Ha grande eco su tutti i media la vasta indagine che ha portato a indagare Mario Pianesi, fondatore della catena “Il punto macrobiotico”, con un centinaio di locali in Italia.
Le accuse —scrivono i giornali— sono tante: associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù e maltrattamenti, lesioni aggravate ed evasione fiscale.
S’accusa Pianesi in sostanza d’aver fondato una setta, d’averne plagiato gli adepti, di averli soggiogati e manipolati, di averne messo a rischio la salute, convincendoli a curarsi da malattie importanti mangiando cereali e rifuggendo le medicine.
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Il tutto, ca va sans dire, arricchendosi.
Ora: la giustizia farà il suo corso e stabilirà se Pianesi è colpevole o se invece è vittima di contumelie di ex associati vendicativi. Purtuttavia l’indagine è un buon memento per ricordarsi alcune norme fondamentali:
— Se uno ti costringe a fare delle cose con le minacce, non va bene;
— Se uno ti proibisce di andare dal medico, non va bene;
— Se uno ti vuole curare un’otite facendoti mangiare basmati, non va bene;
— Se affidi a una persona le tue scelte, non va bene, sia Pianesi, l’analista o il vescovo.
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In generale penso che alimentazione e radicalità non vadano proprio d’accordo. Le scelte estreme vanno bene per monaci e anacoreti: la tavola è il posto dove ci si rilassa.
E il posto dove ci si cura si chiama ospedale.