Come una poesia di Giuseppe Ungaretti o un quadro di Lucio Fontana, Luca Ferrua costringe ad ammettere il genio altrui dietro la semplicità e l’immediatezza apparenti. L’immediatezza con la quale poco dopo la nascita de Il Gusto.it (crasi tra Repubblica e La Stampa fondata tre anni fa per parlare verticalmente di cibo) il suo direttore inaugurava una società, la Rosfert, dedicata a fiere ed eventi. E la semplicità, tanto candida da far sentire noialtri fessi, che faceva da guida al giornalista nell’assegnare articoli dedicati alla promozione gastronomica per cui la Rosfert era stata profumatamente pagata.
Prima che inarchiate il sopracciglio mi preme dire che “avrei potuto farlo io” è la tipica frase dell’ignorante di fronte all’opera. Opera che, irripetibile per definizione, non si replicherà. Come ben sapete da queste e altre pagine il direttore de Il Gusto è indagato per corruzione e turbativa d’asta. Dunque lo spettacolo è sospeso – come il ruolo di Ferrua a capo della testata – fino a data da destinarsi.
Un gran bel fritto misto
Non ci resta che analizzare l’estetica e la tecnica di esecuzione perché, al netto delle ipotesi di reato e delle fredde notizie che ne conseguono, nonché della giustizia che farà il suo corso, c’è poco di criptico in un grande quadro. La Rosfert – di cui Ferrua è socio per metà – nel 2023 ottiene l’affidamento di un un incarico da 48mila euro per la promozione del Fricassè di Baldissero, che è un fritto misto piemontese diverso dal solito ma non abbastanza particolare da essersi fatto notare prima del 2023.
Secondo gli inquirenti lo ottiene senza bando e per assegnazione diretta, con tanto di contributo aggiuntivo di 19 mila euro da parte del comune torinese, tramite Visit Piemonte (società della Regione per la promozione turistica del Piemonte) e forse dietro favori, ma questa è lana caprina di cui si occuperà la magistratura.
Bando ai bandi, se io fossi Luca Ferrua tirerei un sospiro di sollievo. Nonostante il 2023 me la sto cavando benone: sono direttore di testata sotto il muscolare gruppo GEDI e ho appena arrotondato benone. Sarà forse faticoso riuscire a gestire un giornale e veicolare a Baldissero il turismo che merita, ma come si dice “scegli il lavoro che ami e non lavorerai un giorno”.
Lavorare stanca
Il nostro direttore, però, è ben superiore a questo miserabile ragionamento. Tanto che non ci è dato sapere (o meglio, si indagherà nel merito) che frutti abbiano dato questi soldi pubblici affidati alla Rosfert. Non a caso l’inchiesta è partita dai dubbi avanzati in consiglio comunale a Baldissero. “Come li abbiamo spesi questi soldi?”, si è chiesta Paola Chiesa dall’opposizione.
Le sue parole sono su Torino Cronaca: “Ho chiesto di accedere agli atti degli eventi dedicati al fritto misto, ma ho sempre ricevuto documenti parziali e lacunosi. Così mi sono rivolta alla Procura e alla Corte dei Conti, presentando un esposto: i preventivi erano elevati, generici e identici alle fatture finali. Non motivati. C’erano 5mila euro di “Teatro del Gusto” a Bologna e altrettanti per un evento al Circolo della Stampa. Poi 10mila euro di rassegna stampa, 7.400 per un video promozionale e 4.500 di campagna sui social network. E cene nei ristoranti Esterina e Torinese: i commensali hanno pagato 40 euro, eppure gli eventi sono costati 7 mila euro“.
Da misera quale sono, quei soldi li avrei rendicontati testimoniando il sudore delle mie camicie, nel mio secondo (un po’ conflittuale? Va beh) ruolo di promotore turistico. Ferrua, über alles, ha giustificato le spese con “il Teatro del Gusto”, evento organizzato dalla testata Il Gusto?
Immagino anche l’editore, GEDI, stia ammirando l’opera.
Non si dica però che il fritto misto di Baldissero non è stato pubblicizzato. Chiunque sia dotato di Google potrà notare che Il Gusto e Repubblica hanno portato il piatto tipico agli onori della cronaca, in totale solitudine (fino a qualche giorno fa, si intende) sotto la guida di Luca Ferrua. Articoli firmati da collaboratori, probabilmente ignari di tutto il cucuzzaro. Articoli rigorosamente non segnalati come pubblicitari. Perché, d’altronde, pare proprio GEDI non abbia percepito alcunché dalla promozione del fritto misto.
Il gruppo GEDI ammira l’opera.
Sommessamente e con poche certezze, di natura deontologica, mi pongo molte domande ora che il segreto di Pulcinella (le markette si vedono) è stato svelato dalla procura. Una di queste è: posto che Torino si appresta ad ospitare, nel 2025 l’evento gastronomico globale dell’anno, The World’s 50 Best Restaurants, orgogliosamente annunciato dal presidente del Piemonte Alberto Cirio, sarà sempre Visit Piemonte ad occuparsi della promozione turistica regionale, ora che Beppe Carlevaris e Alessandro Zanon, rispettivamente presidente e direttore, sono indagati per corruzione insieme al sopracitato artista?