Apre domani, sabato 27 gennaio, il nuovo Spazio di Niko Romito a Roma, in Piazza Verdi 9, zona Pinciano – Parioli.
Dov’è la novità, mugugnerete voialtri, lo chef del ristorante Reale di Castel di Sangro (L’Aquila), tre stelle Michelin e un 43esimo posto all’ultimo 50 Best Restaurant, di Spazio ne aveva già aperti tre.
Prima a Rivisondoli, dove ha sede la sua scuola di cucina professionale, poi nella capitale, da Eataly Ostiense, quindi a Milano, al Mercato del Duomo.
Pazientate un momento. Prima diciamo che gli Spazio del cuoco abruzzese nascono come “naturale evoluzione” della Niko Romito Formazione, dove i futuri cuochi percorrono accanto a dei veri professionisti l’ultimo miglio, senza rischiare che il passaggio dal rassicurante grembo scolastico alla pragmatica cucina dei ristoranti sia fonte di frustrazione.
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Ma l’inaugurazione della nuova sede (Piazza Verdi 9E, quartiere Pinciano Parioli) porta con sé alcuni cambiamenti.
Prima di tutto la partnership con Italia Cibum Spa, azienda nata per valorizzare le meraviglie gastronomiche italiane che ha sottoscritto un primo aumento di capitale di circa 2 milioni di euro per garantire l’apertura del ristorante romano, cui seguiranno altri sette locali in diverse città del mondo da aprire nei prossimi cinque anni.
Siamo già in grado di anticiparvi che per il format di cucina italiana che valorizza i giovani cuochi ideato da Romito, il prossimo taglio di nastro avverrà a New York.
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A proposito, Spazio Roma è rinnovato anche nel format: la superficie totale del locale è di 450 metri quadri divisi in due zone: il ristorante e l’area pane/caffè (che è bar, rosticceria, bancone di mixologia, tavolo della merenda, rifugio per chi ama la colazione continentale) uniti da un corridoio di raccordo e affacciati rispettivamente su via Guido D’Arezzo e su Piazza Verdi.
Ecco, stiamo per pronunciare quel termine abusato da legioni di specialisti della comunicazione per esaltare posti dove si fanno molte cose: multifunzionale.
Comodità per comodità, l’offerta gastronomica del nuovo Spazio Roma è pure flessibile. Dalle 7.30 e fino alle 11 si prepara la colazione, con paste fresche e secche arrivate dritte da Casadonna, il relais di Romito (chi ha dormito da quelle parti sa di cosa è capace lo chef a colazione).
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Si prosegue senza soluzione di continuità con prime e secondi piatti, zuppe, insalate e rosticceria, dolci al carrello ma in particolare gli intingoli su pane. Come pane e ragù, pane e carciofo alla romana e pane alle uova strapazzate.
Perché, in caso non si fosse capito, è il pane a spadroneggiare nello Spazio Pane Caffè, frutto di un lungo studio dello chef sulla panificazione.
La responsabile del menu, come per ogni Spazio, è Gaia Giordano, cuoca che su Dissapore seguiamo dai remoti e poco fortunati tempi del Cuoco Nero di Roma: brava, pratica e intimamente dedicata al progetto Spazio, affiancata da Roberto Bergamin alla direzione del ristorante.
I coperti di Spazio Roma sono 70, se non trovate posto, almeno nei primi giorni, fate conto che tra le novità c’è anche l’asporto.
In realtà, si possono portare a casa solo pane e insalate, per la felicità di chi lavora in ufficio e di chi non ha una panetteria di cui fidarsi.