Tra i 52 luoghi che il New York Times consiglia di visitare nel 2016 c’è un’unica meta italiana: Torino. Il Museo Egizio rinnovato e il riassetto urbano della vecchia capitale italiana dell’industria hanno colpito i giornalisti americani.
Torino non è solo cultura e turismo, nel suo DNA c’è l’enogastronomia. Qui è nato il Salone del Gusto (che vivrà una radicale evoluzione aprendosi alle piazze) e qui è nato il primo Eataly.
Non solo: il 2016 della ristorazione torinese si preannuncia denso di novità, tra conferme, nuove aperture e chiusure la situazione è in ebollizione.
La notizia del giorno è la conferma dello chef Ivan Milani (già al San Quintino Resort di Busca) a capo del nuovo ristorante nel Grattacielo Intesa-San Paolo. Un’apertura attesa dal circolo locale dei foodie e forse la chiave per aumentare il numero di stelle Michelin nell’area metropolitana.
Le esperienze di Ivan Milani sono soprattutto piemontesi, il suo maestro dichiarato è Davide Scabin.
Un altro ristorante atteso a un grande 2016 è Spazio7, dove lo chef Alessandro Mecca e il proprietario Emilio Re Rebaudengo sono chiamati a confermare e superare le aspettative dei torinesi dopo un 2015 positivo.
Torna a Torino anche lo Chef Riccardo Ferrero (già al Del Cambio) che esordisce con Camilla’s Kitchen, cucina di tradizione ma in chiave contemporanea.
Triplica invece La Credenza del duo Giovanni Grasso e Igor Macchia. Dopo l’apertura in Galleria San Federico (progetto bistrot di FiorFood di Coop) in primavera lanceranno un nuovo locale a Stupinigi con due chef del Quanto Basta, Stefano Malvardi e Alessandro Gioda.
Christian Milone (Trattoria Zappatori di Pinerolo) con Giuseppe Iannotti (Boscolo Milano e proprietario del ristorante stellato Kresios di Telese Terme) hanno dato il via, a metà novembre, a un primo progetto articolato e ambizioso chiamato So Far, una panetteria gourmet (in pieno centro) che dal 12 gennaio sarà anche un bistrot.
A maggio partirà la seconda realtà in una palazzo liberty in via Mercanti, un caffè letterario con proposte di alta cucina.
Non mancano le novità dal rapporto qualità/prezzo molto interessante.
Gaudenzio Vino e Cucina vede due giovani cuochi come Michela Cuccovillo e Alessio Zuccaro proporre piatti moderni, intelligenti, leggeri per aperitivo e cena.
Un 2016 di attese conferme anche per Domenico Paone e Enotavola, un team affiatato di professionisti del food&beverage.
E se lo chef stellato Marcello Trentini del ristorante Magorabin ha scelto di sperimentare i box gourmet direttamente a casa del consumatore (attraverso l’accordo con la startup torinese Fanceat) viene annunciata, a breve, la prima gelateria all’azoto della città.
Torino è anche, e soprattutto, sperimentazione.
Il 2016 sarà anche l’anno degli esami di maturità per i nuovi “anti-Eataly”. Il già citato FiorFood di Coop in Galleria San Federico e il Mercato Metropolitano di Stazione Porta Susa, progetto di riqualificazione urbana attraverso il cibo.
Rincorrere la Milano del boom dopo Expo o cercare una propria identità?
Il riconoscimento del New York Times è un monito per ricercare nella sperimentazione e nell’impiego intelligente di un territorio fortunato la propria via alla ristorazione.
Ma saranno come sempre i consumatori a decretare un 2016 di successi e fallimenti.
[Crediti | Link: New York times, Repubblica Torino, Dissapore]