Rosati a Roma, recensione: via libera ai turisti (e non solo)

La nostra recensione del Caffè storico di Roma Rosati, 100 anni di storia in Piazza del Popolo. Cosa si mangia, quanto si spende, i pro e i contro.

Rosati a Roma, recensione: via libera ai turisti (e non solo)

Piazza del Popolo, Roma, Rosati. Quasi viene da sé. Quasi come se un lemma trovi una necessaria prosecuzione nel successivo. Rosati è piazza del Popolo e piazza del Popolo è Roma, una sorta di chiasmo della tradizione se non proprio dei gusti più avveniristici. Non ci gireremo intorno: Rosati ha un’ottima allure elegante e raffinata che si traduce nelle sue proposte di pasticceria, caffetteria come in quelle salate. Di certo, però, non è un luogo di ricerca o di innovazione.

Dovrebbe esserlo? Non crediamo, eppure si può avere l’impressione di essere nel ritratto di Dorian Gray, una volta entrati nelle storiche sale dal gusto liberty dello storico bar di Roma. Capirete, a questo punto, che il rischio è elevato: se non invecchiano i vol-au-vent che siano gli avventori di Rosati a invecchiare?

Rosati: l’ambiente, il servizio, l’offerta

la visuale su piazza del Popolo, seduti da Rosati
sala interna Rosati Roma
i lievitati per la prima colazione Rosati
menu Rosati
la vetrina dei dolci Rosati Roma
la ciambella romana e i croissant di Rosati
cappuccino freddo nel dehors di Rosati

L’impatto con l’esterno di Rosati è sontuoso: piazza del Popolo, monumentale ed accogliente non può che piacere. D’estate e nella calda settembrata romana, poi, è perennemente assolata, pur non risultando opprimente.

I tavolini con le tovaglie bianche stirate di Rosati fanno subito voglia di sedersi e ordinare un “Cappucciiiiiino, please“, vocìo che risuona quasi costantemente nell’immaginario, quando non nelle orecchie. E nelle orecchie risuona spesso, eh. Come da prassi, anche negli orari  meno rituali.

L’interno è un po’ pesante: alla lievità di forme e colori di una struttura dal sapore liberty fa riscontro una pesante e geometrica scala di legno che ingombra tutto il fondo sala alla destra dell’ingresso. Ridondanti e parecchio old style anche le sedute interne di ricco velluto rosso.

L’insieme non è affatto spiacevole, tutt’altro. Però grida statement da tutti i pori.

Rimediano le vetrine del dolce e del salato con i loro colori vividi. Vivaci ma verosimili, non pompati da strani addizionanti che stanno rendendo molto del cibo amato soprattutto dai più giovani praticamente fosforescente.

Il servizio è attento e variegato nelle età e nelle provenienze. Come sempre nei bar romani, ci sono i volenterosi, i grintosi, gli spiritosi, i demotivati e poi gli stranieri uniformemente cortesi.

Un giorno noi di Dissapore diremmo la verità: questo viaggio nei bar storici ci è stato opzionato  dall’Associazione Internazionale Psichiatri e serve a scovare nuove psicopatologie in ambito lavorativo.

Qui i grilli per la testa sono pochi, funziona tutto piuttosto bene, anche se non proprio celermente. Tutti gli inservienti anche quelli più fumantini hanno un buon livello delle lingue conosciute e non incontrano particolari problemi per dialogare con la platea, prettamente straniera. Gli italiani non è che proprio manchino, ma durante le nostre tre visite per scoprire il più possibile di questo luogo magnetico, abbiamo notato che sono sporadici e un po’ frettolosi. Sembrano non essere interessati a dare il tempo di una sosta piazza lunga e di piacere che a noi è sembrato essere la dimensione migliore per godersi Rosati.
dolce da Rosati
croissant Rosati
tramezzino rosati

Via il dente, rimane il dolore: ok l’ambiente è storico (sarà vincolato anche lo zerbino), ma i bagni non solo non hanno le minime dotazioni per i diversamente abili, sono anche genericamente disagevoli. Con tutto questo spazio interno che non è apparso più di tanto utilizzato, forse si poteva e doveva fare di più.

Buoni i lievitati, piuttosto eleganti nell’esecuzione e buoni nel gusto. Un po’ seduto il croissant semintegrale ma è un difetto di molti di questi cornetti. Notevole la sfogliata con fragole tagliate e crema gialla, anche sontuosa alla apparire, anche meglio la tartelletta di frolla con frutta. Belli i tramezzini: ci fanno dimenticare le offese alla romanità perpetrate da Giolitti. Carina l’offerta che accompagna l’aperitivo, in particolare i vol au vent spesso indigesti e sereticci, qui sono graziosi e piacevoli al palato. E molto, molto ancien regime. Prezzi più che calibrati per un’esperienza atemporale, affascinante e nel complesso più che convincete.

C’è pure un aspetto ludico da cena, anzi da aperitivo con mistero: resta davvero difficile sapere che vino si stia bevendo. Un segreto così ben custodito, che solo il bel direttore può svelare. Affascinante e salace, sembra quasi più un ospite ricorrente che un dipendente: si meraviglia più di noi della circostanza che non ci sia stata portata la lista dei vini disponibili al calice e che si serva un vino descrivendolo come bianco e nazionale o, nel migliore dei casi, come nordico (!!!). Però a Rosati perdoniamo molto: non ci è venuta nemmeno una ruga in più a seguito di  queste tre visite.
scontrino 1 Rosati

Opinione

ristoranti pasticcerie bar

Rosati, bar storico di Piazza del Popolo a Roma, è un punto riferimento per italiani, ma soprattutto per i tanti turisti che vivono quotidianamente Roma. Con un panorama chiaramente unico, ripetibile solo da Il Bolognese, Rosati ha classe, eleganza, sia nel servizio – forse solo non troppo reattivo e formato sul vino – e nell’esecuzione delle proposte food. Un vero e proprio benchmark di eleganza e savoir faire europeo, ancora più che romano. Prezzi coerenti.

PRO

  • fascino ed eleganza
  • buona esecuzione generale della proposta food con punte di ricercatezza nelle realizzazioni
  • servizio cordiale
  • prezzi coerenti

CONTRO

  • poca attenzione nel servizio dei calici di vino
  • accessibilità ignorata come sempre
VOTO DISSAPORE: 8.5 / 10
Voto utenti
Rosati
Rosati
Rosati, Piazza del Popolo, Roma, RM, Italia