Si può leggere in un’ora. E’ un estratto tascabile dell’ultimo libro In difesa del cibo, che a sua volta era il distillato de Il dilemma dell’onnivoro. Si chiama Food rules (Le regole del cibo, 11 dollari, editore Penguin), è il nuovo libro di Michael Pollan, lo scrittore elevato al rango di profeta del mangiare bene dalle cospicue vendite dei suoi libri. Ogni pagina contiene una regola semplice, a volte con una breve spiegazione, a volte no. Un ritorno alle radici del cibo. Anzi meglio, alla gioia del cibo. Regola n. 1: Mangia il cibo. Inteso come cibo non processato, o almeno non al punto da non essere più considerato tale. Un terzo del libro sviluppa questo tema, distinguere il cibo vero dalle “sostanze edibili”. La seconda parte consiglia quale tipo di cibo mangiare. Soprattutto piante. La terza parte, quanto (sono sicuro che lo sospettate): non troppo.
Per compilare le 64 regole del libro, Pollan ha sentito medici, antropologi, infermieri, esperti di folclore, nutrizionisti, dietologi, e un gran numero di madri e nonne. Perché molto prima che gli scienziati cominciassero a studiare il cibo, molto prima che i cervelli del marketing lo pubblicizzassero, qualcuno, era già riuscito a mangiare in modo più sano di oggi.
Ecco alcune regole.
Quelle che capirebbe un bambino di 5 anni.
“Smettete di mangiare prima di essere pieni,”
“Comprate piatti e bicchieri più piccoli”.
“Se non avete abbastanza fame da mangiare una mela, allora non avete fame”.
Quelle no-logo:
“Non è cibo se vi viene servito attraverso il finestrino dell’auto”.
“Non è cibo se è chiamato con lo stesso nome in ogni lingua”.
“Mai mangiare qualcosa che finge di essere qualcos’altro”.
“Non mangiate cereali da colazione che cambiano il colore del vostro latte”.
“Mangiate tutto il cibo-spazzatura che volete se siete voi a cucinarlo”.
“Evitate il cibo pubblicizzato in televisione”.
Le perle di saggezza popolare.
“Meglio pagare il bottegaio che il medico”.
“Mangiate seduti a tavola”.
“Il vero piacere del cibo sta nei primi due morsi”.
“Mangiate seduti a tavola”.
“Preparate e portate il vostro pranzo al lavoro”.
“Cercate di non mangiare da soli”.
Le regole del dietologo e dell’ambientalista.
“Non importa quanto sia buono il piatto, niente bis”.
“Se il cibo proviene da una pianta, mangiatelo”.
Le regole anti-Pollan.
“Non seguite le regole, di tanto in tanto”.
Confesso di avere un’opinione costantemente in bilico su Pollan. Non ho ancora capito se la sua è la voce della ragione o se invece parliamo dell’ennesimo furbetto del librettino che i libri sa come scriverli e soprattutto come venderli.