Torna per il secondo anno il The Fork Restaurants Awards, e vengono svelati i ristoranti preferiti dagli chef stellati. In caso qualcuno non conoscesse il premio, funziona così: i cuochi baciati dalla guida Rossa indicano i loro posti preferiti, scegliendoli fra le nuove aperture o nuove gestioni, sostanzialmente. Il progetto, ideato dal portale per la prenotazione ai ristoranti The Fork, ha una formula semplice: loro chiedono a 71 tra i più affermati protagonisti della ristorazione italiana quale sia il loro ristorante di nuova apertura preferito; poi il pubblico consulta online la lista delle selezioni dei Top Chef e vota la nuova apertura italiana dell’anno (c’è tempo fino al 25 aprile).
Ecco quindi, a detta di alcuni dei migliori chef del Paese, quali sono i ristoranti da tenere d’occhio.
Sestogusto (Ugo Alciati)
Ugo Alciati, detentore del sapere dell’agnolotto del plin (e di una stella Michelin) da Guido a Fontanafredda, propone la candidatura di Sestogusto, nuovo locale di pizza gourmet aperto a Torino da Massimiliano Prete. “ Massimiliano Prete è un appassionato ricercatore e il suo nuovo locale è il luogo perfetto dove provare nuovi e interessanti impasti e lievitazioni”, ha detto Alciati.
Tipografia alimentare (Matteo Baronetto)
Lo chef una stella Michelin dello storico Ristorante Del Cambio di Torino, Matteo Baronetto, “nomina” per i The Fork Awards la Tipografia Alimentare di Milano, “ un locale insolito, diverso, in cui si fa ottima cucina con strumenti limitati, dimostrando che con creatività e con una grande selezione delle materie prime si possono raggiungere ottimi risultati”.
Crosta (Enrico Bartolini)
L’uomo delle stelle (due al Mudec, una al Casual, una a L’Andana) Enrico Bartolini propone Crosta, locale di Milano nato dall’incontro tra il panificatore Giovanni Mineo e il maestro pizzaiolo Simone Lombardi, con l’obiettivo di far riscoprire la bontà autentica del pane di una volta e il sapore della pizza tradizionale. “Un locale molto accogliente, dall’atmosfera calda e rilassata, in cui apprezzare un lavoro appassionato e attento”, dice lo chef Bartolini.
Alchimia (Andrea Berton e Antonino Cannavacciuolo)
Se lo nominano addirittura in due (tra cui lo chef più popolare d’Italia, Antonino Cannavacciuolo, due stelle Michelin a Villa Crespi), varrà davvero la pena di fare un salto all’Alchimia di Milano, lounge bar e ristorante di Alberto Tasinato.
Motiva così la sua scelta Cannavacciuolo: “è un locale che vive su un equilibrio studiato e molto efficace dove si può stare bene sia bevendo ottimi cocktail sia mangiando piatti ben congegnati e altrettanto ben eseguiti. Il servizio è perfetto”.
Retroscena (Massimo Bottura)
Il re dell’alta cucina italiana, Massimo Bottura (tre stelle Michelin all’Osteria Francescana di Modena), sceglie per The Fork il ristorante Retroscena di Porto San Giorgio, nominato anche da Caterina Ceraudo di Contrada Dattilo a Strongoli. Aperto nel cuore di Porto San Giorgio, un paese sulla costa marchigiana, questo piccolo ristorante contemporaneo ha una filosofia semplice, con alla guida Pierpaolo Ferracuti, “ un ragazzo che vuole crescere, con impegno e tanta umiltà”, spiega lo chef Bottura.
Acciuga (Cristina Bowerman)
La chef pugliese trapiantata a Roma (dove ha una stella Michelin al suo Glass Hostaria) sceglie Acciuga a Roma, “un locale che va apprezzato per la sua cucina di pesce originale, capace sia di rassicurare e, talvolta, di osare”.
Condividere (Moreno Cedroni)
Nomina una delle più frizzanti aperture torinesi dell’anno, Condividere, lo chef Moreno Cedroni (due stelle Michelin a La Madonnina del Pescatore di Senigallia). Da Condividere la filosofia di Ferran Adrià è affidata allo chef Federico Zanasi che, dice Cedroni “ in questo nuovo ristorante ha la possibilità di dimostrare in modo completo la sua bravura tecnica e la sua fantasia gastronomica”.
Talea (Carlo Cracco)
Lo chef più corteggiato d’Italia, Carlo Cracco, sceglie per la candidatura agli Awards il Talea di Milano, locale nato dal suo pupillo Filippo Sisti, in cui si fa un’interessante “cucina liquida”, che mescola cibo e cocktail. “Filippo è un professionista del suo settore. Al Talea si trovano cocktail unici, creati con prodotti di altissima qualità miscelati con creatività e sapienza”, spiega Cracco.
Moi Omakase e Sake (Annie Féolde e Riccardo Monco)
Annie Féolde e Riccardo Monco, tre stelle Michelin alla storica Enoteca Pinchiorri di Firenze scelgono un locale nella vicina Prato, Moi Omakase e Sake. Un risorante dedicato al cibo giapponese opera dello chef imprenditore Francesco Preite, classe 1983, “ uno chef italiano con grande maestria di spirito orientale”, fanno sapere da Pinchiorri.
Nebbia (Giovanni Santini)
Viene dal tristellato Giovanni Santini del Ristorante Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio la nomina per Nebbia, nato a Milano lo scorso novembre dalla collaborazione tra Marco Marone (sommelier), Federico Fiore e Mattia Grilli (entrambi cuochi). “Un locale dall’estetica lineare e piacevole, con un servizio capace di accogliere i clienti con calore e precisione e una cucina sempre rispettosa della materia prima”, dice Santini.