Quattro bistecche, una frittura mista, acqua minerale e servizio, per un totale di 1100 euro che ha fatto gridare allo scandalo 4 turisti giapponesi dopo aver cenato all’osteria “da Luca” di Venezia.
A voialtri lettori sgamati di Dissapore fregature del genere non capiterebbero, lo sappiamo, per di più a Venezia, anzi, nella iper turistica area marciana di Venezia, in prossimità di Piazza San Marco, un condensato di monumenti, attrazioni turistiche e epiche sole.
Voialtri non vi fareste abbindolare dai menù illustrati con foto dei piatti che non corrispondono mai ai surgelati scodellati a peso d’oro all’interno.
Ma sì dà il caso che le pseudo osterie tipiche del centro storico di Venezia sopravvivano (e bene) alla vostra scaltrezza e alle stroncature su Tripadvisor, complice un turismo non sempre accorto.
Certo, però: quanto li trattiamo male questi turisti.
È stata la piattaforma civica Gruppo 25 Aprile a rendere noto il conto-choc da 1.100 euro che ha indignato i quattro studenti giapponesi, tanto da farli correre ancora in fase di digestione alla Questura del capoluogo veneto per denunciare l’accaduto.
Eppure, a loro dire, il pasto consumato era di poche pretese: una frittura mista e quattro bistecche. In un batter d’occhio la notizia ha fatto il giro dei sette mari e oggi il Gazzettino, principale quotidiano della provincia di Venezia, ha dedicato all’osteria “da Luca” una recensione con i fiocchi.
Un cronista del quotidiano, Igor Petruccioli, fingendosi un turista qualunque, ha ordinato bistecca e frittura con acqua minerale, stessa (infelice) scelta dei turisti giapponesi. Conto salato, ma non sconvolgente: ovvero 82,8 euro.
Nello specifico, il giornalista, nonché finto turista italiano (perché in certi casi la provenienza conta), ha speso 50 euro per un astice “quasi inesistente” con calamari fritti, 18 euro per una bistecca di manzo “abbastanza fedele all’immagine proposta dal menù” con contorno di insalata più fette di pomodoro e 4 euro per una bottiglia di acqua minerale in formato da 75 cl.
Più 10,8 euro di maggiorazione per il servizio al tavolo, che corrispondono al 15% di servizio.
Sì, siamo d’accordo con voi: non ci andreste comunque, anche perché le foto dei clienti, su Tripadvisor, fanno passare l’appetito.
Tra recensioni più o meno negative, spuntano caffelatte da 8 euro e birre medie da 16, oltre a 5 euro di coperto che vengono aggiunti a caso, a qualcuno sì, a qualcuno no, alla già esosa maggiorazione del 15%.
Ma oggi il punto è la sola rifilata alla combriccola di giapponesi: moltiplicando il conto del giornalista per quattro persone si arriva a 331,2 euro, meno di un terzo rispetto agli choccanti 1.100 euro.
Ciliegina sulla torta, che assegna all’Osteria da Luca la scintillante medaglia del disonore, al cronista del Gazzettino hanno pure provato a non rilasciare lo scontrino.
“Al momento del pagamento infiliamo le banconote del portaconto e il cameriere ci riporta subito il resto, ma senza più lo scontrino”.
Chiamato in causa, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha commentato su Twitter
Nei prossimi giorni verificheremo bene questo episodio, ci faremo inviare la copia della denuncia se è stata effettivamente presentata. Se sarà confermato questo episodio vergognoso, faremo tutto il possibile per punire i responsabili. Noi siamo per la giustizia, sempre! https://t.co/SgDDJWB3VP
— Luigi Brugnaro (@LuigiBrugnaro) 21 gennaio 2018
Nel frattempo i veneziani si rimboccano le maniche preoccupati per l’immagine della loro città, visto che del caso si sta occupando anche la stampa internazionale, per giunta a pochi giorni dall’inizio del Carnevale.
Marco Gasparinetti, portavoce del Gruppo 25 Aprile, sta preparando un bollino per i locali meritevoli e un decalogo anti-truffe da diffondere su Facebook. Buona fortuna, Dissapore lo aveva fatto nel 2009, anche in inglese.
In tutto ciò, non può passare inosservato il fatto che l’osteria “da Luca” sia proprietà di una donna cinese nonché gestita da un egiziano.
“Nell’area marciana, il quadrilatero attorno a Piazza San Marco, solo l’1% dei ristoranti è ancora nelle mani di imprenditori locali, una percentuale che sale al 50% nell’intero centro storico. La gran parte dei locali è passata di mano all’imprenditoria cinese, albanese e mediorientale”, ha sottolineato Gasparinetti.
[Crediti link | Corriere del Veneto, Il Gazzettino, BBC]