Il Governo sta finalmente mettendo in cantiere la riapertura di bar e ristoranti e per questo inizia a predisporre delle linee guida. Per metà maggio, se le condizioni lo consentiranno, si dovrebbe partire con una graduale riapertura degli esercizi commerciali più penalizzati dalle chiusure: la ristorazione dovrebbe essere il primo settore coinvolto nel piano delle riaperture, che proseguirà – nei programmi del Governo – con palestre, piscine, cinema e spettacoli dal vivo.
Nulla è certo, attenzione. Come ormai abbiamo ampiamente imparato in quest’ultimo anno, è difficile se non impossibile aspettarsi una pianificazione a lungo termine su cui contare con sicurezza. Sicuro, signori miei, già non stava benissimo da queste parti e alla fine è morto, ucciso dal Covid.
Tutto dipenderà dall’andamento della curva epidemiologica e dalla quantità di popolazione che si riuscirà a vaccinare da qui a un mese: è qui che si gioca la vera partita delle riaperture. Però, giusto per non arrivare impreparati alla migliore delle ipotesi (e questa è comunque una novità positiva) il Governo ha già abbozzato le Linee Guida per la riapertura. Una nuova versione del documento di esattamente un anno fa, “Linee Guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative”, che – dicono gli esperti – si è dimostrato efficace per favorire l’applicazione delle misure di prevenzione e contenimento nei diversi settori economici trattati, consentendo una ripresa delle attività economiche e ricreative compatibile con la tutela della salute di utenti e lavoratori.
Tavoli ogni due metri, si consuma solo da seduti dopo le 14
Dunque, come potremo tornare ad aprire i nostri ristoranti (e i bar, i pub, le trattorie, le pizzerie, le gelaterie, le rosticcerie eccetera eccetera) a maggio? Facendo grandissima attenzione a misure che ormai più o meno conosciamo a memoria e che, se rispettate – dice il Governo – potranno “consentire lo svolgimento sia del servizio del pranzo, che della cena”.
Sono pressoché quelle di un anno fa, in una sorta di flashback che ci fa ben sperare quantomeno per il periodo estivo: informare i clienti sulle misure, rendere disponibili prodotti per l’igienizzazione delle mani, evitare assembramenti fuori dal locale, privilegiare l’accesso tramite prenotazione e mantenere l’elenco dei soggetti che hanno prenotato per un periodo di 14 giorni. Mascherine obbligatorie in ogni occasione in cui non si è seduti al tavolo, menu usa e getta o plastificati o elettronici, pulizia e disinfezione dei locali e delle superfici e ricambio d’aria periodico.
I tavoli dovranno assicurare il mantenimento di almeno 2 metri di distanza tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso e di almeno 1 metro di separazione negli ambienti all’aperto (che vanno comunque privilegiati). Dopo le 14 sarà consentita solamente la consumazione al tavolo.
Sarà perfino possibile organizzare una modalità a buffet, anche se questa dovrà avvenire mediante somministrazione da parte di personale incaricato, senza che i clienti tocchino nulla.
Nessuna menzione, almeno per il momento, delle limitazioni relative ai congiunti: forse il Governo si è reso conto che tanto, l’anno scorso, in pochi lo chiedevano o verificavano.
Insomma, si riparte (forse) con le norme che ormai conosciamo e abbiamo in parte metabolizzato. E speriamo che sia la volta definitiva.