Come sarebbe che il costo del petrolio cala e io arrivo a metà mese con il mio budget cene già finito? Ah, ecco: io abito in Lombardia, fattore in questo caso non del tutto trascurabile.
Non che nella capitale nordica, Milano, manchino i posti dove il rapporto qualità – prezzo non sia favorevole, ma diciamoci pure che a Roma e dintorni la scelta si farebbe più ampia e il mio budget destinato all’ingrasso durerebbe di più.
Detto questo, e visto che la capitale la frequento da mangiatrice appena posso, è giusto fare nomi e cognomi romani di chi si distingue per economia mista a buon cibo, così che possiate stare più sereni anche voi e farvi due conti in tasca sul budget del prossimo mese.
Niente più conti faraonici o ristoranti studiati per l’adescamento selvaggio di turisti o cittadini sprovveduti: solo buoni indirizzi che meritano il nobel capitolino per conti anti-salasso e menu meritevoli.
STREET FOOD: SPASSO FOOD
Street food nobilitato. Ricette povere e ingredienti selezionati. Il cibo che è uno spasso e che si porta a spasso. Serviva qualcuno che afferrasse l’idea e la facesse camminare su gambe svelte e sicure.
C’è riuscito lo chef Federico Iavicoli, che ha fatto boom con i supplì fritti in olio di Nocellara, l’insalata greca, la Caesar’s Salad con la carne dei polli allevati all’aperto, perfino l’amatriciana da gustare passeggiando nella confezione ad hoc.
E il quarto d’ora di pausa pranzo nel caos metropolitano di San Giovanni non è stato più lo stesso.
Spasso food – Via Appia Nuova 131 – Roma. Prezzo medio: 15/20 euro
[Il locale è al momento chiuso per trasloco nel quartiere Prati]
CUCINA TRADIZIONALE: PRIMO AL PIGNETO
Avete voglia, che ne so, di coratella alla vecchia maniera? La cucina tradizionale di Primo al Pigneto ormai la conoscono anche i sassi, ma è sempre bene ricordare che qui c’è qualità a prezzi giusti, non sovraccaricati con inutili orpelli.
Risparmio ulteriore sui menu degustazione, che vi consentono di assaggiare più piatti senza che vi venga da piangere per l’abbuffata al momento della cassa.
Dai primi ai dolci, comunque, andate sul morbido.
Primo al Pigneto – Via del Pigneto, 46 – Roma. Prezzo medio: 45 euro.
ALTA CUCINA: PIPERO AL REX
Iniziare con una carbonara (io ve lo dico: sarebbe peccato mortale uscire di qui senza averla assaggiata), e poi finire con altre cose buone meno tradizionali, ma altrettanto gradite.
Da Pipero al Rex la cucina di Luciano Monosilio è una sicurezza, grazie a ricette che spaziano tra pesce e carne e tra cui farei fatica a scegliere, e il bello (dopo averci dato giù pesante di forchetta) è che il conto non vi rovinerà il resto della giornata.
Nemmeno il vino, quella variabile agghiacciante che alla fine gonfia sempre tutto, svuotandovi il portafogli. Qui state sereni, alta cucina a prezzi giusti.
Pipero al Rex – Via Torino, 149 – Roma. Prezzo medio: 75 euro.
TRATTORIA: DA CESARE
Ne abbiamo già parlato, e ne riparliamo volentieri, visto che Da Cesare è uno degli esempi che le trattorie romane non per turisti esistono davvero, e esistono ancora quelle dove il rapporto tra qualità e prezzo non è solo un miraggio.
Scegliete dal menu quello che vi pare: sarà difficile imbattersi in piatti “sbagliati”, anzi con tutta probabilità sceglierete comunque bene.
Se volete una dritta, o anche due, ci sono degli gnocchi con sugo di coda, ci sono i grandi primi classici “de Roma” e pure i secondi non scherzano.
Da Cesare, Via del Casaletto, 45 – Roma. Prezzo medio: 33 euro.
AFRICANO: AFRICA
Uscirete felici e soddisfatti, non abbiamo dubbi. Certo, se non siete abituati ai gusti forti lasciate perdere: qui non si va per il sottile, quando ci sono le spezie si sentono, quando un piatto è piccante, vi assicuro che ve ne accorgerete.
La cucina eritrea ed etiope, pur non avendo molti termini di paragone e non conoscendo a fondo la materia, è gustosa, decisa, insomma ci piace.
E qui ci piace anche il prezzo, piacerà anche a voi.
Africa – Via Gaeta, 26 (Piazza Indipendenza) – Roma. Prezzo medio: 25 euro.
INDIANO: MAHARAJAH
Amanti dei samosa sedetevi comodi. Anzi comodissimi su sedie che sembrano uscite dal tinello del Marajah in persona.
In questo ristorante indiano prezzi e piatti sono allineati, il rapporto tra spesa e qualità è ottimo, sia che scegliate i menu degustazione (di carne, di pesce o vegetariano), sia che si spulci dalla carta.
Autentici e carichi, come vuole la cucina indiana vera, i piatti del Maharajah hanno conquistato i romani a suon di melanzane, cumino, legumi e spezie come se piovesse. Tanto che il Maharajah ha aperto il suo secondo ristorante nella capitale.
Marajah – Via dei Serpenti, 124 – Roma. Prezzo medio: 28 euro.
GIAPPONESE: SUSHISEN
Se il menu sul tablet (ricco ed esteso) vi manda in tilt, potete sempre osservare il nastro trasportatore del Sushisen e farvi un’idea dei tantissimi piatti che la cucina propone per dar libero sfogo alla vostra voglia di cibo giapponese.
Difficile sbagliare, comunque, visto che tra freddo e caldo, ricette conosciute o meno, la qualità del cibo è comunque buona.
Impossibile confondersi anche sulla spesa, visto che i colori vi verranno in aiuto sul costo (ogni piatto è abbinato ad un colore che corrisponde ad un costo preciso). Anguilla, granchio, salmone, ma anche pollo e una tempura che non scherza.
Sushisen – Via Giuseppe Giulietti, 21 Roma. Prezzo medio: 36 euro.
CINESE: LIN
Dimenticatevi per un attimo i grandi classiconi, ma solo per un momento. Qualche piatto ben noto qui si trova, così gli affezionati dell’involtino primavera non resteranno delusi.
Ma c’è altro: qui non verrete colti da canizie precoce leggendo il menu come accade in tanti ristoranti cinesi.
La carta è piuttosto snella, piena di cose buone e di ricette riviste e ripensate per sfruttare le materie prime locali. Il prezzo è buono e giusto, vista anche la qualità dei ravioli di carne alla piastra.
Lin – Via Basento 70 – 76, Roma. Prezzo medio: 28 euro.
BRUNCH: FABRICA
Un brunch di sfondamento: tanto, buono, a un prezzo ragionevole. C’è da divertirsi se vi piace smangiucchiare di tutto un po’, visto che qui in orario brunch le proposte non mancano.
Si parte dal salato con tortini rustici, piatti comfort e anche qualche variazione sul tema fusion, con spezie, ricette etniche e la mitica fantozziana frittatona con cipolle e patate.
Lasciate uno spazio, anzi uno spazio cospicuo, per la parte dolce del brunch: questa ex fabbrica di dolciumi ha ancora molto da raccontare in fatto di dessert.
Fabrica – Via G. Savonarola, 8 – Roma. Prezzo medio: 19 euro senza bevande.
HAMBURGER: HAMBURGHESERIA
L’hamburger più caro lo pagherete 15 euro, ma attenti a voi: trattasi di 400 grammi di manzo danese, con tutti gli ammennicoli annessi.
Il resto dell’offerta è più umana, nel senso delle proporzioni, e nel complesso ci piace un po’ di tutto: le patatine, i nachos e pure gli anelli di cipolla.
Prezzi non certo “milanesi” per un hamburgheria che ha il suo perché.
Hamburgheseria – Via Dei Reti, 40 – Roma. Prezzi hamburger: 7-15 euro. Patate fritte: 3,50 euro.
PIZZA: TONDA
Va bene l’evoluzione della pizza che ha portato tante cose buone sul fronte dell’innovazione. A volte però, soprattutto per non spendere un patrimonio e concedersi il “lusso” di una pizza come Dio comanda, basta ancora una spesa ragionevole.
Qui da Tonda, infatti, non uscirete sconfitti da un conto spropositato e continuerete a mangiare una buona pizza, fatta come si deve, lievitata quanto è giusto che sia, con abbinamenti nella farcitura convincenti.
A voler optare per un “classico” (o quantomeno per nulla di troppo elaborato) staremmo sulla Margheritissima, la Margherita semplice più Parmigiano. E se poi voleste anche qualcosa di più, qui gli antipasti non sono niente male.
Tonda – Via Valle Corteno, 31 (Batteria Nomentana) – Roma. Prezzo medio: 20 euro.
[Crediti | Link: Dissapore, imagine di Spasso Food: Il polipo affamato]