Ieri, il New York Times è uscito con un lungo articolo che annuncia, in sostanza: non ci sono prove che il vino faccia bene. Ma và? L’argomento è dibattuto da ere geologiche e probabilmente non verrà risolto mai: troppo difficile svolgere uno studio scientificamente esatto. Del resto proprio il NYT l’anno scorso annunciava (per dirne una) che il vino rallenta l’invecchiamento, tant’è che qualche big pharma starebbe per vendere pasticche al resveratrolo, la sostanza indicata come responsabile del “paradosso francese“. Per somma ironia, il miglior punto di vista in proposito l’ho letto sul blog di Eric Asimov, The Pour, l’esperto di vino dello stesso NYT. Dice Asimov: “personalmente, il fatto che il vino mi faccia bene, oppure no, non ha nulla a che vedere con il motivo per cui lo bevo. Lo bevo perché mi piace. Non penso che il consumo moderato mi faccia male. Penso che bere vino per me sia bene, in quanto mi dà piacere, e mi fa felice, e penso che la gente felice tenda ad essere più sana di quella infelice”. Questo brillante approccio, poco scientifico ma molto pratico, si integra con i rilievi critici e altrettanto condivisibili, all’articolo uscito ieri; secondo Kaye Middleton Fillmore, retired sociologist dell’Università della California “il bevitore moderato tende a fare tutto per bene: beve poco, fa attività fisica, non fuma, mangia correttamente”. Che è come dire: va piano in auto, non dice le parolacce, non maltratta gli animali. Per questo vive bene, a lungo, in salute.
[Via Decanter, il quale peraltro non ha linkato nessuno, ammappala che pigroni]