Mangiare italiano all’estero è sempre un terno al lotto. Anche perché a seguire certe classifiche (coff marchette coff!) o peggio andando a caso, si finisce con l’amaro in bocca e il portafoglio ben alleggerito. Il caso più eclatante è New York City, dove le opinioni sul cibo italiano si sprecano. Visti gli innumerevoli esercizi Italian sounding e i costi alle stelle, la fregatura è dietro l’angolo.
Allora fatevi consigliare da chi a New York ci vive e frequenta ristoranti per lavoro e per passione. Oggi vi parlo di cibo italiano a NYC, quello vero che valga la pena provare. Spoiler: non lo trovate a Little Italy. Piuttosto, da Bronx a Brooklyn, vi porto in 20 indirizzi autentici di pasta, pizza, cucina regionale, pasticceria, gelato e caffè.
Che poi la domanda giusta da porsi sarebbe: perché? È necessario mangiare italiano anche in vacanza, anche in località esotiche? Nonostante io sia la prima a promuovere le cucine locali (sì anche quella italoamericana), capisco che a volte la voglia di un piatto come nonna comanda vada assecondata. Ecco allora quali sono i 20 indirizzi di NYC per mangiare italiano come a casa.
Rezdôra
In Italia “rezdora” è il termine dialettale emiliano che indica la donna di casa, la “reggente” (dal latino rex) che si occupa dell’economia domestica, in particolare la cucina. A NYC Rezdôra è per tutti il ristorante stellato di Flat Iron con focus sulla pasta fatta in casa. Non per niente il sottotitolo “Osteria Emiliana” è già una dichiarazione d’intenti.
L’esperienza, curata dallo chef Stefano Secchi, è immersiva dei piatti tipici emiliani. Ci sono gnocco fritto, Parmigiano Reggiano in diverse stagionature, cotoletta alla bolognese. Il ruolo da protagonista però spetta alla pasta fresca, ordinabile sia alla carta sia in in tasting menu con porzioni ridotte. Anolini, strozzapreti, gramigna, balanzone, tagliatelle sono eseguiti magistralmente, e viene da chiedersi se nello staff ci sia qualche sfoglina in incognito.
Il percorso è coerente anche nella carta dei vini, con buona selezione sia al bicchiere sia in bottiglia. Lodevoli (e a questo punto dovute) le sezioni dedicate a Lambrusco e bianchi dell’Emilia Romagna. Nel complesso una buona scelta impreziosita da Doc meno mainstream, per esplorare il vino (buono) di casa anche a NYC.
LaRina Pastificio & Vino
La Nonna è l’archetipo gastronomico per eccellenza. In questo caso Rina, anzi La Rina, cui è dedicato il ristorante di pasta fatta in casa a Fort Greene, Brooklyn. Il team tutto italiano di LaRina è composto dai nipoti (e proprietari) Giulia e Luca Pelliccioni, chef Silvia Barban e sommelier Andrea Mancin.
Per noi Italian speakers è piuttosto ovvio immaginare a cosa si vada incontro. La differenza è il come, ovvero prodotti di qualità uniti a ricette semplici ma impeccabili. Dagli antipasti, fra cui spiccano vitello tonnato, supplì di grano arso e baccalà mantecato; ai primi di pasta fresca come agnolotti del plin, bucatini, ravioli alla Nerano.
Il tutto annaffiato da una miscellanea selezione di vini italiani ed europei con una buona percentuale di etichette naturali. Da non perdere, infine, panna cotta e Torta della Mamma, altra (sempre vincente) dedica goloso-emozionale.
Terre Pasta & Natural Wine
Ci sono almeno due buoni motivi per visitare Terre a Park Slope, Brooklyn. Pasta fresca da leccarsi i baffi con porzioni più che abbondanti, che come sapete a NYC è una rarità. E una tra le più ampie selezioni di vini naturali italiani al bicchiere in città.
Alla guida Daniele Tassi, umbro verace e vulcanico. Oltre a lui, ad accogliervi nel ristorante c’è la batteria di Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP Acetaia San Giacomo, collaborazione che nel menu si reitera dall’antipasto al dessert.
In più i tasting di olio evo, le selezioni di salumi e formaggi, gli aperitivi al vermouth. E poi cacio e pepe, pappardelle al cinghiale, terrelle (signature simile alle tagliatelle) al ragù. Per la cantina, costantemente aggiornata con etichette da tutta la penisola, ci si affida volentieri al sommelier.
Al Di Là Trattoria
In questo caso specifico al di là ci siamo veramente. Perché da Terre basta attraversare la 5 Avenue per bussare al confortevole Al Di Là Trattoria, ristorante italiano a Park Slope dal 1998. Guidato dai coniugi Emiliano Coppa e Anna Klinger (executive chef), Al Di Là negli anni si è fatto un nome tra recensioni Michelin, New York Times e Chiocciole Slow Food.
Più del prestigio però fa la comunità e, anche se sembra strano in una giungla come NYC, la Trattoria è a tutti gli effetti il classico esempio di “ristorante di quartiere”. Cosa amano questi aficionados? Basta poco visto l’uso sapiente di ingredienti poveri della nostra cucina, come farro, trippa, cavolo nero, polenta.
I piatti, chiaramente di ispirazione centro italica, sono stagionali e caserecci quanto basta a evocare una cucina tradizionale fatta a regola d’arte. Da fave e cicoria e trippa alla toscana; dai malfatti alle pappardelle di anatra; fino a coniglio (rarità negli USA) e saltimbocca alla romana.
Song ‘E Napule
Se è vero che la cultura della pizzeria come luogo di ristoro e ritrovo sociale nasce negli USA, ci vuole almeno un’altra andata e ritorno per riportare l’arte della pizza napoletana a NYC. Succede tutti giorni, dal 2015 nel Greenwich Village, alla Song ‘E Napule di Ciro Iovine.
Le premesse ci sono tutte: cornicione alto, condimenti classici senza “guizzi” modaioli, San Marzano Dop e Fiordilatte di Agerola come se non ci fosse un domani. In più un’ampia scelta di cucina tipica napoletana, completa di crocchè, scarpariello, genovese, panuozzo, pastiera.
Una Pizza Napoletana
Dal massimalismo partenopeo passiamo al minimalismo delle seconde generazioni. Una Pizza Napoletana, gioiellino di Anthony Mangeri nell’East Village, è l’indirizzo imprescindibile per i cultori del genere. Intanto perché è aperta solo tre giorni a settimana, da giovedì a sabato, e l’hype è già bello che creato.
Il menu è scarno, ma polposo in termini di qualità e succulenza: sei pizze a rotazione fra cui non mancano mai le tre basiche marinara, bianca, Margherita. Due stuzzichini (fra cui gli introvabili lupini) e due ottimi gelati fatti in casa. A dimostrare ancora una volta che less is decisamente more.
Don Antonio
Ok la classica napoletana, ma che dire della pizza fritta? Tranquilli, a NYC trovate anche quella. Ci pensa Don Antonio a Hell’s Kitchen dal 2012, che propone una golosa e ampia sezione dedicata alla montanara. In tutto e per tutto come a Napoli per almeno due motivi: il forno a legna importato dall’Italia; e la pizzaiola figlia d’arte Giorgia Caporuscio.
Oltre alla pizza, il fiore all’occhiello di Don Antonio sono gli antipasti fritti. Frittatine, fraticelli, crocchè, arancini, montanarine. Se rimane un po’ di spazio, non perdetevi i calzoni ripieni – compreso naturalmente il fritto.
Farina
La montanara autentica si trova anche da Farina, nuova apertura fra Carroll Gardens e Red Hook a Brooklyn. Il punto è trovarla: questa chicca si nasconde sotto a un cavalcavia, fra un auto lavaggio e uno di quei cartelli “Cerchi Gesù? Chiamaci” tipici del folklore americano.
Insomma, una vera e propria hidden gem alla guida dello chef Antonio Pisaniello. Che propone un medley di specialità meridionali e pizza al forno a legna. La star è indubbiamente lei, distinta dalla forma irregolare che tende al rettangolo più che al cerchio. Valgono la pena anche supplì, melanzane al forno, panu e purpetta, polpo alla Luciana.
Camillo
Da pizza a pinsa ci vuole qualche ora da Campania a Lazio. Qui a NYC si deve attraversare il gigantesco Prospect Park di Brooklyn. Qui c’è Camillo, ristorante di cucina romana specializzato, tra le altre cose, in Negroni. Da cui il nome, in omaggio al Conte inventore del cocktail.
La farina è del sacco di Michele Baldacci, chef e cintura nera di pinsa romana. Una bella sleppa da condividere ma anche no, vista la digeribilità dell’impasto che miscela grano e riso. Il carboidrato spinge forte sulla pasta, del tipo che non si vede tutti i giorni al di qua dell’oceano. Coda alla vaccinara, gnocchi alla romana, amatriciana fatta da dio.
Menzione speciale a carciofi alla Giudìa con mentuccia fresca, minestrone (con la pasta) e abbacchio alla romana. Dulcis in fundo, il cremosissimo gelato fatto in casa venduto anche da asporto.
D’Abruzzo
Barbecue all’aria aperta, griglie accese e buon umore a palla. Non ci aspettiamo niente di meno dal sottotitolato “Forte e gentile” D’Abruzzo, food cart stagionale specializzato in arrosticini (e occasionalmente pizzelle). Tommaso Conte, alla guida e alla griglia, ha fatto molto più che sdoganare questo cibo da strada: ha letteralmente fatto scoprire l’Abruzzo agli americani.
A seconda del periodo e del giorno della settimana D’Abruzzo è a Prospect Park, Williamsburg, Lower Manhattan. La formula è semplice ma vincente: un mazzo di arrosticini di agnello fumanti e succulenti, speziati con sapienza e grigliati alla perfezione. Tanto basta a conquistare tutti. Del resto, esistono cucine più accoglienti e inclusive di quella abruzzese?
Cremini’s
A Brooklyn si passa da Abruzzo a Marche nel giro di un’ora a piedi. Cremini’s a Carroll Gardens è l’indirizzo per provare l’autentica cucina marchigiana. Diremmo ristorante a conduzione familiare, in realtà si tratta di un progetto di coppia: quello di Riccardo ed Elena Salati Massetti, executive chef.
Tra le specialità imperdibili (e introvabili altrove) ci sono olive ascolane, crescia farcita, vincisgrassi. Specialità extra regionali comprendono anche pinsa romana, polpette al sugo, fusilli fatti in casa. Va da sé che si termini con un mix di cremini, i dolcetti fritti ripieni che danno il nome al locale.
Ferdinando’s Focacceria
Panelle, crocchè, vastedda, arancina: siamo a Ballarò? Quasi, giusto qualche migliaio di chilometri più in là. Ferdinando’s Focacceria è l’eatery siciliana di Cobble Hill, Brooklyn. Nel cuore di un quartiere segnato dall’immigrazione italiana, soprattutto pugliese e molisana, questo pezzo di mercato palermitano fa la sua parte di storia.
Est 1904, la Focacceria è il ristorante siciliano più longevo di NYC e il terzo fra gli italiani (dopo Rao’s e Bamonte) ancora in attività. La presenza dei mangiari di strada non ha solo un senso culturale, ma anche storico: cominciò infatti come chiosco di panini per i lavoratori portuali.
Arrivata alla quarta generazione, oggi la Focacceria propone classici come insalata di polpo, pasta con le sarde, caponata, trippa in umido. A fine pasto immancabile il cannolo, riempito sul momento con ricotta maison.
Salvo’s Cucina Casalinga
Delivery di lasagna? Yes please! Salvo’s Cucina Casalinga di base a BedStuy, Brooklyn vi porta a casa le ricette della mamma (la sua, ma un po’ anche la nostra) sotto forma di succulenti panini e, occasionalmente, di lasagne al ragù. Con tutti i prismi e crismi eh, anche la besciamella per far contento Bruno Barbieri.
Salvo’s si prenota online, il menu annunciato su Instagram ogni settimana. Ci piace perché è essenziale: due panini giganti e ben conditi con prodotti 100% italiani e pure fatti bene. Altro che “con mollica o senza”. Fra le materie prime ricorrenti soppressata, stracciatella, ricotta, prosciutto. I fatti in casa comprendono zucchine a scapece, insalata di tonno, melanzane fritte, cime di rapa.
L’ispirazione è chiaramente meridionale verace, Sicilia in particolare. E infatti non mancano special come caponata, arancini, insalata arance e finocchi. Tutti da provare, settimana dopo settimana, per sentire meno la nostalgia di casa.
Madonia Bakery
Rimaniamo in tema cucina siciliana, stavolta in versione prodotti da forno. Madonia Bakery è la pasticceria/panetteria da visitare nella Little Italy del Bronx, che tra parentesi è quella vera non come quella pagliacciata turistica di Manhattan. Fondata nel 1918 dal monrealese Mario Madonia, oggi la bakery è alla sua quarta generazione.
Poche ma solide specialità siciliane come cannoli, cucidati e pignoli (rispettivamente biscotti ai fichi e ai pinoli) attirano folle di affamati regulars. A richiesta poi arriva l’offerta (eccellente) di prodotti extra-regionali. Dal pane casereccio a pastiera, pizza di Pasqua, taralli, sfogliatelle.
Veniero’s
Veniero’s è per tutti la pasticceria italiana “storica” di NYC. Fondata nel 1894 dal sorrentino Antonio Veniero, ad oggi è al 129esimo anno di attività. Entrare nella sede dell’East Village è come fare un viaggio indietro nel tempo: un caffè d’antan, tutto legno e specchi, illuminato da un bancone pressoché infinito di pasticcini, petit fours, dolci al cucchiaio.
Insomma, stare qui dentro non è tanto diverso da quando alla domenica dovete scegliere il cabaret di paste da portare al pranzo di famiglia. Con la differenza che oltre a babà, biscotti, cannoli, diplomatiche e bignè va fortissimo la cheesecake. Un cavallo di battaglia proposto in versione New York style ma anche Italian, con una farcia fresca di ricotta.
Court Pastry Shop
Il primato della biscotteria secca spetta a Court Pastry Shop, pasticceria italiana a Carroll Gardens, Brooklyn. Dal 1948 una neighborhood institution a detta dei locals, aperta e ancora gestita dalla famiglia Zerilli. Il tema principale sono indubbiamente i biscotti, in gusti e forme che si discostano parecchio dai classici cookies americani.
Mandorle, anice, pinoli, mosto e soprattutto una frolla old school sono solo alcuni degli ingredienti ricorrenti. Oltre ai biscotti trovate ottime zeppole, cannoli e sfogliatelle aromatizzate all’arancia. D’estate è obbligatoria la tappa spumoni, dessert ghiacciato servito da asporto.
Bar Pisellino
Anche a NYC prima o poi arriva l’ora dell’aperitivo. Il luogo più autentico dove farlo è Bar Pisellino, gioiellino à la Dolce Vita nel West Village. Con un sottotitolo come “L’arte del bere” non possiamo che concordare: menu essenziale, ambiente chic, barman eleganti e dai movimenti impeccabili. Al Bar Pisellino si va per stare bene.
O anche per aspettare la cena, sorseggiando ottimi spritz, Negroni e Martini fra gli altri. Si tratta infatti di uno dei progetti di Rita Sodi, chef e proprietaria degli acclamati Via Carota, I Sodi e Buvette. Sebbene anche loro siano consigliatissimi, prima di tutto viene il Bar. Con la sua collezione di vermouth e amari, gli stuzzichini, il caffè, la pasticceria di gusto vintage.
Lillo Cucina Italiana
Se vuoi un tiramisù come si deve a NYC i casi sono due: o te lo fai in casa (buona fortuna a trovare i savoiardi); oppure vai da Lillo Cucina Italiana. Intendiamoci: questo micro ristorantino a Cobble Hill, Brooklyn, ha un menu completo e pure bello esteso di antipasti, primi, secondi.
Buono, niente di trascendentale. La pena che vale è direttamente all’ultima pagina, quella dei dessert. Non per niente il tiramisù di Lillo, aka chef Giampietro Remia, viene venduto anche da asporto. Per 8 dollari (rigorosamente cash) una porzione che ne sfama tranquillamente due aspetta in vaschetta di essere portata a casa. Mettetevi il cuore in pace, a casa non ci arriva.
L’Albero dei Gelati
La conosciamo già molto bene: ogni anno L’Albero dei Gelati è in alto sulle classifiche delle migliori gelaterie italiane. Qui a NYC, dove va sempre sottolineata la differenza tra “ice cream” e “gelato” (pronuncia: celadi), Albero è probabilmente la migliore. Senza dubbio una spanna sopra le altre.
Un progetto che nasce a Monza nel 1985 e si trasferisce a Park Slope, Brooklyn con Monia Solighetto e Alessandro Trezza. Che tra l’altro non si fermano al gelato, e aggiungono il vino naturale con la tappa obbligata Have & Meyer a Williamsburg, Brooklyn.
Nonostante il salto geografico, la sostanza di Albero resta la stessa. Stagionalità stretta, attenzione alla sostenibilità, ingredienti freschissimi e spesso non convenzionali (anche qui non manca mai il gelato salato). Da provare i sorbetti di frutta, le creme di mandorla e nocciola, i sorprendenti gusti burro e taleggio e fichi.
Corto
Nessuna lista sul cibo italiano all’estero può essere completa senza il caffè. Per inciso: l’espresso italiano è decisamente sopravvalutato, e sicuramente a NYC ci sono modi migliori di gustarlo. Nonostante ciò, per chi volesse una tazzina come a casa c’è Corto a BedStuy, Brooklyn.
Piccolo ed essenziale, proprio come l’espresso, questo baretto di quartiere offre tutte le declinazioni cui siamo affezionati. Cappuccino, marocchino, shakerato, caffè in ghiaccio, napoletano. Accompagnati dai must della colazione e pausa pranzo all’italiana, dal cornetto alle piadine fatte in casa.