Quali sono i ristoranti stellati di Torino e provincia, nel 2020? La Guida Michelin continua a premiare la città sabauda e, dopo le tre nuove stelle del 2019 (Cannavacciuolo Bistrot, Spazio 7 e Ristorante Carignano), assegna la prima stella anche al Ristorante Condividere by Lavazza, guidato dallo chef Federico Zanasi.
Considerate che in Piemonte, in totale, si contano quarantasei ristoranti stellati: un tre stelle***, quattro due stelle** e quarantuno mono-stellati *.
Tra Torino e la sua provincia ci sono tredici ristoranti stellati, tutti con una sola stella. Otto si trovano in città, mentre cinque sono fuori, sparsi tra Caluso, Pinerolo, Rivoli, San Maurizio Canavese e Venaria Reale. Ecco quali sono, in un elenco completo di informazioni utili per chiunque voglia andarci: prezzi (relativi ai menu degustazione), indirizzi, caratteristiche, chef e cucina di ciascun locale.
Cannavacciuolo Bistrot
via Umberto Cosmo 6, Torino
Nuova stella torinese del 2019, il bistrot di Torino guidato da Antonino Cannavacciuolo fa parte dell’impero gastronomico dello chef, che conta anche una stella a Novara e due alla sua storica Villa Crespi. Dietro i fornelli c’è lo chef Nicola Somma, che arriva da Villa Crespi ma che a Torino è riuscito a dare ai piatti – di ispirazione sempre campana – un’impronta piemontese.
D’altronde, il luogo scelto per il Cannavacciuolo Bistrot lo imponeva: siamo nella pre collina torinese, quartiere di madame (come si dice da queste parti quando si parla di una signora) e in generale di clienti di un certo livello, quelli della “Torino bene”. Il massimo esempio di questa contaminazione è, forse, il tonno vitellato con la maionese di bottarga, un piatto godurioso, sapido, buonissimo.
Prezzi: Menu degustazione in sei portate a 90 e 95 euro
Info: 011 839 9893 | www.cannavacciuolobistrot.it | chiuso domenica e lunedì a pranzo
Casa Vicina – Eataly Lingotto
Via Nizza 224, Torino
Il tempio della cucina piemontese stellata, in città, è sicuramente il Ristorante Casa Vicina, al piano -1 del megastore gastronomico (primo di molti altri) di Eataly Lingotto. Per arrivare a sedersi al tavolo della famiglia Vicina, che si dedica da cinque generazioni alla ristorazione, si entra nello store, magari si fa un po’ di shopping per farsi venire la fame, e infine si passa per la cantina di Eataly, una sorta di preludio alcolico alla cena.
Cena che, come dicevamo, propone tutti i classici della cucina piemontese, dalla carne cruda al tonno di coniglio grigio di Carmagnola, dall’insalata russa agli agnolotti pizzicati a mano al sugo d’arrosto. Un compendio di tradizione unico in città.
Prezzi: Menu degustazione in cinque portate 85 euro, menu gastronomico a 130 euro
Info: 011 1950 6840 | www.casavicina.com | chiuso domenica sera e lunedì
Condividere
via Bologna 20, Torino
Condividere, a Torino, è la proposta gastronomica da battere: fresca, giovane, di design e con una cucina divertente, creativa, gustosa. Merito del dream team messo su per questo importante progetto gastronomico: Lavazza, in primis, che ha pensato di inserire un ristorante di livello all’interno della sua Nuvola, il nuovissimo headquarter dell’azienda. E poi Dante Ferretti, scenografo Premio Oscar che ha curato gli interni del locale. Senza, ovviamente, dimenticare la cucina, dietro cui c’è il genio di Ferran Adrià, magistralmente tradotto in piatti dalle mani dell’ottimo Federico Zanasi.
Quel che ne esce è una proposta dall’animo spagnolo (tutti i piatti sono pensati “para compartir”, da “condividere”, appunto), ma dal gusto profondamente italiano (come il gelato al parmigiano “Bob Noto”, omaggio al celebre gastronomo e fotografo), torinese (come il tramezzino Mulassano con granchio, capricciosa e maionese piccante), emiliana (come la tigella). Tutto pazzescamente divertente e goloso. Se volete saperne di più, qui trovate la nostra più recente recensione.
Prezzi: Menu degustazione “Curioso” 60 euro, “Festival” 75 euro, “Gran Festival” 95 euro.
Info: 011 0897651 | www.condividere.com | chiuso domenica sera e lunedì
Combal.Zero
Piazza Mafalda di Savoia, Rivoli
Per arrivare alla corte di Davide Scabin (un tempo due stelle Michelin, e ci sono fior di gastronomi che ancora si ribellano al declassamento) si sale fino al Castello di Rivoli, dove si trova il Museo di Arte Contemporanea. Lì, in una location dalla bellissima vista su Torino, c’è uno dei riferimenti nazionali della cucina contemporanea, entrato nella storia con piatti come il Cyber Egg e la Fassona al Camino.
Un genio, a detta di tutti, con un’abbondante dose di sregolatezza, a detta di altrettanti. Ma quassù vale la pena di continuare a venire, sia per assaggiare questi piatti (ormai classici) che hanno fatto la storia, sia per provare le sue novità. Di recente, alcune di queste sono state portate anche al Mercato Centrale di Torino e a quello di Roma, oltre che al ristorante Tàola, da pochissimo aperto al J Hotel, il lussuoso hotel targato Juventus.
Prezzi: Degustazione Up & Down in nove portate 180 euro.
Info: 011 9565225 | www.combal.org | chiuso domenica e lunedì
Dolce Stil Novo alla Reggia
Piazza della Repubblica 4, Venaria Reale
Mangiare circondati dalla storia, in un’atmosfera letteralmente legale: questo è il ristorante giusto dove farlo. La Reggia di Venaria Reale, infatti, è un luogo bellissimo, residenza sabauda meta di turisti che lo possono ammirare dopo il grande e lungo restauro finito nel 2007. All’ultimo piano, sopra la Galleria di Diana, c’è il Dolce Stil Novo, con una vista mozzafiato sui Giardini e sull’intero complesso. Qui Alfredo Russo (già stella Michelin al suo Dolce Stil Novo di Ciriè) propone una cucina tradizionale, classica, in una location indubbiamente suggestiva.
Prezzi: Menu Lunch Basic “carta bianca” in tre portate (solo a pranzo, giorni feriali) 38 euro; Menu Gourmet “carta bianca” in sette portate 70 euro; Menu Grand Gourmet “carta bianca” in nove portate 90 euro.
Info: 346 2690588 | www.dolcestilnovo.com | chiuso domenica a cena, lunedì, martedì a pranzo
Del Cambio
piazza Carignano 2, Torino
C’è chi, per il Ristorante Del Cambio, quest’anno chiedeva a gran voce la seconda stella. Ma Matteo Baronetto saprà aspettare, e continuare a lavorare in quello che è, probabilmente, il ristorante più bello e scenografico della città, e non solo. Del Cambio, infatti, è un patrimonio non solo di Torino, ma dell’Italia intera. Un luogo come pochi altri, aperto nel 1757, e da allora meta aristocratica degli amanti della cucina gourmet, Cavour in testa. Da allora, però, di acqua sotto i ponti ne è passata: agli stucchi barocchi si sono aggiunte le installazioni contemporanee della Sala Pistoletto, la proposta è stata rinnovata (arricchendosi con il Bar Cavour al primo piano e con la Farmacia del Cambio, bistrot-pasticceria lì accanto) e, dopo alterne fortune che tanto han fatto patire i Torinesi, è finalmente arrivata una proposta gastronomica convincente, capace di riportare la stella in questo luogo prezioso.
Non c’è un posto con un’uguale atmosfera a Torino, e probabilmente non c’è neanche un posto con una simile proposta: la mano di Baronetto, riconoscibilissima, firma piatti audaci, che si alternano felicemente a proposte della tradizione (che proprio non riesce a togliere dalla carta, perché chi viene qui vuole respirare l’aria dell’antico Piemonte).
Prezzi: Menu degustazione “Improvvisazione ragionata” in sei portate 135 euro; menu “Piemonte” in sette portate 110 euro.
Info: 011 1921 1250 | www.delcambio.it
La Credenza
via Cavour 22, San Maurizio Canavese
Un ristorante che da molto tempo ormai è nel cuore dei Torinesi, prima ancora che sulle pagine della Guida Rossa: non a caso, è stato anche uno dei primissimi posti che ha visitato Cristiano Ronaldo quando è arrivato a Torino: probabilmente, nel suo entourage gli avranno consigliato questo come uno dei posti più adatti ad avvicinarsi alla grande cultura gastronomica del territorio.
La solidità e l’esperienza di Giovanni Grasso, mescolate all’entusiasmo e alla creatività di Igor Macchia, hanno negli anni dato vita a un indirizzo sicuro, con piatti mai troppo complicati da comprendere, dove il gusto prevale su ogni cosa e la tecnica non diventa una chiave di lettura ingombrante. In definitiva, un posto da cui uscire pienamente soddisfatti. Il locale ha anche un bistrot, targato Fiorfood, nella bellissima Galleria San Federico, in centro città.
Prezzi: menu degustazione in sei portate 90 euro; menu gastronomico 110 euro.
Info: 011 927 8014 | ristorantelacredenza.it | chiuso martedì e mercoledì
Magorabin
corso San Maurizio 61, Torino
Il 2019 è stato un anno intenso per Marcello Trentini, lo chef del Magorabin ( termine che a Torino indica l’uomo nero che spaventa i bambini): dopo aver rinnovato il suo locale, dai toni dark ed eleganti, ha avviato una serie di nuovi progetti: l’esclusivo cocktail bar Casa Mago (in assoluto uno dei locali dove “bere bene” in città), e il corner veg “Fata Verde” al Mercato centrale di Torino. Il “Mago” è uno che – evidentemente – non sta mai fermo (diversi anche i suoi progetti e le consulenze all’estero), anche in cucina: sperimenta, innova, tenta abbinamenti e fusioni che sembrano azzardate ma che, alla fine, funzionano. Il posto giusto per i giovani che vogliono approcciare l’alta gastronomia, visto che ha una speciale proposta a 25 euro per gli under 25.
Prezzi: menu light lunch dal martedì al sabato (festivi esclusi) 37 euro; menu “Gran Torino” in sei portate 100 euro; menu “iconici” in sette portate 120 euro; menu “Opera”, diviso in cinque atti, 150 euro.
Info: 011 812 6808 | www.magorabin.com | chiuso la domenica e il lunedì a pranzo
Ristorante Carignano
via Carlo Alberto 35
All’interno del Grand Hotel Sitea, storico albergo cittadino, un tempo molto amato dai calciatori (qui la Juventus dormiva durante i ritiri), si trova il Ristorante Carignano, stella Michelin del 2019. A guidare questo spazio raccolto, dall’aspetto un po’ fané (che diventa in fondo il suo punto di forza, dando quel tocco di eleganza in stile sabaudo) sono Fabrizio Tesse (già stella Michelin alla Locanda di Orta) e da Marco Miglioli.
Il Carignano è uno di quei posti che tanto piace ai Torinesi, che in fondo sono orgogliosi dei loro luoghi storici, eleganti e di tendenza già quando Torino non era una città alla moda.
Il menu tenta la contaminazione con l’Oriente, con il mare, ma in fondo il pubblico, in un ristorante come questo, cerca ancora la tradizione, che trova nei ravioli del plin con melanzana bruciata e salsiccia di Bra o nella costata di Fassona piemontese invecchiata.
A due passi da qui, la stessa proprietà ha anche aperto un bistrot, Carlo e Camillo (quel che sembra un omaggio a Cracco è in realtà solo la somma dei nomi delle vie al cui angolo il locale si trova).
Prezzi: Menu degustazione in cinque portate 85 euro, Menu degustazione “mani libere” in sette portate 100 euro.
Info: 011 517 0171 | www.ristorantecarignano.it | chiuso domenica
Ristorante Gardenia
corso Torino 9, Caluso
In una bella casa dell’Ottocento con giardino, nel borgo medievale di Caluso, nel Canavese, si trova Mariangela Susigan, “quota rosa” della migliore cucina torinese. Una chef che ha l’aspetto e gli ingredienti di una cucina gentile, ma le mani e il vigore di sapori decisi e sicuri.
Tanto chilometro zero, tanta campagna, tanto orto, tantissima tradizione (bollito con le “salse dei nostri padri”, plin di tre carni al sugo d’arrosto, cruda di Fassona piamontese e via discorrendo, in un compendio di cose buone che hanno fatto la storia della gastronomia piemontese).
Prezzi: menu “territorio” in quattro portate 65 euro; menu “essenze e consistenze” in dodici portate 95 euro.
Info: 011 983 2249 | www.gardeniacaluso.com | chiuso martedì e mercoledì a pranzo
Trattoria Zappatori
corso Torino 34, Pinerolo
Così come Marcello Trentini del Magorabin, anche Christian Milone è uno che non sta mai fermo. La sua cucina evolve, inventandosi cose nuove, spesso piatti dalla spiccata acidità. Ma Milone evolve anche imprenditorialmente, e quest’anno ha inaugurato un ottimo spazio in centro a Torino, “Madama Piola”, un posto dove gustare l’autentica tradizione piemontese (qui trovate la nostra recensione): un indirizzo che in effetti, incredibilmente, mancava a Torino.
D’altronde la tradizione era anche da sempre presente nel suo ristorante stellato a Pinerolo, quella Trattoria Zappatori che fu ristorante di famiglia e che lui ha completamente reinventato, con una proposta gastronomica (la “gastronavicella”) affiancata a un menu più squisitamente piemontese, tra i migliori in circolazione su quel genere.
Prezzi: Menu “Estratto 1975” in quattro portate 65 euro; menu “estratto 4 piatti” in quattro portate 65 euro; menu “estratto 6 piatti” in sei portate 85 euro; menu “estratto 8 piatti” in otto portate 100 euro; menu “colazione di lavoro” in due portate (a pranzo nei giorni feriali) 25 euro;
Info: 0121374158 | www.trattoriazappatori.it | chiuso domenica sera e lunedì
Spazio 7
via Modane 20, Torino
Tutti hanno sperato nella stella di Alessandro Mecca, giovane chef del ristorante della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che effettivamente è arrivata nel 2019. La speranza era riposta in quello che è uno chef capace, gentile, che ha saputo crescere e contaminare la sua cucina con l’arte che aveva tutto intorno, in un progetto gastronomico unico a Torino.
Quella di Spazio7 è una cucina divertente (si pensi agli immancabili pomodorini di amuse bouche che pomodorini non sono), capace di spingersi sempre un po’ più in là, ma anche, in qualche misura, umile, con uno chef che è sempre dietro ai fornelli a lavorare, anche quando va in scena la proposta brunch (ottima) della domenica mattina.
Prezzi: Menu degustazione “Gran Torino” 70 euro, “Spazio7 nel tempo” 70 euro, “#Occupaythetable” 100 euro.
Info: 011 3797626 | www.ristorantespazio7.it | chiuso il lunedì
Vintage 1997
piazza Solferino 16/H
Se non ci fosse un anno non così in là nel tempo ben visibile nel nome, diresti che il Vintage sia lì più o meno da sempre: Vintage, infatti, non è solo un nome, ma un’ attitudine, quella del locale che ha la stella Michelin da più tempo in città. Un attitudine anche nell’aspetto, rimasto quello di velluti rossi e lunghe tovaglie bianche, che rispettano l’eleganza sabauda di un tempo: in cucina significa dare spazio alle cose buone di un tempo, sia nella tradizione (come con il vitello tonnato alla vecchia maniera, o con gli agnolotti del plin al cubo, in tre cotture diverse), sia nella contemporaneità, con gli spaghetti con le ostriche o con la torinese, la costoletta di vitello con panatura di nocciole e grissini.
Prezzi: menu “Pranzo di lavoro” 24 euro; menu “Mediterraneo” in cinque portate 60 euro, menu “Territorio” in sette portate 60 euro, menu “Punt e Mes” a 80 euro, Menu “Luna Park” in undici portate 100 euro
Info: 011 535948 | www.vintage1997.com | chiuso sabato a pranzo e domenica
[Immagine di copertina: Chiara Cavalleris per Dissapore]