Tre giorni fa sono rientrata in ufficio dopo quasi 4 settimane di vacanza, durante le quali ho gironzolato per città d’arte, sono stata al mare, ho portato i miei cani a passeggiare in montagna. Ho passato molto tempo all’aria aperta, ho respirato ossigeno in quantità iperbarica per i miei standard milanesi, ho acquistato un colorito leggermente ambrato. Insomma: ho un’aria complessivamente riposata, e – in sostanza – un aspetto migliore del solito. Esco dall’ascensore, cinguetto un buongiorno, saluto il mio capo. “Ciao Sara, passate bene le vacanze?” “Benissimo grazie. Splendide!” “Ti trovo molto bene: sei dimagrita!”. “Grazie”, dico io, e intanto penso che
- a) non è vero: sono stata in Ungheria e non mangio la carne, quindi mi sono nutrita quasi esclusivamente di pizze fritte.
- b) mi sono definitivamente stufata che “sei dimagrita” sia considerato un signor complimento.
Ne “Il Diario di Bridget Jones”, la single cicciotella nella quale ci siamo riconosciute in tante, il suo miglior amico gay la chiama al telefono ed esordisce dicendole “Come sei dimagrita!”, pur senza vederla. Io ho amiche che lo fanno sistematicamente: ci incontriamo per l’aperitivo, ci diamo i tre bacini canonici, loro dicono: “come sei dimagrita”, io dico: “grazie”, ordiniamo un bicchiere, e via. Se ci fosse un fondamento di realtà, a quest’ora dovrei essere così sottile da scomparire nelle fessure del pavé.
Per darvi un minimo di contesto, sono quel genere di donna che potrebbe perdere qualche chilo senza risultare deperita. Diciamo 3 5. Tradizionalmente, a gennaio e a settembre, faccio una lista di buoni propositi per il nuovo anno (solare o lavorativo) e da almeno dieci anni questo elenco include invariabilmente “perdere qualche chilo”. Da 7 include anche “imparare il cinese”, dunque se lo rinominassi “la profezia di ciò che non accadrà nei prossimi 12 mesi” potrei dire di saper prevedere il futuro con una certa accuratezza.
Il fatto è che, mentre la filosofia di Kate Moss è “Niente ha un sapore buono quanto l’essere magri”, la mia è più in stile “L’estate è breve e comunque la passi sempre in regioni d’Europa senza mare, quindi metterti a dieta è una scelta poco sensata”.
Quindi da oggi basta, niente più “dimagrire” al punto 1 della mia lista. Sostituirò invece quella risoluzione con altre, che mi si confanno di più, e che – forse – hanno più senso tout court. Ad esempio: mangiare più frutta e verdura, fare più movimento, limitare le cioccomerdate e i cibi confezionati con liste di ingredienti lunghe come un papiro – e ovviamente qualsiasi altra cosa Michael Pollan mi intimi di fare (“fare a meno dei santoni” va nella lista di propositi dell’anno prossimo).
Inoltre, l’esperto ci ricorda che, prima di tutto, essere leggermente sovrappeso ha conseguenze minori sulla salute rispetto all’essere sottopeso secondo, che il nostro modello estetico è profondamente sbagliato, dato che una ricerca pubblicata su Nature ha dimostrato come 7 modelle su 10 di quelle apparse sul paginone centrale di Playboy negli ultimi 20 anni fossero clinicamente sottopeso e, infine, che ridurre drasticamente il numero di calorie che assumiamo potrebbe renderci incredibilmente sani e longevi. Ripensandoci, non aprite l’ultimo link, dopo sarete tristi.
[Fonti: Google Immagini, Daily Mail, Michael Pollan, Diet blog, Science Daily, immagine: Daily Mail]