I post più letti del 2018 non sono per forza i migliori. Sono quelli che le divinità di internet, indifferenti a tutto ciò che non rientra nella legge dei grandi numeri, ci hanno detto essere i migliori.
E se parliamo di ristoranti –argomento che Dissapore copre in modo non esattamente sporadico– alle suddette divinità sono piaciuti: Cracco, Cracco e ancora Cracco, con il nuovo ristorante in Galleria Vittorio Emanuele. E poi le recensioni violente di TripAdvisor, i conti sanguinosi di Venezia, “Quattro Ristoranti”, la rifondazione delle trattorie, i locali vecchi e nuovi di Massimo Bottura.
Questi sono stati i post più letti, chiacchierati e condivisi su Dissapore nel 2018, a proposito di ristoranti.
1. Cracco in Galleria: menu, prezzi e una domanda: perché i dolci costano tanto?
Il 22 febbraio Cracco apre l’atteso ristorante in galleria Vittorio Emanuele. Di eleganza e sostanza molto milanesi, ha una caffetteria bistrot al piano che fa cucina per tutti.
“Per tutti”? Preoccupata per il canone d’affitto milionario dovuto dallo chef, Anna Silveri presenta voce per voce tutto il menu del ristorante, prezzi compresi. Strabiliata dal costo dei dolci: “crocchetta di cioccolato gianduia, chinotto al Maraschino e caviale” a 50€?
2. Cracco in Galleria: cosa si mangia oltre alla pizza e quanto si spende al caffè bistrot
A marzo, il ristorante di Cracco è ancora protagonista. Tiene banco la famigerata pizza, star al contrario che concentra su di sé l’ironia sguaiata dei social, soprattutto per l’aspetto discutibile.
Il pizza-gate in salsa Cracco si è svolto nella caffetteria-bistrot, il cui menu spazia dalla piccola colazione al pranzo veloce e, passando per l’aperitivo, arriva alla cena e al dopocena della Scala. Inevitabile per Anna Silveri raccontarvi tutte le portate e quanto costano.
3. Abbiamo mangiato la pizza di Cracco (che ringrazia tutti per la pubblicità gratis)
Ancora Cracco. Ancora il nuovo ristorante. Ancora la pizza. Aspetto discutibile, cereali nell’impasto, pomodoro compatto, mozzarella di bufala a fettone e spolverata di origano.
Per contribuire al Paese diviso, non dalle elezioni ma dalla pizza che vedete qui, ci sarebbe piaciuto fare come chi l’ha degustata solo in foto: scandalizzarci o peggio indignarci perché costa troppo o perché è brutta. Invece, a caso appena scoppiato, Chiara Cavalleris si fionda a provarla.
4. Andreina a Loreto, se TripAdvisor diventa violento
Sempre a marzo, una “recensione” di Tripadvisor fa vacillare Luca Iaccarino. L’oggetto: il ristorante Andreina di Loreto. Il voto: un pallino. Il titolo “Vergogna, vergona, vergona” (scritto proprio così).
L’autrice –Cristina S da Jesi– aveva prenotato, è arrivata, ha trovato il locale chiuso. C’era un cartello: “Per lutto”. E giù venticinque righe di insulti ai titolari di Andreina che hanno chiuso senza avvertire. Come dire: beh, è morto qualcuno, che scusa è?
5. Cracco in Galleria: i prezzi del menu sono davvero esagerati?
Colpita dall’ossessione per i prezzi del nuovo locale di Cracco che a Marzo investe il Paese, Anna Silveri li confronta con quelli del ristorante Berton di Milano e de La Pergola di Roma.
Perché proprio quelli? Perché buon mangiare e ambientazioni sono paragonabili.
6. Frittura e 4 bistecche a 1100 euro: provata l’osteria “da Luca” di Venezia
Quattro bistecche, una frittura mista, acqua minerale e servizio, per un totale di 1100 euro, fanno gridare allo scandalo 4 turisti giapponesi che hanno cenato all’osteria “da Luca” di Venezia.
E si riparla di Venezia come condensato di monumenti, attrazioni turistiche e epiche sole. Tutti i particolari in cronaca con Chiara Cavalleris.
7. Cracco in Galleria: il ristorante, non la pizza
Dopo tanto parlarne il direttore si è deciso. Cameraman al seguito, Massimo Bernardi è andato nel nuovo ristorante di Cracco provando tutto: caffetteria bistrot al piano terra, scenica cantina con almeno 2000 etichette, sala eventi, fumoir, dove oltre a fumare liberamente si sorseggiano in relax i liquori preferiti.
E ovviamente il ristorante gastronomico del primo piano. Segue recensione.
8. Sfotti anche tu la pizza di Cracco
Okay, la reiterata presenza dell’ex giudice di MasterChef e del suo nuovo ristorante in questa lista imbarazza perfino noi. Ma il contagio virale del pizza-gate in salsa Cracco è stato il caso del 2018, probabilmente.
Così lo racconta Anna Silveri: “Stuoli di uomini qualunque che si dicono domineddio dei fornelli e puristi della Margherita –ma solo da quando Cracco sta in copertina come un centravanti– hanno impetuosamente riempito moltitudini di tweet burloni”.
9. La differenza tra osteria e trattoria oggi
Ventotto anni fa la parola “Osteria” è stata adottata da Slow Food e con Slow Food è cresciuta, sicché oggi non vuol dire quello che significava mezzo millennio o quarant’anni fa, quando Guccini evocava quelle di “fuori porta”.
Ma cosa significa oggi, si chiede Luca Iaccarino, una dei massimi esperti in materia? E che differenza c’è tra “osteria” e “trattoria”.
10. Salt Bae: com’è mangiare nel ristorante del cuoco turco a New York
Com’è il ristorante aperto da Salt Bae a gennaio nella Grande Mela, stuzzica Cinzia Alfè? Freddo, banalotto e caro come il fuoco, secondo l’impietoso giudizio dei critici americani. La carne è buona ma vale la pena andarci solo per lo spettacolo di Nusret Gökçe, in arte Salt Bae.
Ovvero il cuoco-macellaio turco che con il gesto di condire la carne dall’alto, facendo ruzzolare il sale giù dal braccio muscoloso, ha raggranellato milioni di follower su Instagram e clienti famosi nei suoi ristoranti, come Leonardo di Caprio o Roger Federer.
11. Cosa c’è scritto nella recensione che ha diffamato Carlo Cracco
Non è possibile: ancora Cracco? Sì, ma il nuovo ristorante non c’entra. Tutto inizia il 14 aprile durante il Vinitaly 2016, quando un giornalista critica con toni sprezzanti una cena preparata dallo chef veneto.
Che non gradisce, e querela con richiesta di risarcimento danni, accordata dal Gip. “Viene da chiedersi”, s’interroga Chiara Cavalleris, “perché si tratta di diffamazione: cosa c’è scritto nella famigerata recensione del 2016?”.
12. La pizza di Cracco a 20 euro risponde ancora alle leggi di mercato?
Cracco e la pizza: ahem… Che colpa abbiamo noi se ad agosto l’eterno argomento torna polemicamente di moda Succede che Antonio Fucito sperimenta sulla propria carta di credito il prezzo abbondantemente ritoccato: 20 euro.
Nello stesso scontrino colpisce il prezzo di un calice di Verdicchio, sempre consumato nella caffetteria-bistrot al primo piatto: 14 euro.
13. Quattro Ristoranti: chi è il ristoratore padovano che voleva querelare la serie
A luglio il titolare del ristorante Gourmetteria, ultimo classificato della tappa padovana di “Quattro Ristoranti”, sta per sporgere querela contro la nota serie tv con Alessandro Borghese. Motivo? Ritiene di aver subito un grave danno di immagine, spiega Caterina Vianello.
”Mi hanno criticato su tutto fin dal primo giorno, la location fa schifo, il menù non è di qualità, il servizio pessimo”. Ma alla fine il ristoratore padovano, che ha sottovalutato i rischi della partecipazione a 4 Ristoranti in caso di sconfitta, decide di soprassedere sulla querela.
14. La verità sulla crisi senza fine dei ristoranti di Venezia
Non è un mistero che la ristorazione attraversi un periodo buio in città, anzi, il 2018 va in archivio come l’anno nero del settore. Sono sempre di più i ristoratori veneziani che, tentati da cospicue offerte straniere, cedono osterie storiche, trattorie e ristoranti.
Di sicuro, i conti sanguinosi e le ripetute truffe ai danni dei turisti non aiutano.
15. La rifondazione della trattoria passa per questi 10 locali
Al netto dei pochi baluardi della vecchia scuola, posti dove il vino fluisce ancora corposo nei bicchieri, insieme a vociare indistinto e buon umore, nella trattoria di oggi i piatti della storia si mescolano a ingredienti etnici e il grembiule dell’oste si fonde coi tatuaggi dei nuovi cuochi metropolitani.
Da qui l’idea di Anna Silveri: suggerirvi 10 trattorie imperdibili perché evolute rispetto alla tradizione nuda e pura.
16. Gucci Osteria: menu e prezzi da 10 a 30 euro
Alla Gucci Osteria, aperta in gennaio dentro il Palazzo della Mercanzia, affacciato su Piazza della Signoria a Firenze, gli avventori possono sperimentare il menu di Massimo Bottura –tra i piatti i tortellini in crema di Parmigiano, la tostada di ispirazione peruviana, i panini con la pancetta e il risotto ai funghi– spendendo 20-30 euro a piatto.
Firenze. Piazza della Signoria. Il palazzo quattrocentesco. Gucci. Bottura. I prezzi accessibili: ma è un sogno? “Proprio vero”, riflette Chiara Cavalleris, “i marchi del lusso seguono i loro facoltosi clienti dove spendono di più, questa è l’epoca dei ristoranti”.
17. Poormanger, Torino: come una patata ripiena ha cambiato la vita di tante persone
Ancora Chiara Cavalleris descrive il fenomeno Poormager: intanto vi basti sapere che i due locali in centro a Torino, facilmente individuabili per le lunghe file ordinate, e dove lavorano cinquanta persone, vantano più tentativi d’imitazione della Settimana Enigmistica.
Un clamoroso successo imprenditoriale a base di patate ripiene raccontato per filo e per segno (e per numeri), dai protagonisti: tre torinesi intorno ai trent’anni.
18. Osteria Francescana di Massimo Bottura: menu, prezzi, prenotazioni nel ristorante migliore del mondo
19 giugno 2018: l’Osteria Francescana di Modena, il ristorante tre stelle Michelin di Massimo Bottura, torna al numero uno della World’s 50 Best Restaurants, la classifica che da sedici edizioni mette in fila i migliori ristoranti del mondo.
Anna Silveri confeziona una pronta guida all’uso del ristorante: com’è il menu e quanto si spende, il dress code del locale, la policy per i bambini, come organizzarsi se si è vegetariani, perfino come si arriva e dove parcheggiare.
19. Eugenio Boer torna a Milano con Bu:r
A fine novembre 2017, Eugenio Boer se n’era polemicamente andato dal ristorante Essenza di Milano, pochi giorni dopo aver ricevuto la prima stella Michelin.
Ma a luglio lo chef italo-olandese ritorna in città, ora è proprietario di Bu:r, trascrizione fonetica del suo cognome olandese (Boer si pronuncia “buur, con la u allungata). Cinzia Alfè riassume la formula particolare: i clienti possono scegliere se mangiare due pietanze (65 euro), tre (90 euro) o cinque (120 euro).
20. La pizza tra antipasto e secondo è azzardo o rivoluzione?
Apre il primo marzo, si chiama Tor.Na, perché il locale è a Torino ma la cuoca, Imma Ferraro, è di Napoli, e fa una cosa insolita: la pizza è inserita NEL menu di cucina. Non come fanno tutti –precisa Luca Iaccarino– un menu pizza e un menu cucina ALTERNATIVI, bensì le pizze distribuite tra antipasti, primi, secondi e dolci.
Ma come si fa a mangiare una pizza E qualcos’altro? Non vi resta che scoprirlo.