L’amore è dove sei pronto a soffrire, cioè nelle sedute di jogging a Santo Stefano e nella stretta osservanza delle regole per non ingrassare a Natale. Ma siccome questa è la giornata ufficiale dei sensi di colpa, vi svelo quali non ho rispettato io (e stando ai twit di certe celebrità, non solo io). A patto che voi facciate altrettanto.
1. Rispettare la cadenza dei pasti: vale la regola della colazione, pranzo e cena nelle feste. Evitare i fuori pasto.
Ci sono riuscito. Beh, quasi. Il pomeriggio della vigilia, prima di iniziare lo strike mangereccio delle feste, ho attivamente partecipato alla preparazione della cena fornendo autorevoli pareri sulla giustezza di questo e quello, dal ripieno dei calamari alla salsa del baccalà. Li consideriamo fuori pasto questi?
2. Mangiare tutto in piccole quantità: va bene assaggiare un po’ di tutto ma sono banditi i bis.
Mi ero ripromesso di farlo. Ma ad affondare le buone intenzioni è bastato il cappelletto in brodo di cappone, vertiginosamente perfetto.
3. Frutta o verdura prima dei “cibi-bomba”: le fibre, e l’acqua che contengono, saziano prima e con molte meno calorie.
La fate facile, voi esperti. Vorrei vedervi mentre, al cospetto di un monumentale Montebianco assemblato con i cosmici marroni di Marradi (FI), addentate una squallida mela. A me non è riuscito.
4. Piatti piccoli e decorati: usare piatti dal diametro piccolo e aggiungere decorazioni, per ridurre lo spazio destinato al cibo. Un inganno visivo che porta a ridurre le quantità di alimenti.
E’ colpa mia se qui al Sud, i piatti piccoli con le decorazioni natalizie manco esistono? Nel senso che non li hanno nemmeno progettati.
5. No a besciamella e condimenti pesanti: anche rispettando la tradizione si può prediligere il pesce e le verdure.
I pugliesi sono un popolo di mangiapesci che rinuncia alla besciamella senza per questo sentirsi eroico. Pertanto, regola rispettata.
6. Risparmiare sulle calorie in più: evitare il pane come accompagnamento o le creme per guarnire i panettoni.
La Prova d’assaggio dei panettoni esoterici mi ha insegnato che prima del consumo, il dolce va sistemato un paio d’ore accanto a una fonte di calore. Ora, se uno osserva questo genere di regole, mica pretenderete che non sfumi il panettone con una seducente crema di mascarpone, vero?
7. Distribuire gli alimenti nella giornata: non arricchire un pasto con un dolce se si farà una merenda con un altro dolce.
Merenda? Tra pranzi e cene ero talmente annebbiato da ricordare a malapena nome e cognome. E prima di ogni pasto il mio stomaco mi supplicava di non mangiare. Ma io, è noto, sono senza cuore.
8. Day after, banditi gli avanzi: il giorno dopo un pranzo o una cena abbondanti, non smaltire gli avanzi, tenersi leggeri con frutta, verdura e pochi grassi.
Ma come? Dobbiamo riciclare gli avanzi trecentosessantaquattro giorni all’anno, un vero lavaggio del cervello mediatico, e il 26 dovrei darli al gatto? Io, con i frammenti di torrone avanzato, ci ho fatto il semifreddo.
9. Compensare con attività fisica: a fronte delle maggiori calorie assunte, compensare con l’attività fisica, considerando che occorrono 90 minuti di camminata o mezz’ora di bicicletta per bruciare le calorie di una fetta di panettone.
Eh ma così non vale, così mi demoralizzate prima di iniziare. Mezz’ora di camminata per bruciare una fetta di panettone? Volendo smaltire quelle assunte da me dovrei correre una maratona ogni giorno del 2012. Rinuncio.
10. Pronto il piano B dopo-feste: a gennaio fare un piano di buoni propositi scegliendo un’attività fisica ad alto dispendio di energia, dal nuoto al ballo.
Pensavo al ballo. Non avrò le physique du rôle di un Roberto Bolle ma un ballerino di 130 kg potrebbe essere la cosa più bella vista in eoni.
[Crediti | Link: Il Secolo XI, Repubblica.it, Dissapore. Immagine: iStockphoto]