre pronta in busta, come i 200 grammi di iceberg a
a si sa che la qualità si paga. E la sostenibilità, pure.