Siamo nella Lunigiana, alla Trattoria Norina di Pontremoli, ristorante dalla cucina particolarmente caratteristico che merita, fosse anche solo per comprendere la cucina locale. La nostra recensione.
Un tempo crocevia fondamentale lungo la via Francigena, nonché – controllando il passo della Cisa – dogana chiave per il passaggio dal nord al centro Italia, oggi Pontremoli è un bel paese della Lunigiana dall’aspetto un po’ appassito. Stupisce per gli alti palazzi signorili, pieni di affreschi, le belle chiese, i ponti (ne ha più di Firenze!) che attraversano i due fiumi che la chiudono come in una mandorla, e l’aria un po’ malinconica che si respira tra le vie sbreccate e dignitose, ai piedi di un bel gruppo di montagne che con i passaggi tra le loro valli qui hanno portato, oltre alle merci, i sapori di almeno quattro regioni (Toscana, Lombardia, Emilia e Liguria), che col tempo hanno contribuito a definire il gusto della cucina della Lunigiana, un angolo di terra sorprendente e dimenticato, che sa stupire quanto i suoi cento castelli o le affascinanti Statue Stele, i monoliti millenari che potete osservare nel Castello del Piagnaro, la rocca altera che domina la città.
Per fare un tuffo in questa tradizione culinaria siamo stati da Norina, una delle trattorie tipiche di Pontremoli. Per arrivarci bisogna passare sotto un cunicolo che si addentra tra i palazzi della via principale (che in questo tratto coincide con la Francigena) e sbucare in un affaccio sul fiume. L’architettura del luogo ci parla ancora una volta della storia del posto: in questi bassi che si addentrano tra i palazzi sovrastati da ampie volte, un tempo venivano fatti alloggiare i cavalli, gli asini e tutte le mercanzie in procinto di varcare il passo della Cisa.
Gli antipasti e il vino
Il locale – più che fané – è allegro nella sua semplicità. Alcune pareti sono istoriate da sigle, firme e disegni vergati col pennarello negli anni dagli avventori. Le sale sfociano in un terrazzo che affaccia sul fiume Magra e che offre una bel panorama di una porzione del paese.
Per prima cosa, oltre all’immancabile vassoio dei salumi (in cui spicca abbondante anche il lardo, del resto la Versilia è laggiù, oltre le Apuane) arriva un cabaret con diversi tipi di torte d’erbi, tipico antipasto lunigianese, in cui una semplice pasta sfoglia viene cotta nei testi in ghisa e riempita di verdure di stagione, soprattutto bietole, porri, borragine, il tutto ammorbidito dalla presenza di scaglie di formaggio (parmigiano o pecorino). Quella servita da Norina rappresenta un biglietto da visita perfetto per scoprire cosa sia. Concludono l’antipasto le frittelle di farina di castagne, presentate come si conviene con abbondante ricotta fresca. È un piatto semplice e povero, ma così delizioso che siamo costretti a ordinarne ancora.
Il vino della casa, servito in piccoli fiaschetti da mezzo litro, è un po’ troppo simile a del succo d’uva non del tutto fermentato, ha perfino un andamento un po’ mostoso. Non fosse che non pare vino non sarebbe nemmeno malaccio, ma giudicandolo in quanto tale non si lascia includere nella lista dei dieci milioni di nettari più à la page sulla scena mondiale.
I piatti imperdibili di Norina a Pontremoli
Un grande classico della cucina lunigianese: i testaroli col pesto. Preparati a loro volta nei testi in ghisa, da cui il nome “testaroli”, appena pronti avrebbero il poco pratico aspetto di un ampio disco di pasta porosa e fertile, grande appunto quanto il testo in cui sono stati cucinati (sovente più ampio di un piatto da pizza). Prima di essere serviti vengono tagliati in piccoli tranci disomogenei. Grazie alla loro spugnosità i testaroli sono perfetti per essere abbinati a qualsiasi tipo di salsa, che tenderà a fecondare i pori della pasta, miscelandosi in qualche misura col gusto stesso dei piccoli tranci.
Il pesto è abbondante e ottimo: ecco l’influenza ligure. Del resto Luni, l’antico porto nonché area archeologica che dà il nome a tutta la Lunigiana, è tutt’oggi in provincia di La Spezia. Chi non conosce i testaroli di solito non smette di stupirsi della loro singolare declinazione del concetto di pasta, sono infatti capaci di articolare in modo inaspettato la più classica base dei primi della cucina italiana.
L’agnello di Zeri, presìdio Slow Food
Per secondo è la volta di un altro grande classico della cucina lunigianese, l’agnello fritto. Direte, non è certo un classico esclusivo della cucina lunigianese, e converrò con voi, ciònondimeno qui è comunque un grande classico, e mi trovo costretto così a ordinarlo. Dovete però anche sapere che nelle vicine valli di Zeri, son proprio qui sopra, viene allevata la pecora zerasca (o agnello di Zeri), una razza di ovini distintisi proprio in ragione del loro isolamento nelle suddette valli. Se ne allevano quantità esigue e apprezzate, tanto da essere insignite del presìdio Slow Food.
La tipica versione lunigianese prevederebbe la preparazione nei testi (sempre loro), e il gusto ne risulterebbe a metà tra uno stufato e una cottura al vapore. Considerate le condizioni semi brade di allevamento l’agnello di Zeri è delizioso, non mancate di ordinarlo se capitate da queste parti: dolce, tenero e profumato, è una pietanza squisita e rara, durante i miei giorni nella Lunigiana l’ho mangiata sia fritta (come in questo caso) che à la scottadito, come dicono a Roma. Per chi ama questo tipo di curiosità segnalo infine che il latte di questa razza ovina è ricchissimo; pare che il suo contenuto proteico sia addirittura superiore a quello di ogni altro tipo di pecora.
Il dolce e il conto
In conclusione alleggerisco con una bella coppa di mirtilli, mi piace immaginarli colti nei boschi che ci circondano, e chissà che in qualche misura non sia anche vero. Mentre ci guardiamo intorno per il conto scopro su una delle pareti la scritta che dichiara “Qui mangiò con gioia Diletto Sapori”, e non lontano da quella uno strano simbolo e una dicitura ancor più curiosa “Cenacolo dell’Ordine della Chiave Tiepida”.
Non faccio nemmeno in tempo a chiedermi che caspita voglia dire che vengo stupito anche dal conto, appena 25 euro per questa cena completa dall’antipasto al dolce, davvero niente male.
Informazioni
Trattoria Norina
Indirizzo: Via Garibaldi, 16 (Pontremoli)
Sito: facebook.com/pages/Trattoria-Da-Norina
Orari di apertura: 12-15, 19-23
Tipo di cucina: tipica lunigianese
Ambiente: informale
Servizio: cortese