Da dicembre 2018, cioè da quando la FDA (Food and Drug Administration), scrupolosa agenzia governativa americana che vigila sulla sicurezza dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha modificato la definizione dell’ “olio evo”, elevato da semplice alimento salutare a farmaco. Ora è tutto un diffondere le regole corrette per assumere e conservare l’olio extravergine di oliva, griffe insostituibile della cucina italiana.
Va riconosciuta agli americani la capacità di recepire prima di noi europei le evidenze scientifiche nella prevenzione e nel contrasto a numerose malattie quando sono numerose e solide.
L’olio extravergine d’oliva aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari, i deficit cognitivi degli anziani, riduce sia il rischio del diabete di tipo II che quello di cancro alla mammella. Tutto grazie alle proverbiali proprietà anti-infiammatorie e nutrigenomiche.
Più recenti altri riconoscimenti scientifici: nella cosmesi moderna l’extra vergine è riconosciuto come un unguento formidabile per la protezione della pelle.
Assumere l’olio extra vergine d’oliva: le regole
Secondo la FDA basta assumere ogni giorno 23 grammi (all’incirca 2 cucchiaini) di extra vergine d’oliva crudo e lavorato a freddo –con un introito limitato a 200 calorie– per assicurare all’organismo le dosi necessarie di acido oleico, che appartiene alla famiglia degli omega 9, vitamina E, noto antiossidante, polifenoli, che proteggono dai radicali liberi, particolarmente abbondanti in alcune varietà di olivo: Coratina e Ogliarola dalla Puglia, Maurino e Moraiolo dalla Toscana, oltre alla Cornicabra, spagnola, e la Mission, californiana.
A patto però che l’olio venga assunto entro massimo 18 mesi dalla data d’imbottigliamento (secondo la legge italiana invece dall’estrazione).
Conservare l’olio extra vergine d’oliva: le regole
Conservare bene un alimento che fa talmente bene da essere indicato come medicinale è importante, ma spesso –ahi noi– sottovalutato.
La FDA ci ricorda come fare.
Prima di tutto le temperature. Vietate quelle estreme in un senso o nell’altro, l’ideale è conservare l’extra vergine tra i 14 e i 18 gradi.
Passiamo al contenitore, che dovrebbe essere di vetro opaco o scuro, se non di acciaio inox o porcellana, per proteggere il liquido dall’esposizione diretta alla luce o ai raggi del sole, pulito e chiuso con molta attenzione, piccolo, al massimo 500 millilitri.
E le latte allora?
Per un breve periodo possono andare, ma la plastica per alimenti è vivamente sconsigliata. Perché all’olio vanno risparmiati i contatti con l’ossigeno, non deve quindi restare a lungo nei contenitori mezzi vuoti, anche se chiusi.