Bikini a Vico Equense: più fusion e mediterraneo di così è impossibile

Bikini: recensione del ristorante di Vico Equense (NA) con spettacolare vista mare che è anche stabilimento balneare, con menu e prezzi

Bikini a Vico Equense: più fusion e mediterraneo di così è impossibile

Qui su Dissapore i ristoranti sono un argomento di conversazione che accende e fa discutere. Funziona così anche per voi? Allora lasciate perdere la mediocrità di TripAdvisor e rigeneratevi con “>Il ristorante della settimana” la serie di Dissapore che oggi vi porta al Bikini di Vico Equense (NA).

Il pubblico di riferimento è quello che, in barba alle regole moderne, si prende il tempo che vuole. Tempo infiorettato per tutto il pasto, nel caso del ristorante che è anche stabilimento balneare, dalla vista struggente su un’insenatura della costiera sorrentina.

Ora, voi penserete che, al pari degli altri ristoranti terrazzati e vista mare, il Bikini valga soltanto perché assicura un campo visivo d’insostenibile bellezza. Sbagliato, qui niente cucina di pesce sbrigativa e vuotatasche per turisti sprovveduti.

Potete esercitare il sacrosanto diritto al pranzo (quasi) stellato (cara Michelin, datti una mossa) a picco sul mare senza rimanere delusi.

Design e ambiente

Lo stabilimento nasce tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, quando per i vacanzieri americani le costiere campane diventano sinonimo di dolce vita.

L’immagine retro di quel Made in Italy da cartolina che aveva affascinato Riccardo Scarselli, ben rappresentata dalle due palmette su un piccolo scoglio in mezzo al mare —simbolo del ristorante— viene ancora oggi coltivata da Giorgio e Cristiana, che di Riccardo sono i figli.

Giorgio, in particolare, aggiunge signorilità e il suo innato buongusto alla terrazza panoramica fronte Vesuvio, con accesso da una scalinata immersa nella vegetazione.


Inevitabile che la terrazza, prediletta dagli avventori, metta in ombra la grande sala interna, con pavimento in cotto e austero mobilio in legno, ravvivato dalle vivaci ceramiche del luogo.

Servizio

Si ricevono le stesse attenzioni dei ristoranti stellati o di alto livello al Bikini, certo, con meno formalismi e perfezione rispetto ad altre esperienze lussuose.

I camerieri illustrano i piatti, cambiano le posate, immergono le bottiglie in boule vetuste sotto il caldo stemperato a fatica dagli ombrelloni bianchi. Sono sempre sorridenti e spontanei, a volte perfino troppo.

La cucina e tutti i piatti provati

La chef è Fumiko Sakai, giovane giapponese che mastica cucina campana da tempo, visti gli otto anni passati alla Torre del Saracino, il ristorante due stelle Michelin di Gennaro Esposito, sempre a Vico Equense.

Mutuate dalla tradizione nipponica, nei suoi piatti si ritrovano le lunghe marinature del pesce e tecniche di preparazione come il tataki, applicato al manzo.

Però non aspettatevi piatti fusion nel vero senso del termine: la barra tende verso una cucina mediterranea attualizzata da impiattamenti scenografici e marcatamente pop.

A partire dalle entrate, una carrellata di fritti multicolor con le cozze in guscio, ricreato e colorato dal nero di seppia, gli spaghetti di patate con maionese di polpo e i delicati cannoli napoletani ripieni di baccalà mantecato.

Panzanella, gazpacho, burrata, gamberi rossi

Prezzo 16 euro

L’aspetto suggerisce l’inevitabile gambero rosso su burrata, piatto presente in 9 ristoranti lussuosi su 10, e che forse sarebbe il caso di pensionare, almeno per un po’.

In realtà si tratta di una panzanella toscana, sovrastata da gamberi e burrata e vivificata da un rinfrescante gazpacho.

Triglia alla beccafico, puntarelle, arancia e pesto mediterraneo

Prezzo 18 euro

Dedica deliberata alla Sicilia, la triglia al beccafico, oltre che un bellissimo piatto, è anche uno tra i migliori del menu.

Il pesce è adagiato su un intenso pesto mediterraneo, fatto di capperi, uvetta, pinoli, mandorle e accompagnato da un’insalata di puntarelle e arancia, aromatizzata con finocchietto selvatico.

Carpaccio di merluzzo con insalata di rinforzo estiva

Prezzo 16 euro

Effetti positivi della globalizzazione: una giovane cuoca giapponese alle prese con l’insalata di rinforzo napoletana, alleggerita oltreché reinterpretata, visto che parliamo di un piatto natalizio.

I meravigliosi ortaggi, su tutti i pomodorini lavorati a confit, ma pure cavolfiore e papacelli (varietà di peperone partenopea a bacca piccola), rubano la scena al merluzzo marinato, affumicato e poi nuovamente marinato con alga kombu.

Bel piatto, ottima manualità di Fumiko, la cui specialità sono proprio gli antipasti.

Eliche al ragù di pesce

Prezzo 20 euro

Era già tutto previsto. La pasta al pesce nel ristorante vista mare in un’insenatura della costiera sorrentina. Solo che qui, oltre che impeccabile, il piatto ha un accorgimento in più.

Per mantenere tutto il sapore del pesce, che durante la preparazione del sugo tende a essere stracotto perdendo così di consistenza, la chef cucina triglie e molluschi a parte e a bassa temperatura, per unirli al resto soltanto alla fine.

Ve ne accorgerete provandola, che se questa pasta è diversa da centinaia di altre simili, il merito è dell’essenza di pesce, messa in padella con aglio, olio e peperoncino.

Meringa fragole e cioccolato

Prezzo 10 euro

I dolci di Fumiko sono belli e sono tanti; abbondanti come da costume locale.

Grandi babà, variazioni di cioccolato che sazierebbero una squadra di calcio, e la riccioluta meringa che vedete in foto, più bella che buona, farcita con un sorbetto alla fragola su base di crumble.

Prezzi

Detto e ridetto che accomodarsi al Bikini per una spaghettata allo scoglio è legittimo, ma certo, riduttivo, in ristoranti come questi oltre all’abilità del cuoco si pagano il concetto, il servizio e soprattutto la teatralità della vista.

Questi sono i prezzi: da 14 a 18 euro gli antipasti, da 18 a 20 euro i primi piatti, da 16 a 20 euro i secondi piatti. I quattro menu degustazione costano da 50 a 75 euro.

La carta dei vini, molto varia pure quella, ha un rapporto qualità-prezzo discreto. Si spazia dalle etichette convenzionali a quelle naturali, dalla Francia all’Italia tutta, con un’ampia parentesi campana.

L’ultima pagina, modesta ma ben calibrata, è riservata alle birre artigianali locali e non.

Conclusioni

Al Bikini si sta bene, da ogni punto di vista. Già la vista. Un buon pasto si può comprare ovunque, e sicuramente potete spendere meno. Ma con la vista della baia incastonata tra il verde della montagna e il blu del mare è un’altra cosa. Malgrado ciò, ormai lo avete capito, al Bikini il pasto non è soltanto un riempitivo o poco più.

Si potrebbe suggerire più coraggio da parte della chef. Okay, la capitale delle cucine di altri Paesi è Milano, non certo la costiera, ma forse un mix meno accennato di elementi orientali e mediterranei darebbe alla cucina del Bikini maggiore personalità.

Torneremo per il ramen, che dovrebbe arrivare presto sul menu. Ramen, poi bagno, lettino e un cocktail per rimirare il Vesuvio. Più fusion e Mediterraneo di così è impossibile.