Non sganciarsi mai dal ricordo dei morti, ma farli vivere in momenti gioiosi. È un tratto che accomuna il regista californiano Tim Burton e lo chef Michelin Davide Scabin che ha in carta al Ristorante Carignano di Torino un menu dedicato al Dia de los muertos messicano. Del resto, cibo e cinema, appartengono alla simbologia del maestro riconosciuto universalmente per il suo modo di portare sul grande schermo il rapporto tra commedia e horror. Il suo immaginario di lingue che si attorcigliano, bulbi oculari che escono dalle orbite, maschere, giullari e clown velenosi, spesso accompagnati da un umorismo di giochi di parole, allude a questa dicotomia ed evoca il concetto di carnevalesco.
Ma Tim Burton a Torino, dove è arrivato per l’inaugurazione della mostra in suo onore allestita al Museo del Cinema, si è rivelato anche raffinato gourmet, grande amante del cibo e della cucina italiana. E vista la frequenza con cui ha visitato luoghi iconici della cucina locale, va detto che potrebbe tranquillamente fare concorrenza a un ispettore Michelin. Proviamo a ricostruire le tappe gastronomiche e i suoi gusti in fatto di cibo.
Dove e cosa ha mangiato Tim Burton
La prima cena in città (lunedì 9 ottobre) è stata dall’alto della suggestiva pista del Lingotto, all’interno del ristorante La Pista guidato da Fabrizio Tesse: qui ha scelto mezze maniche di grano duro, coda di manzo, corno di bue e datterino giallo come primo e, a seguire, l’agnello servito con carote glassate, frutta secca e menta, il tutto accompagnato da un Langhe Rosso Doc del territorio: Arte di Domenico Clerico. Il pranzo di martedì 10 è stato appunto al Carignano, nel ristorante guidato da Davide Scabin che si trova all’interno del Grand Hotel Sitea dove il regista ha soggiornato. Qui, in un momento di veloce relax tra conferenza stampa e interviste si è concesso un “giro d’Italia” a tavola con i piatti del Bistrot Carlo e Camillo in cui Scabin racconta delle tradizioni del nostro Paese: antipasti piemontesi (vitello tonnato, insalata russa e battuta di fassone), amatriciana, trofie al pesto e panna cotta.
Martedì sera la cena è stata da Baratti & Milano, bar storico d’Italia, la cui cucina vede la consulenza di Ugo Alciati. Qui, durante un evento privato, sono stati portati in tavola vitello tonnato, gli iconici agnolotti di Lidia, guancia di vitello della Granda brasata e una variazione di cioccolati di Baratti. Il piatto preferito? “Gli agnolotti – racconta Alciati, chef Michelin del Ristorante Guido a Fontanafredda – che mi ha detto essere il piatto di pasta più buono mangiato in vita sua. È veramente simpatico, alla mano, ama mangiare e mi ha anche chiesto di fare un selfie con lui: mi ha lasciato davvero sorpreso”.
E il selfie lo ha chiesto anche ad Alfredo Russo, chef del Dolce Stil Novo alla Reggia, una stella Michelin a Venaria (To) che sul suo profilo Instagram scrive: “Se il grande Maestro Tim Burton viene a trovarci, quale potrebbe essere il miglior giorno della settimana? Proprio il “Mercoledì”! Ospitare il genio dietro Edward mani di forbice, Beetlejuice, Batman, La fabbrica di cioccolato, Big Eyes, Mercoledì, e tanti altri film è davvero un grande onore; se poi ti dice: “Chef facciamo una foto?” il “Mercoledì” diventa unico!”. Alla tavola di Alfredo Russo Tim Burton ha mangiato pesce, bevuto Alta Langa e ha apprezzato il carrello di formaggi del locale: “Abbiamo un carrello con una selezione di venti formaggi della zona del Canavese e delle Valli di Lanzo. Ha amato molto le tome a latte crudo delle nostre valli, ne era particolarmente incuriosito”. Il regista americano ha anche svelato allo chef torinese di conoscere già la sua cucina e di essere stato suo cliente al The Franklin Restaurant by Alfredo Russo di Londra.
Tim Burton e il cibo
Del resto cinema e cibo sono spesso associati a Tim Burton anche se, ça va sans dire, non in prima battuta. E non solo per quello straordinario capolavoro che porta sul grande schermo Willy Wonka e la sua fabbrica di cioccolato, con fiumi di nettare degli dei e una spasmodica ricerca del Golden Ticket all’interno di una delle barrette dell’azienda di dolci più famosa al mondo.
Il rapporto tra il regista americano e il cibo ricorre in molti film sottolineando spesso ironia e contrapposizioni come testimoniano celebri momenti del food system hollywoodiano. Tim Burton ama infatti girare scene in cui i suoi personaggi sono intorno a un tavolo a cena. Esilarante e iconico il momento in cui i protagonisti di Beetlejuice (tra cui Catherine O’Hara, Jeffrey Jones, Glenn Shadix e Wynona Ryder) ormai posseduti dagli spiriti cantano e ballano sulle note di Day-O di Harry Balafonte.
E se le zucche sono indiscutibili “attori principali” di The Nightmare before Christmas con Jack (re delle zucche) e Sally (regina delle zuppe soporifere), in Batman Bruce Wayne (Michael Keaton) e Vicki Vale (Kim Basinger) cenano con una zuppa, separati da un lunghissimo e simbolico tavolo. Ispirandosi al calaveras (scheletri bianchi) del Dia de los muertos messicani, in La Sposa cadavere, Tim Burton realizza una torta nuziale a base di panna e tibie, mentre in Edward mani di forbice il tema dell’emarginazione tanto caro al regista passa anche dal cibo poichè il protagonista, interpretato da Johnny Deep, ha difficoltà a mangiare proprio a causa delle sue mani. Simbolica la scena del barbecue che dovrebbe essere momento di aggregazione, ma che diventa per Edward spaccato visivo esemplare della difficoltà di essere accettati dagli altri.
La mostra
Il Mondo di Tim Burton è la mostra dedicata al regista californiano che dall’11 ottobre al 7 aprile 2024 sarà ospitata all’interno del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Ideata e co-curata da Jenny He in collaborazione con Tim Burton e adattata da Domenico De Gaestano è allestita per la prima volta in Italia. Si tratta di un viaggio nel suo universo visionario focalizzato sull’archivio personale del regista con documenti, disegni e bozzetti legati ai suoi personaggi. Allestita nell’Aula del Tempio, sulla rampa elicoidale e al piano di accoglienza della Mole Antonelliana, la mostra è suddivisa in 9 sezioni tematiche e presenta oltre 550 opere d’arte originali, raramente o mai viste prima, che vanno dagli esordi fino ai progetti più recenti, passando per schizzi, dipinti, disegni, fotografie, concept art, storyboard, costumi, opere in movimento, maquette, pupazzi e installazioni scultoree a grandezza naturale.
Timothy Walter Burton (1958) è conosciuto come uno degli artisti più fantasiosi e come regista capace di realizzare gli effetti visivi più fantastici, reinventando il cinema di genere hollywoodiano come espressione di una visione personale, raccogliendo per sé un pubblico internazionale di fan e influenzando una generazione di giovani artisti che lavorano nel cinema, nel video e nella grafica.
La sua filmografia degli ultimi tre decenni comprende Beetlejuice (1988), Batman (1989), Edward mani di forbice (1990), Tim Burton’s The Nightmare Before Christmas (1993), Ed Wood (1994), Big Fish (2003), La sposa cadavere (2005), La fabbrica di cioccolato (2005), Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street (2007), Alice in Wonderland (2010), Dumbo (2019) e Wednesday, la seconda serie Netflix in lingua inglese più vista. Ha creato uno stile artistico chiamato “Burtonesque” e, sebbene sia ampiamente conosciuto come regista, Burton è anche un artista di spicco, dotato di talento in varie aree artistiche (belle arti, fotografia e scultura) che lavora nello spirito del Pop Surrealism.
Tim Burton a Torino è stato protagonista di una Masterclass e ha ricevuto il premio Stella della Mole come riconoscimento del suo contributo visionario e innovativo, con il suo stile inimitabile, alla storia del cinema.
Il Salone Off Food Topic celebra Tim Burton
E per celebrare la mostra di Tim Burton, Rosalia Imperato e Irene Prandi (braccia e menti) del Salone Off Food Topic hanno ideato un’edizione dell’evento dedicata al surrealismo gastronomico. Il motivo è semplice: da un anno alcune realtà del settore food & wine sono selezionate dalle organizzatrici dell’evento per nutrire le principali manifestazioni artistiche e culturali della capitale sabauda; realtà enogastronomiche che si mettono in gioco lasciandosi ispirare dagli eventi che di volta in volta ravvivano Torino: questo è lo spirito del Salone Off Food Topic, giunto alla terza edizione. Durante il Torino Film Festival, dal 24 novembre al 2 dicembre, in molti locali e botteghe della città si potranno dunque gustare piatti e prodotti ispirati all’arte cinematografica di Tim Burton.
Antonio Romano, chef del ristorante stellato Spazio 7, ha ideato la Limited Edition Wonka’s Vaccinara. “L’intuizione – spiega lo chef romano – è stata quella di riempire una tavoletta di cioccolato con uno dei piatti tipici della cucina romana: la coda alla vaccinara. La ricetta tradizionale di questo piatto prevede l’aggiunta in preparazione di cacao amaro o cioccolato fondente. Abbiamo dunque cambiato l’ordine degli addenti e il risultato è una barretta di cioccolato stravagante, bizzarra, stramba proprio come le atmosfere e i personaggi di Tim Burton”.
E poi via in un susseguirsi di assaggi: si ispira ad Edward mani di forbici il gelato pensato da Aria Gelateria: Biscotto allo zenzero è un gelato realizzato con latte, panna e zucchero di canna arricchito con zenzero e cannella e mantecato con biscotti allo zenzero homemade. Vuole invece raccontare l’evoluzione del rapporto tra padre e figlio il piatto creato da Edit: Big Fish, una trota salmonata in crosta di pane, tortino di patata, succo di pomodoro e olio al basilico dove l’elemento pane rappresenta il lievitare, il crescere insieme. Puntano sulle tinte dark e cupe dello stile burtoniano i Gothic plin di Guscio preparati con grano arso, blu di capra e crema di patata viola.
L’estetica della malinconia e della solitudine hanno spinto Passaparola Bottega Contemporanea a sfornare Sweet Melancholy N. 1, pizza dal gusto agrodolce con impasto di cenere di carbone vegetale servita con l’erborinato del Moncenisio, i finferli appassiti e trifolati e le chips di zucca. Restando in tema pizza Enrico Murdocco di Tellia si diverte a giocare con ingredienti e pietanze di tradizione britannica per la creazione di Sweeney Todd: un trancio dai sapori forti e decisi: fonduta di Stilton, cavolo minestra per rievocare le macabre atmosfere burtoniane, ragù di salsiccia per richiamare i famosi pasticci di carne di Mrs Lovett – compagnia e complice segreta del diabolico barbiere di Fleet Street – e scorza di lime per una punta di acidità e per esaltare l’insieme degli ingredienti.
E poi ancora, tra gli innumerevoli proposti, I Dumpling alla barbietola rossa e maiale piccante di Fleet Street di Tuttofabrodo o Joker di Van Ver Burger (food truck di burger artigianali 100% plant-based) preparato con pane artigianale biologico al carbone vegetale scuro come Gotham City e farcito con funghi shitake speziati e brasati in salsa barbecue, cavolo viola marinato all’aceto di mele, valeriana e infine la maionese al wasabi. Tutta la magia di Dumbo è invece racchiusa in un piccolo scrigno di cioccolato fondente: la pralina ideata da Ziccat con un leggero strato di cioccolato fondente che racchiude un cremoso ripieno alle arachidi e calamansi.