Qualche giorno fa, Tim Cook, gran capo di Apple, ha lanciato l’allarme su come l’uso dello smartphone sia diventato una dipendenza per molte persone.
Smanettare, farsi selfie, pubblicare la nostra vita sui social, fotografare il piatto dello chef stellato: passiamo tutto il tempo sullo smartphone, un’ansia social che, spesso, rovina le serate in coppia al ristorante.
Per questo Rachelle Guenot, responsabile del ristorante romano Casa Coppelle, tenta un esperimento fuori dal consueto: invitare i clienti ad abbandonare il cellulare per il tempo della cena, ricevendo in cambio un libro di poesie, da leggere tra un piatto e l’altro.
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“Vedere le coppie a tavola che non si parlano mi dà una tristezza infinita, mi chiedo perché escano a cena se poi non c’è dialogo”. Così, contattato un conoscente esperto in comunicazione, ha deciso di partire con l’esperimento.
I clienti che decidono di aderire, mettono l’amato cellulare su un vassoio d’argento portato da un cameriere che, con lo stesso vassoio, consegna in cambio un libro, scelto in precedenza “alla carta”.
L’esperimento è partito in sordina, per solo una sera alla settimana, il martedì, e solo per il mese di maggio, ma ora, visto il successo, è stato prorogato.
“Ormai, certe sere, ritiro anche venti cellulari ed è una gioia per gli occhi, si sente ancora di più l’atmosfera che cercavamo”, dice Rachelle, che ribadisce come quattro anni fa, quando il locale è stato ristrutturato, insieme al marito Omar avesse voluto creare “un luogo intimo come una casa, con tanti quadri alle pareti e una grande biblioteca che finora era stata soltanto decorativa».
[Dicono che siamo brutte persone, che dobbiamo smetterla di smanettare bulimicamente con lo smartphone al ristorante]
Tra i più richiesti i soliti noti, vale a dire gli intramontabili Neruda, Baudelaire, Tagore, Montale, Alda Merini e Emily Dickinson, mentre gli inglesi, va da sé, vanno sul sicuro si buttano sul loro connazionale, William Shakespeare.