Simone Oberto è di Piossasco, un paese in provincia di Torino. È un uomo curioso, Simone. Peculiarità, questa, che l’ha portato ad appassionarsi a terre e culture lontane, assieme intriganti e misteriose.
In questo caso, il Giappone.
La sua fascinazione è stata, sin dall’inizio, talmente profonda che gli ha consentito di diventare manager di alcuni ristoranti italiani a Tokyo e, soprattutto, di viaggiare per far conoscere la cucina italiana nel Paese del Sol Levante.
Ma la nostalgia –sempre canaglia– era troppa. Come coniugare, quindi, la passione e le competenze con l’amore per il proprio territorio e la famiglia?
Semplice: aprendo un ristorante nel suo paese natale, ma di stampo giapponese. Due piccioni con una fava.
Ed è così, dunque, che nasce Le Petit Restaurant Japonais, il solo ristorante giapponese della zona ma non per questo particolarmente distintivo.
Ne ha un’altra, infatti, di caratteristica che lo rende veramente unico (e decisamente più bizzarra, peraltro).
Il suo ristorante ha un solo tavolo.
L’idea nasce in collaborazione con una ragazza giapponese, Naomi Sonoda, conosciuta tramite annunci sui social network. La ragazza, proveniente da Miyazaki, non solo ha un talento spiccato per il canto lirico, ma anche una propensione notevole per le delizie culinarie.
Dote che ha reso possibile l’incontro con Simone, incontro che li ha portati ad innamorarsi e, infine, a sposarsi.
Ma come si gestisce un ristorante con un tavolo solo? Esattamente come si gestisce un ristorante con tanti coperti.
Il tavolo è disponibile per famiglie, per coppie e per gruppi –ristretti, s’intende– di amici. Oppure per un single gourmand.
Il tavolo è preparato con molta cura.
Posate occidentali per chi ama la propria comfort zone, bacchette orientali per chi, almeno, ci prova e candele profumate.
E poi sushi, sashimi, nigiri, noodles e tutto il mondo del finger food asiatico.
[Crediti | Link: La Repubblica]