Mancano due giorni e finirà il mega voto on line del premio TheFork Restaurants Awards – New Openings.
Al di là del titolo hollywoodiano, l’iniziativa è simpatica.
Il sito di prenotazioni on line TheFork con la consulenza di Identità Golose ha chiesto a tanti mega chef quale fosse l’apertura (o il cambio gestione) più interessante tra gennaio 2017 e marzo 2018; poi ha sottoposto questa selezione di settanta locali al giudizio del “popolo del web” che può votare fino a dopodomani la “nuova apertura preferita”.
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Il metodo ha pregi e difetti, ma in sostanza mi piace: il popolo sceglie, ma tra una rosa di candidati selezionati da colleghi iper-competenti. Insomma: un po’ come i capilista bloccati alle politiche.
Il difetto maggiore è: se uno non è stato “nominato” non entra in gara. Il pregio migliore è: non vincerà un assoluto incompetente che abbia acquistato i click da una società specializzata.
L’effetto dell’elenco –in attesa di capire chi verra scelto dal popolo– è una sorta di “Where Chefs Eat”, il fighissimo librone di Phaidon con gli indirizzi top e pop suggeriti dai grandi cuochi.
Vi faccio qualche esempio:
— Antonino Cannavacciuolo ha indicato la Braceria Bifulco a Ottaviano (NA)
— Moreno Cedroni ha segnalato l’Osteria del Guà di Bagnolo (VI)
— Carlo Cracco ha indicato la Gastronomia Yamamoto a Milano
— Enrico Crippa ha nominato Da Gorini a San Pietro in Bagno (FC)
— Antonio Guida ha indicato il Duo Ristorante a Lecce
— Norbert Niederkofler ha segnalato Waink’s a Brunico (BZ)
— Niko Romito ha nominato Materia Prima a Castel di Sangro (AQ)
— Ciccio Sultano ha segnalato VotaVota a Marina di Ragusa (RG)
— Giuseppe Iannotti ha puntato su Casa Rispoli a Cava dei Tirreni (SA)
— Massimiliano Alajmo ha consigliato il Ristorante 12 Apostoli a Verona
— Francesco Apreda ha consigliato Sushisen a Roma
— Matteo Baronetto ha consigliato Snodo alle OGR a Torino
— Andrea Berton ha segnalato Cittamani a Milano
— Riccardo Camanini ha segnalato il Ristorante Dina a Gussago (BS)
E via così, fino a settanta. Mi interessa chi vincerà? Un po’ sì un po’ no.
Come sempre la cosa che trovo più importante è l’elenco di questi settanta locali, che ho una gran voglia di provare.
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Anzi, se qualcuno pubblicasse un Where Chefs Eat italiano lo comprerei sicuramente. Ora che ci penso, magari lo faccio io.