Se ne sapete quanto me sui Bitcoin, che pure sono la criptovaluta più famosa al mondo, allora stiamo freschi.
Eppure presto, proprio con i Bitcoin, si potrà pagare il conto al ristorante. È non in un futuribile bistrò della Silicon Valley, ma da Zanze XVI, la nuova osteria che ha aperto lo scorso 8 giugno in fondamenta dei Tolentini 231 a Venezia.
“Presto” significa dal 22 gennaio, giorno di riapertura del locale dopo le ferie, quando non saranno più necessarie banconote o carte di credito per cenare nello stesso posto un tempo occupato dalla “storica” Trattoria dalla Zanze (storica sul serio visto che ristorava residenti e gente di passaggio già dalla fine del Sedicesimo secolo) ma si trasferirà il denaro via smartphone.
In realtà l’operazione è meno fantascientifica di quanto si potrebbe credere, i commensali inviano la somma dal proprio portafoglio Bitcoin direttamente al conto del ristorante, che per semplificare il passaggio si raggiungerà fotografando con il proprio telefono un QR Code.
Se vi state chiedendo come mai esista una trattoria così tecnologica a Venezia, beh, smettete subito.
La risposta è semplice: Zanze XVI nasce da due appassionati di tecnologia come Nicola Dinato, 36 anni, chef con stella Michelin per il ristorante Feva di Castelfranco Veneto, e Nicola Possagnolo, 28 anni, fondatore di Noonic, una startup veneta, come i due soci, che accetta pagamenti in criptovalute già da alcuni mesi.
Dinato, che per la trattoria veneziana annuncia prezzi contenuti ma una proposta gastronomica raffinata grazie alla presenza in cucina di Luca Tartaglia, reduce da un’esperienza nel ristorante Astrance di Pascal Barbot, tre stelle Michelin a Parigi, ha spiegato che non sono previsti sconti o vantaggi particolari, perché la novità consiste nel permettere a chi vuole spendere i Bitcoin di poterlo fare.
Al momento, in effetti, gli esercizi pubblici italiani che accettano pagamenti in criptovaluta, non abbondano, diciamo così.
[Crediti | Il Gazzettino]