Le risposte alle FAQ, domande frequenti, sulle misure adottate dal Governo per contenere la pandemia, sono in continuo aggiornamento. E con le nuove nuove regole valide da oggi, 17 gennaio, al 5 marzo 2020 (fino a nuovo ordine, chiaramente), per le zone arancioni (che ora sono ben 12), gialle e rosse, è il caso di fare il punto della situazione.
Ecco cosa dicono, con qualche doverosa aggiunta da parte nostra visto che, alla voce che spiega le modalità di asporto e consegna a domicilio, con annesso divieto di asporto per bar ed enoteche dopo le 18, per ora non è specificato nulla.
Il nuovo Dpcm è entrato in vigore, e come sapete non ci si può spostare tra regioni fino al 15 febbraio (ad eccezion fatta per chi, avendo una seconda casa fuori regione, vuole raggiungerla). L’Italia si è tinta di arancione e di conseguenza la maggior parte dei ristoranti italiani deve abbassare le serrande, di nuovo, per un po’. Ma andiamo nello specifico.
La situazione, regione per regione:
In base alle Ordinanze del Ministro della salute dell’8 e del 16 gennaio 2021, sono attualmente ricomprese nell’area gialla: Basilicata, Campania, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Toscana. In area arancione ci sono Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto. In area rossa, invece, si trovano Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano, Sicilia.
Una situazione che resterà invariata per almeno 15 giorni, assicura il ministero della Salute; poi in base agli indici di contagio si valuterà nuovamente come cambiare i colori delle regioni. Le regole, però, rimarranno le seguenti, in base alle aree.
Area gialla: cosa si può fare
In quest’area, i ristoranti e le altre attività di ristorazione (compresi bar, pasticcerie e gelaterie) sono aperti con possibilità di consumo all’interno dalle 5 alle 18.
Dalle 5 alle 22 è consentita anche la vendita da asporto (tranne che per i bar e le enoteche, per cui è vietato l’asporto dopo le 18). La consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario, ma deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti.
Come sempre, possono restare aperti oltre le ore 18 solo gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.
Nelle aree o negli orari in cui è sospeso il consumo di cibi e bevande all’interno dei locali, l’ingresso e la permanenza negli stessi da parte dei clienti sono consentiti esclusivamente per il tempo strettamente necessario ad acquistare i prodotti per asporto e sempre nel rispetto delle misure di prevenzione del contagio. Non sono comunque consentiti gli assembramenti né il consumo in prossimità dei locali.
A tal fine, è obbligatorio esporre un cartello che indichi il numero massimo di persone che possono essere contemporaneamente presenti all’interno dei locali. Infine, è previsto l’uso obbligatorio di mascherine e guanti per i lavoratori e quello del gel per disinfettare le mani e dei guanti monouso, particolarmente negli esercizi di vendita di generi alimentari e bevande, da mettere a disposizione in prossimità delle casse e dei sistemi di pagamento, nonché, ove possibile, individuare percorsi diversi per entrate e uscite.
Area arancione: cosa si può fare
In quest’area, i ristoranti e le altre attività di ristorazione (compresi bar, pasticcerie e gelaterie) sono aperti esclusivamente per la vendita da asporto, consentita dalle 5 alle 22 (tranne che per i bar e le enoteche, per cui è vietato l’asporto dopo le 18), e per la consegna a domicilio, consentita senza limiti di orario, ma che deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti. Anche in questo caso, possono restare aperti oltre le ore 18 solo gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.
Insomma, i conti ve li siete fatti da voi: da oggi la maggior parte dell’Italia è arancione e, stringi stringi, zona arancione (e zona rossa, ovviamente) significa ristoranti chiusi al pubblico.
Per il resto valgono le regole di cui sopra: si entra nei locali solo per ritirare il pasto, facendo attenzione a non assembrarsi.
È possibile effettuare consegne anche fuori dal proprio Comune, trattandosi di ragioni lavorative.
I ristoranti degli alberghi sono aperti per i clienti che vi alloggiano, anche nelle zone arancioni e rosse. Quindi è consentita (senza limiti di orario) la ristorazione solo all’interno dell’albergo o della struttura ricettiva in cui si è alloggiati. Qualora manchi tali servizio all’interno del proprio albergo o della propria struttura ricettiva il cliente potrà avvalersi di una ristorazione mediante asporto o mediante consegna “a domicilio” (eventualmente organizzata dall’albergo), nei limiti di orario consentiti, con consumazione in albergo.
Area rossa: cosa si può fare
Come in zona arancione, anche in quest’area i ristoranti e le altre attività di ristorazione, compresi bar, pasticcerie e gelaterie, sono aperti esclusivamente per la vendita da asporto, consentita dalle 5 alle 22 (tranne che per i bar e le enoteche, per cui è vietato l’asporto dopo le 18), e per la consegna a domicilio, consentita senza limiti di orario, ma che deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti. Possono restare aperti oltre le ore 18 solo gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.
E sempre come in zona arancione, i ristoranti d’albergo possono proseguire a lavorare per chi vi alloggia, con le stesse regole.
Nelle zone rosse le attività commerciali che vendono generi alimentari o beni di prima necessità, e che quindi rimangono aperte, possono esercitare esclusivamente l’attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Perciò il responsabile di ogni attività commerciale, comunque denominata (ipermercato, supermercato, discount, minimercato, altri esercizi non specializzati di alimentari vari) è tenuto a organizzare gli spazi in modo da precludere ai clienti l’accesso a scaffali o corsie in cui siano riposti beni diversi da quelli alimentari e di prima necessità. Nel caso in cui ciò non sia possibile, devono essere rimossi dagli scaffali i prodotti la cui vendita non è consentita. Tale regola vale per qualunque giorno di apertura, feriale, prefestivo o festivo.