A dieci minuti a piedi dalla Stazione Centrale di Milano, vicino a Porta Venezia, c’è una pizzeria napoletana molto caratteristica di cui vi vogliamo parlare: Marì. Ecco la nostra recensione.
A Milano il nome Ciccio Filippelli non è senz’altro nuovo. Prima vice e poi successore di Matteo Mevio a Marghe, è approdato a Salerno per un brevissimo periodo (Agosto 2018 – Gennaio 2019) aprendo una pasticceria, Re di Denari, per poi tornare in via definitiva a Milano aprendo, in società con Orobianco (un mozzarellificio con ristorante) la pizzeria Marì.
Il locale ha iniziato a sfornare fumanti napoletane il 30 Marzo, prendendo il nome di una grande donna tradizionalmente associato alla madre di Gesù, simbolo universale di amore, famiglia e convivialità, concetti che i soci hanno voluto racchiudere nella loro filosofia di lavoro.
Questo, per lo meno, è ciò che recita lo slogan all’interno del loro sito.
L’ambiente
E’ bene riconoscere subito uno dei più lampanti meriti di Marì: il locale è tra i più caratteristici e rappresentativi dell’intero paese. Profondamente industral, con bellissimi arredi vintage che vanno dal jukebox, ai libri appesi alla parete, ai fogli di giornale sul soffitto, ai murales, fino all’evocativa vespa verde parcheggiata accanto a un pilastro.
E nonostante i toni grigi delle pareti, Marì riesce ad essere una pizzeria molto luminosa e accogliente grazie alle ampie vetrate che danno sulla strada.
La sensazione è quella di ritrovarsi dentro a un vecchio film o in un quartiere povero, popolano, avvolto dal calore famigliare e dalla magia del forno a legna.
Il menu e i prezzi di Marì a Milano
Le pizze sono 8, più una speciale e una vegana del mese, identificate da un numerino a lato; nessun particolare estro dalle mani di Ciccio, le ricette sono tutte relativamente semplici (dalla Margherita, alla melanzane e parmigiano, alla Salsiccia e Friarielli) a parte la pizza che porta il nome del locale.
Sgalfia la selezione delle bevande: 4 analcoliche, birre industriali alla spina e le artigianali relegate alla bottiglia (che magari poi qualcuno ordina eh, per carità), 7 vini piuttosto convenzionali tra “bollicine”, “bianchi” e “rossi”.
Una lavagnetta indica le scelte a rotazione, tra cui la già citata pizza vegana, le verdure del mese, le insalate e il menu del pranzo, per il quale è presente anche una carta separata delle 5 pizze e 3 insalate a 10 euro, con bibita e caffè incluso.
I prezzi permangono nella solita fascia milanese: le pizze vanno dai 6 ai 13 euro, i fritti costano 6 euro, così come i dolci. Birre e calici costano in media 5 euro, l’acqua da 75 cl 2.50 euro, caffè 1 euro e amaro 3.
I 2 euro di coperto completano uno scontrino tutto sommato onesto.
La pizza di Marì
Ciccio Filippelli parla di un impasto rivisitato, realizzato con un mix di farine macinate sia a pietra che a cilindri.
Diciamoci la verità, oggi come oggi dire che una pizza con farine semi-integrali e farciture selezionate sia “innovativa” è un po’ un’esagerazione: il cliente (e lo stesso mercato) lo dà ormai per scontato.
Lo ribadisco: lavorare di qualità non può più essere considerata una forma di distinzione dalla massa.
La pizza di Marì è una napoletana di taglia L, con un cornicione sviluppato ma non esagerato, colmo d’aria, uniforme e soprattutto cotto in maniera esemplare in tutta la sua superficie.
In bocca la sensazione è quella tipica di un impasto con semi-integrale fatto come si deve: morbido, scioglievole, evanescente.
Nulla da dire sulla cottura, asciutta ed equilibrata, rende l’esperienza piacevolissima dalla prima all’ultima fetta.
Davanti al forno i ragazzi ci sanno davvero fare.
La Marì (con pomodoro giallo della valle del Vesuvio, fior di latte di Agerola, nduja di Spilinga, caciocavallo “Orobianco”, origano di collina, basilico, parmigiano reggiano 24 mesi e olio EVO bio) è una pizza interessante, ma con un lampante difetto nella farcitura: sebbene sia encomiabile la scelta delle materie prime, a mancare è l’equilibrio dei sapori.
La scelta di abbinare il carattere della favolosa nduja di Spilinga alla dolcezza estrema del pomodoro giallo è azzeccata, ma la sua forza rischia di prevalere su tutto il resto, impedendo di scorgere parmigiano, caciocavallo e soprattutto origano, del quale (sarò sincero) non ho nemmeno notato la presenza.
Occhio, non sto parlando di eccessiva piccantezza (in una buona nduja, come questa, è assolutamente bilanciata), ma di equilibrio di sapori.
Il retaggio del mozzarellificio, ad ogni modo, si vede eccome: i latticini di bufala sono tutti di produzione propria (mozzarella, ricotta, burrata, stracciata, provola affumicata e caciocavallo), e nel weekend è possibile assistere ad uno show cooking dimostrativo.
Ho ceduto alla tentazione di provare le ricottine fritte, e lo devo ammettere, è stata la miglior che potessi fare: frittura da manuale, asciutta e croccante, e una ricotta troppo buona per essere vera.
Ecco, forse il servizio, per quanto rapido e cordialissimo, tende ad essere leggermente insistente, soprattutto allo scopo di invitare a provare antipasti e dolci.
Le piccole attenzioni, comunque, non mancano, come il calice di prosecco all’arrivo e la liquirizia all’uscita dal locale.
Insomma, Marì non sarà forse la pizzeria originale che si promette di essere, e sull’equilibrio della farcitura c’è davvero da lavorare.
Si tratta comunque di un’alternativa validissima, dove passare una pausa pranzo tranquilla in un locale davvero caratteristico.
Informazioni
Pizzeria Marì
Indirizzo: Via Lodovico Settala 16, Milano
Numero di telefono: 02 38311024
Orari di apertura: Dal Lunedì al Venerdì dalle 12.30 alle 15.00 e dalle 19.30 alle 23.30, Sabato dalle 12.30 alle 15.00 e Domenica dalle 19.00 a mezzanotte
Sito Web: https://www.pizzeriamari.com
Tipo di cucina: Pizza napoletana
Ambiente: informale, vintage, caratteristico
Servizio: rapido e cordiale, forse un po’ pressante
Voto: 4.2/5