Dissapore verità: l’amica del cuore ti dice che ha tanta voglia di un vitello tonnato; l’amica compie 40 anni; scatta il prodigarsi per cercare un vitello tonnato degno di un genetliaco a numero tondo. La storia prosegue con una quarantenne che, nel momento in cui (forse) si riuscirà davvero a prenotare un tavolo da Trippa a Milano, forse ne compirà ben 42. Assodato che il vitello tonnato di Trippa sia uno dei migliori sotto la Madonnina, resta il disagio fortissimo del sistema di prenotazione, uno Squid Game al massacro. Per anni, la trattoria milanese era accessibile soltanto previa riservazione tramite Whatsapp: già da allora, l’essere rimbalzati era condizione di default per almeno tre/sei volte consecutive, poi la sfida si faceva così sentita che, pur di avere un tavolo, adattavi la tua cena a giorni e orari non propiramente ideali.
Poi venne il tempo delle prenotazioni online. “Che bello”, pensammo, senza renderci conto che la situazione, se possibile, era persino peggiorata. Infatti, udite udite, le prenotazioni erano possibili solo nel lasso temporale di una giornata (ossia prenotare oggi per domani). Da qualche tempo, invece, la trattoria si è fatta più clemente e concede ai poveri mortali che pianificano le cene da lì ad un paio di giorni, il lusso di prenotare. Sul sito si legge “Di seguito
troverete le diponibilità in una finestra di una settimana a partire da oggi. Alla mezzanotte di ogni giorno si apre automaticamente una nuova data a distanza di sette giorni. Se oggi fosse martedì, potrei prenotare un tavolo per martedì prossimo; non mercoledì sia chiaro, ma almeno con una settimana di anticipo.”
Dopo vari tentativi andati a vuoto, davanti a desolanti schermate di “Nessuna Disponibilità”, diventa chiaro che il gioco è riservato ai duri e motivatissimi. Sveglie puntate, serate prolungate e sbadigliate, per poi non cavarne un ragno dal buco.
Consapevole che nessuno è obbligato a scegliere ristoranti con sistemi di prenotazione demotivanti e sconfortanti, resta il fatto che risulta quasi impossibile accaparrarsi un tavolo, men che meno quando lo si desidera. Ma andare al ristorante non era un piacere?
Pochi coperti, necessità di fare più turni, tetris inimmaginabili per logistica di sala: è tutto capibile. Ma ancora di più lo è chi, al netto dello scoramento, sceglie un locale meno conosciuto e, magari, altrettanto meritevole.