Nella vita ci sono molte cose snervanti. L’attesa alle poste. L’acqua che non bolle quando hai fame. I camerieri troppo solerti.
I camerieri troppo solerti costituiscono una delle più grandi maledizioni dei ristoranti eleganti.
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Certo, anche i camerieri distratti –che non ti portano l’acqua, il pane, il menù, la comanda, insomma: non ti considerano– sono spiacevoli, ma quelli troppo solerti risvegliano la parte peggiore di me.
Di fronte a un cameriere troppo solerte mi sento come Michael Douglas in “Un giorno di ordinaria follia”: ho chiara la sensazione che se avessi un fucile a pompa nella giacca lo tirerei fuori e ammazzerei tutti.
Il cameriere troppo solerte per ultimo, per fargli avere chiaro che questo macello è a causa sua.
Il cameriere troppo solerte ti chiede: naturale o gasata? Tu, ingenuo, rispondi e sei fottuto: sei entrato nel tunnel del riempimento dell’acqua. Da quel momento infatti il cameriere troppo solerte ti rabboccherà il bicchiere senza sosta, fino ad arrivare a riempirti il calice senza che tu l’abbia toccato dal precedente versamento.
Il cameriere troppo solerte ha un rapporto specialissimo con il tuo tovagliolo, ama manipolarlo, gli piace il fruscio del tessuto: te lo piega in grembo, te lo piega a tavola, te lo cambia, te lo sostituisce, te lo ripiega e guai andare in bagno, pena ritrovarsi il panno confezionato a guisa di cigno.
Il cameriere troppo solerte in un accesso di generosità non sorvegliata dal sommelier ti versa il vino in continuazione con la pervicacia di chi pensa “non uscirai di qui sui tuoi piedi.”
Il cameriere troppo solerte interrompe qualsiasi conversazione tra te e il tuo compagno di tavolo per spiegarti di quale grano antico dimenticato sia fatto il grissino stirato a mano.
Non gli cale che in quell’istante tua moglie ti stia lasciando, che il capoufficio ti stia licenziando, che tu stia trattando per la liberazione di un ostaggio: lui ti deve spiegare il grissino.
È prioritario. Grano antico. Stirato a mano.
Ma soprattutto, ciò che il cameriere troppo solerte fa in continuazione è avvicinarsi al tavolo di soppiatto, sbucando all’improvviso, e, sorridendo, chiedere: “tutto bene?” È esattamente quello il momento in cui adorerei avere un fucile a pompa.
Ti faccio vedere io che va tutto bene. Te lo faccio vedere io.