Il cibo italiano è una meraviglia: siamo tutti d’accordo. Salubre, fresco, gustoso, allegro.
E che dire del modo in cui lo viviamo? Fantastico: conviviale, sociale, solare.
Mangiare “all’italiana” è un rito che ci invidiano in tutto il mondo: una bella tavolata, gli amici, il vino, gli spaghetti, l’allegria, l’olio d’oliva, i mandolini.
Se uno riuscisse a codificare e riprodurre il nostro modo di vivere attorno a una tavola imbandita potrebbe esportarlo nel mondo e diventare ricco.
Pensate a un’isola di italianità in posti dove l’esistenza, e l’alimentazione, sono normalmente di tutt’altro tenore: la fredda Germania, l’algida Austria, per dire.
Cosa? Vi è venuta in mente Eataly?
Sono gli ultimi arrivati.
Un’enorme catena planetaria di ristoranti italiani esiste da molto più tempo e si chiama Vapiano. Oggi conta 180 negozi in 31 paesi, dall’Australia alla Cina, dall’Arabia Saudita agli Stati Uniti.
I Vapiano sono dei self service moderni in cui c’è la signora che fa le tagliatelle e il pizzaiolo che tira l’impasto in aria.
Quando ancora Farinetti si concentrava sugli elettrodomestici Vapiano esisteva già, è stata fondata ad Amburgo nel 2002.
Amburgo, Germania. Ora la sede è a Bonn e la proprietà di un fondo di investimento tedesco.
Di italiano non c’è nulla se non il nome, una certa idea di cucina e gli spazi progettati dall’architetto nostrano Matteo Thun.
La buona notizia è che l’Italian Style tira sempre alla grande.
La cattiva è che non ha nessunissimo bisogno dell’Italia.