È datato 21 giugno 2022 il comunicato stampa di rito diffuso da Vinòforum a margine della manifestazione. “Numeri da record”, si diceva, per una diciannovesima edizione (51.000 ospiti, per il lavoro di 15.000 operatori, oltre 60 cuochi, 10 pizzaioli) che ha mandato in “sold out di tutti gli appuntamenti”. Appena tre mesi dopo, però, il 22 settembre scorso, la Vinòforum Eventi Srl (stessa società proprietaria de La città della Pizza, per la cronaca) depositava un ricorso per l’ammissione del concordato preventivo, procedura concorsuale finalizzata ad evitare il fallimento dell’impresa che si trovi in stato di crisi economica.
E i ristoratori impiegati nel nel “più grande parco giochi del vino e del cibo” che conosciamo, già in attesa di essere saldati dal termine dell’evento, hanno ricevuto attraverso una lettera l’ufficialità dell’avvio della procedura: Vinòforum non potrà pagare i creditori se non nelle modalità della burocrazia che farà il suo corso ed è il caso di farsene una ragione, mentre ci si prepara alla prossima edizione di giugno 2023. Sul sito della manifestazione, tanto è vero, scorre il countdown, tra i loghi dei consorzi di peso, enti pubblici e sponsor altisonanti che supportano il tutto (mette il dito nella piaga Puntarella Rossa evidenziando legami tra l’amministrazione dell’evento e la politica).