Ci risiamo: con la chiusura dell’anno non ci passa la voglia di fare qualche bilancio. Ci concentriamo sulle aperture più interessanti del 2022 per fare un’agenda delle possibili insegne da visitare nel 2023 (l’avevamo già fatto per il 2021). Le aperture che riportiamo vengono dalle segnalazioni della nostra redazione, sparsa un po’ in tutta Italia, e rappresentano anche per noi un banco di prova per il 2023.
Per quanto riguarda le novità, è ormai consolidato che il trend delle aperture a cascata si è decisamente invertito. Ci ha pensato la pandemia a dare uno stop importante a questa bulimia di ristoranti, tuttavia è probabile che il fenomeno si sarebbe verificato lo stesso, magari con tempi più diluiti: abbiamo scritto in passato, numeri alla mano, che i ristoranti erano oggettivamente troppi e che questo numero spropositato non fa bene a nessuno.
Nuove aperture con giovani alla guida
Oggi quindi sembra più difficile scommettere su una nuova apertura: da una parte bisogna puntare sulla costanza, e attendere che dopo 6 mesi o un anno, l’insegna sia in grado di offrire un’offerta affidabile e con una sua identità. Dall’altra è impossibile non cogliere un trend, che vede i cuochi e le cuoche più giovani aprire molto presto ristoranti di proprietà. Vuoi con il sostegno della famiglia, di soci o di imprenditori, ma se la gavetta nei ristoranti non ha più l’efficacia che aveva qualche tempo fa, oggi si fa presto a buttarsi direttamente in prima fila. E ritorniamo al discorso di prima: è comunque importante avere costanza, aprire senza svanire nel nulla. Di questo panorama proviamo a darvi conteggio, con qualche indicazione di viaggio, da nord a sud, con la lista che segue.
Alajmo Cortina
Si inserisce all’interno di un ristorante storico su tre piani, El Toulà di Cortina, la nuova avventura di apertura recentissima (dicembre 2022) della famiglia Alajmo in questi lidi gastronomici dove già avevamo visto un temporary restaurant, Hostaria in Cortina, all’interno dell’Hotel Ancora. Sui tre piani la proposta prevede che si alternino formule diverse, che coprano ristorazione, bar e aperitivo. La cucina è affidata a Mattia Barni, che lavora nel gruppo Alajmo dal 2014. A fare il resto sarà il contesto bellissimo delle montagne di Cortina.
Osteria Mondo D’Oro
Aperta a marzo 2022, Osteria Mondo D’Oro è la nuova avventura di Giancarlo Perbellini con lo chef Federico Zonta a Verona che questa volta, insegue i piatti della tradizione. In Osteria infatti troviamo una carta con 12 piatti fortemente legati alla tradizione gastronomica italiana e al territorio (da poter combinare in varie formule) tra cui non mancano mai la tagliatella alla bolognese, i tortellini alla crema di parmigiano, pane cipolla e sgombro, uova strapazzate con il pomodoro e i passatelli. Per una proposta più inclusiva, sono presenti anche piatti vegetariani.
Trattoria al Bomba
In una via minuscola che si diparte dalla Strada Nova, una delle vie più trafficate di Venezia (ovviamente a piedi), ha riaperto una storica trattoria con una veste e una squadra completamente rinnovata. Per vederla bisogna aguzzare l’occhio e scovare l’insegna rossa che segue di poche calli quella della Vedova, riferimento storico di Venezia e noto ai più per le sue strepitose polpette. A guidare questa nuova stagione, ci sono Tomaso Medici, proprietario di Rioba e La Sete (di quest’ultima enoteca con cucina vi avevamo parlato l’anno scorso proprio tra le migliori aperture del 2021) e Simone Rossetti. Bellissimo il progetto architettonico che vede da una parte il bancone con i cicchetti e la mescita, poi una seconda sala con un lunghissimo tavolo sociale dove mangiare accomodati un menu di “laguna” con guizzi moderni.
Osteria al Corder
Una nuova “vecchia” apertura quella di Osteria al Corder di Treviso, che si sposta da Ca’ dei Carraresi a Via Palestro, sempre sotto la guida di Paolo Lai. Semplice la proposta, ma di grande effetto. Una carta con piatti da osteria si affianca a una scelta di vini e di cicheti (per noi stranieri, i cicchetti) in salsa trevigiana.
Sostansa
Anche se ha aperto alla fine del 2021 (inizio dicembre) non potevamo trascurare questo locale che sarebbe sicuramente sfuggito alla nostra attenzione e magari anche a quella dei lettori e delle lettrici. Parliamo del progetto da solista di Davide Bisetto e Stefano Sacilotto a Pordenone. Da Sostansa un menu a degustazione con possibile abbinamento vini si accompagna a una carta di piatti realizzati con ingredienti stagionali e a una bella cantina.
Bogen
Bella e originale la formula di questo bistrot con appartamenti nel cuore di Bolzano. Nel capoluogo dell’Alto Adige una struttura su più piani è stata ristrutturata completamente per ricreare cinque bellissimi appartamenti al piano superiore e un bistrot al piano inferiore aperto praticamente tutto il giorno. Colazione, pranzo e cena si alternano con menu ispirati agli ingredienti altoatesini stagionali, con piatti di zuppe, uova, pane e insalate da abbinare a un calice di vino.
ConTamina
Rimaniamo a Bolzano per un progetto che alza il tiro rimanendo sempre all’interno del contesto ospitalità-ristorazione: è ConTamina, una delle proposte ristorative del favoloso Parkhotel Laurin, costruito ai primi inizi del ‘900. Questo ristorante trova posto nella Glasshouse, la serra all’interno della struttura che ospita un lungo tavolo sociale e può essere affittata anche per eventi privati. Qui prende forma il menu dello chef Matteo Taccini – che ha alle spalle importanti esperienze internazionali – e può permettersi di creare un percorso che utilizza ingredienti di produttori che vengono da Alto Adige, Toscana, Veneto e Austria. C’è la possibilità di scegliere tra 3-5-8 piatti, tra cui, in fondo, spunta anche una carbonara.
Ristorante Carignano
Ne abbiamo dato notizia su queste pagine a settembre di quest’anno, quando è stato annunciato che Davide Scabin sarebbe andato al Ristorante Carignano per dirigerne la cucina. Qui il menu, l’unico menu a degustazione disponibile con un percorso di 13 piatti, si presenta come un best of delle ricette dello chef che si alternano con piatti inediti.
Paolo Griffa al Caffè Nazionale
Probabilmente non serve dire ancora di questa nuova destinazione dello chef Paolo Griffa, che in estate ha lasciato Courmayeur per Aosta guadagnando in pochissimo tempo (di nuovo) l’attenzione della guida Michelin. Nel capoluogo valdostano lo ritroviamo con due menu a degustazione, uno da 5 portate, uno da 7, che sono un vero omaggio agli ingredienti della Valle d’Aosta. Montebianco (non Mont Blanc come vorrebbero i francesi), erbe di montagna e formaggi locali punteggiano tra le varie proposte.
Contrada Bricconi
Anche se il progetto pre-esiste all’arrivo di Michele Lazzarini, che ha lasciato il suo posto al ristorante St.Hubertus con Norbert Niederkofler proprio per venire qui, è con lui che si definisce la nuova veste gastronomica di Contrada Bricconi. Nasce come agriturismo legato a doppio filo con il borgo che lo ospita, Oltressenda Alta in provincia di Bergamo, in Val Seriana, ma anche con l’azienda agricola che un gruppo di giovani ha voluto creare qui, facendo carne e formaggi di territorio. L’arrivo di Michele Lazzarini ufficialmente è a giugno di quest’anno. Qui debutta con un menu unico di 12 portate che mira a sintetizzare tutta la proposta e a ridurre gli sprechi.
Ristorante Ortica
Si trova all’interno di una bellissima struttura, Tenuta Golfo Paradiso, con lo sguardo che va sul mare, il nuovo ristorante Ortica che ospita la cucina pensata dallo chef Marco Visciola e realizzata dalle mani di Matteo Dimoro. In menu un pensiero fluido su materie prime e piatti della Liguria, “una cucina agricola sul mare” la definiscono loro, capace di sintetizzare i vari elementi di cui si compone: fuoco, terra, mare e orto. Così troviamo due menu a degustazione, “Cucina agricola sul mare” e “Dalla padella alla brace”, accompagnati da una carta che ne riunisce i piatti e che può beneficiare anche dei prodotti della piccola azienda agricola interna.
Spore Ristorante
Le aperture di Milano sono, storicamente, le più attenzionate dal giornalismo gastronomico. È questo un trend che dovrebbe essere invertito, restituendo una narrazione democratica, che consideri la penisola nella sua interezza. Quest’anno si è parlato parecchio di Spore ad esempio, ristorante e laboratorio di fermentazione aperto da Mariasole Cuomo e Giacomo Venturoli. Al tavolo viene servito un menu fisso per tutti i commensali, che può essere adattato a diverse richieste a contornato da una serie di fuori menu, che hanno sempre al centro prodotti fermentati come miso, kombucha, aceto, shoyu. Vini naturali ad accompagnare.
Signor Lievito
Natalija Nikitina ha aperto proprio quest’anno il suo panificio a Milano che ha riscosso da subito molto successo, Signor Lievito. Natalija è un’ex modella lettone e sommelier che ha scoperto durante il lockdown la panificazione, a cui si è dedicata grazie al regalo di un forno di Napoli: il suo lievito da 120 anni. Architettonicamente ha creato un luogo magnifico dove si fonde la panificazione italiana con alcune suggestioni europee.
Vesta
Ma si chiama anche “Vesta Fiori Chiari” perché si trova appunto in Via Fiori Chiari a Milano, nel cuore di Brera. Il progetto è molto ambizioso, con l’architettura progettata da Stefano Belingardi Clusoni che si snocciola in diversi spazi. Dall’ingresso maestoso, al bar, fino alle sale. La proprietà è di un gruppo di quattro imprenditori, tra cui spicca Leonardo Del Vecchio, fondatore e presidente di Luxottica, secondo uomo più ricco d’Italia secondo la classifica stilata da Forbes (aprile 2022). Ma tutto questo ha poco a che vedere con il cibo: il menu di Vesta gira intorno al mondo del pesce, in varie declinazioni (con qualche spazio per la carne). Plateau, crudi, caviale e piatti da condividere aprono la proposta, che prosegue con paste, antipasti (qui si chiamano “creazioni”) e secondi, che prendono il nome generico di “Mare”. Da prendere in considerazione anche la carta dei cocktail con drink signature, cocktail classici e mockatil.
Shallo
La nuova sede di Shallo è arrivata a Busto Arsizio a dicembre 2022. La prima, in via Montebello a Milano, si è affermata nel panorama milanese della birra artigianale grazie alla sua selezione e alla continua rotazione già dal 2015. La formula è la stessa, ma ingrandita: accanto al grande frigo con più di cento etichette sempre pronte da bere, una quarantina di posti a sedere, 7 spine dedicate alla birra e 3 per i cocktail alla spina. Si amplia anche la proposta gastronomica, con pinse, panini e piatti che variano a seconda della stagione.
Ambrosia
Trova spazio all’interno dell’Hotel Vittoria di Brescia la cucina di Davide Ferraresi, che dopo diverse esperienze in giro per ristoranti, ha ricevuto l’incarico di gestire questo nuovo indirizzo. I menu a degustazione sono due, “Brescia” in quattro portate, con salumi e formaggi del territorio, caramelle alla bresciana e torta di rose con zabaione, ed “Esperienze” in 7 portate, con i piatti più originali del bagaglio dello chef. C’è anche la carta da cui scegliere, tra antipasti primi e secondi che mixano le proposte dei due menu.
Bivio
Tra le aperture più importanti, non si possono non menzionare anche quelle di piccolo taglio che però hanno un impatto determinante sulle persone e sulle città. Come questa enoteca con mescita, dedicata ai vini “autentici e sinceri”, aperta a metà di quest’anno a Bologna. Dietro ci sono due ragazzi, Lorenzo Musi e Davide Avati, già creatori di “Io Porto Il Vino, progetto di degustazioni ed eventi sul vino, in particolare vino naturale. Oltre alle bevute, si può assaggiare qualche piatto di gastronomia con cui accompagnare i bicchieri.
Sorso Vineria
Sempre in tema di vini naturali, Sorso Vineria è il nuovo luogo di Veronica Orsini e Andrea Lonardo, nel centro storico di Torino, che inaugurato in autunno 2022 si somma già a pieno titolo ai riferimenti cittadini di settore. Le loro cresce marchigiane sapientemente farcite sono il “piatto” da provare, scegliendo un bicchiere nella selezione sempre sorprendente alla mescita o una delle bottiglie (vendute al giusto prezzo) proposte. Una formula semplice, cui si aggiungono bun e taglieri, che presto si arricchirà, vuoi per le ambiziosi dei due, rispettivamente sommelier d’esperienza e cuoco, vuoi per un pubblico cittadino che sembra apprezzarla.
Ailimē
Ailimē, che poi al contrario si legge Emilia, è il nuovo regno di Francesca Vancini, sakè sommelier che nel quartiere Aurora, poco fuori del centro di Torino, riesce bene a coniugare cucina casalinga giapponese (chef Uno Sugiyama), tagliatelle e friggione. Un luogo in cui andare principalmente per esplorare sakè, proposti anche come base per una buona mixology, e vini naturali, le cui bottiglie si possono curiosamente acquistare alla cieca, stabilendo solo quanto si è disposti a spendere.
DALP
Aperto ad aprile 2022 alle porte di Bologna, precisamente a Osteria Grande, il ristorante dello chef Davide Maron va ben oltre la cucina classica regionale. Ambizioso il progetto architettonico che vede la ristrutturazione di un capannone degli anni ’50 che diventa un open space di 250 mq con cucina a vista e serra idroponica. Di locale ci sono sicuramente i prodotti, mentre la carta è piuttosto agevole, con una quindicina di piatti da scegliere liberamente senza la canonica distinzione tra antipasti, primi e secondi.
Ada Gourmet
Ambiziosa, fin nel nome, la scelta della chef Ada Stifani di aprire un ristorante nel centro storico di Perugia. “Cucina vera, concetti non intrattenimento” racconta del suo lavoro lei, nata a Lecce, figlia di macellaio e cuoca casalinga, come c’è scritto sul sito di ristorante, ma trasferitasi da tempo in Umbria, una regione che prova con maggiore forza negli ultimi anni a ritagliarsi uno spazio sulla scena gastronomica. Due i menu a degustazione del ristorante. Da una parte “Percepire” in 6 portate, con omaggi all’Umbria e al Salento. Sono 8 invece le portate del menu “Storytelling” che amplia il precedente, rimanendo su prezzi avvicinabilissimi.
Elementi Fine Dining
Dopo un primo avvio nel 2021, viene lanciato ufficialmente nel 2022 Elementi, il ristorante fine-dining di Borgobrufa, spa e resort dell’Umbria che dalle sue colline guarda Perugia e uno splendido panorama tutto intorno. Pochissimi tavoli con vista e la cucina dello chef Andrea Impero (che si occupa di tutta la proposta gastronomica della struttura) che propone due percorsi diversi: Visione e Ispirazione. Il primo più aderente ai prodotti e alle tradizioni gastronomiche dell’Umbria e il secondo invece che prende ispirazione da un panorama culinario più ampio.
Rever
Il capoluogo abruzzese si sta animando di molte nuove aperture. In questo caso Rever è ristorante e bar che ha preso sede all’interno di un palazzo storico all’interno del cuore della città, a pochi passi da Corso Principe Umberto, grazie ai lavori orchestrati dalla proprietà, Damiano Zanon e Silvia Di Pangrazio. Niente cucina tipica abruzzese da queste parti, ma una carta di una ventina di piatti, prevalentemente di pesce, ma non solo, anticipati da una lista di “appetizers” da abbinare ai cocktail.
Chic Nonna by Vito Mollica
Inaugurato a giugno del 2022, Chic Nonna è il ristorante di Vito Mollica all’interno di Palazzo Portinari Salviati, edificio nel centro storico del capoluogo toscano voluto nella seconda metà del ‘400 dagli eredi di Folco Portinari, padre di Beatrice, la musa di Dante Alighieri. Simpatico il menu con aperitivi, “incipit” che non sono gli antipasti perché poi troviamo anche quelli, primi e secondi piatti (per i dolci c’è una piccola carta a parte) a cui si affiancano due menu a degustazione, “Corte degli imperatori” e “Rubabriciole”, quest’ultimo completamente vegetariano.
Il Caveau
Nel bellissimo paese toscano di Pitigliano, è arrivato questa estate un ristorante adatto agli amanti della carne (ma c’è anche un intero menu vegetariano). Uno dei punti di forza è la bellezza della terrazza su cui affacciano i tavoli che guardano la campagna maremmana. All’interno però, le sale sono scavate direttamente tra le mura di tufo che rappresentano il cuore pulsante della storia della cittadina. In cucina lo chef Diego Russo ha studiato un menu che punta forte sulla frollatura delle carni, non solo toscane, e sui prodotti locali. Ci sono tre percorsi a degustazione (di cui uno vegetariano), poi antipasti, le paste trafilate al bronzo, i vari tagli di carne e i dessert. Completa il tutto una cantina che non trascura la Toscana.
Follie
Nell’hotel Villa Agrippina di Roma, Gran Melià, del gruppo dell’hospitality di lusso Meliá Hotels International, è ufficialmente arrivata la cucina dello chef Luciano Monosilio con il ristorante Follie. Dopo Luciano Cucina Italiana, progetto fluido che ha rappresentato per lo chef un omaggio alla grande varietà della cucina italiana nella sua interezza, questa proposta ha un legame più forte con la grande esperienza acquisita negli anni nella cucina fine dining. Due i menu a degustazione degli ospiti, oltre alla carta dove spiccano comunque prodotti ben riconoscibili del Lazio.
Pulejo
Il ritorno di Davide Pulejo a Roma nel 2022 è stato salutato con un veloce arrivo della stella Michelin. Il ristorante in zona Prati aperto dallo chef a giugno di quest’anno, prometteva bene, viste le sue passate esperienze nazionali e internazionali, e la precedente stella ricevuta presso il ristorante l’Alchimia a Milano. Sulla carta la proposta è piuttosto comprensibile: un menu degustazione da 5 portate e uno da 7, accompagnati dalla possibilità di scegliere alla carta, oltre che da una cantina abbastanza corposa da cui pescare etichette regionali, nazionali ed europee interessanti.
Contatto Ristorante
Come è stato scritto più volte, i Castelli Romani stanno vivendo un periodo di fermento dal punto di vista gastronomico (ma anche enologico) che beneficia di un interessante cambio generazionale nelle cucina. A Frascati quest’anno è arrivato anche Luca Lodovici, cuoco giovane ma con quasi 20 anni di esperienza alle spalle che in questa esperienza si fa affiancare dalla compagna Lorena Cavana che si occupa dell’accoglienza. Il menu di Contatto è corto e agevole: una quindicina di piatti fra antipasti, primi, secondi e dolci da cui selezionare anche un percorso da 5 o da 7 portate a prezzo definito.
Luminist
Non è ancora del tutto completo il grande progetto gastronomico che ha preso il via all’interno delle Gallerie d’Italia di Napoli (ne abbiamo parlato in questo articolo). Qui Intesa San Paolo affida allo chef Giuseppe Iannotti la definizione dell’articolata proposta che vedrà il suo completamente nel 2023 con ristorante e cocktail bar. Per ora caffetteria e bistrot sono funzionanti. In quest’ultimo la cucina è affidata ad Antonio Grazioli, con una proposta che spazia tra richiami alla tradizione partenopea e uno sguardo più internazionale sulla cucina.
Volta del Fuenti
Arrivato proprio questa estate, Volta del Fuenti è il bellissimo ristorante all’interno della struttura Giardini del Fuenti a Vietri sul Mare. Da qui si gode di una bellissima vista sul mare della Costiera Amalfitana, accompagna dalla cucina dello chef Michele De Blasio. Due menu a degustazione tra cui scegliere, “Origini” e “Riflessioni” ma anche la carta con antipasti, primi e secondi piatti.
Porta De Mä
È il nome dell’avventura culinaria a Monopoli dello chef Angelo Sabatelli insieme a Davide Carrieri. Il locale si trova nei pressi del porto della cittadina. Nel grande menu, il pesce viene declinato in tutte le sue forme: ci sono sia due percorsi a degustazione, che la possibilità di scegliere alla carta, con tante proposte che partono dal mediterraneo per fondersi con l’Oriente. C’è la pasta e fagioli “Porta De Mä” ma anche lo shabu-shabu con verdure di stagione, tofu, ventresca di spada e manzo.
Andy Havlik Patisserie
La pasticceria francese a Bari la porta Andy Havlik con l’apertura della sua insegna a giugno del 2022. Nato in Repubblica Ceca e formatosi tra Inghilterra, Irlanda e soprattutto Francia, Havlik è arrivato a Bari dove lavora con il gruppo Hagakure, abbastanza rinomato in città per le aperture di locali fusion tra Bari e Monopoli. Questo è un progetto completamente diverso in cui lo stesso gruppo si affida alle competenze del pasticciere internazionale. Al centro della proposta, lievitati, caffetteria, monoporzioni, macarons e torte fortemente ispirate dal mondo francese.
Giardini del Massimo
Da un lavoro della Soprintendenza dei Beni Culturali sull’antica caffetteria del meraviglioso Teatro Massimo di Palermo, nasce Giardini del Massimo, caffetteria, bar e ristorante che si estende con sale e interne ed esterne per ospitare un’offerta gastronomica che copre tutto il giorno. All’esterno i tavoli ricadono sotto le “Foglie”, le magnifiche istallazioni dell’architetto Luigi Smecca. Per passare dunque alla cucina, è curata dallo chef Gianvito Gaglio e subisce una forte influenza isolana. Nel menu, troviamo “ouverture”, “atto primo” e “atto secondo” per chi si accomoda al ristorante. Ma c’è anche gastronomia, caffetteria e aperitivi.
Angiò
Aperto a giugno di quest’anno, Angiò è la macelleria di mare dello chef Alberto Angiolucci. Un banco della gastronomia, pescato locale con attenzione a provenienza e stagionalità, poi diverse tecniche di manipolazione, come stagionature, frollature e salumi di mare. Al banco si accompagna anche la cucina con i piatti sempre a base di pesce siciliano.
Meditè
Aperto a Siracusa poco prima dell’estate, questo locale riunisce varie anime. Dalla corposa carta dei vini, che spazia in Sicilia tra produttori locali per arrivare anche a vini francesi e del nord Italia, fino ai cocktail alcool free, poi le pizze, nelle ricette classiche o in quelle “gourmet” con condimenti più elaborati e ingredienti siciliani, fino ai fritti, i crudi e agli hamburger. Il menu si apre poi con le tapas, che variano di giorno in giorno, da abbinare ai calici di vino o ai drink.