Siamo stati da Pino Banana, oste (o meglio, verduriere) di Savona che la sera trasforma il suo negozio in un ristorante imperdibile. Inutile che lo cerchiate su internet, Pino Banana esiste solo nel suo locale. Ecco la recensione.
E poi, d’un tratto, scopri Pino Banana.
È difficile da trovare, Pino Banana.
Già si chiama Pino Banana, che non è nome classico da ristorante.
Anche perché non è un ristorante: è un verduriere. Ma fa mangiare (e comunque anche per un verduriere Pino Banana non è un nome classico).
Poi è in una viuzza nascosta.
Vicino alla stazione, che non è la zona più glamour della città.
Poi la città è Savona, che non è la più glamour delle destinazioni italiane.
Però, porca vacca, Pino Banana è una scoperta. Che mi va di condividere.
Se c’è una cosa che appassiona un cacciatore di ristoranti è trovarne uno che gli altri non hanno già stanato. Non uno a caso: uno buono. È sempre più difficile: in tempi di social, uffici stampa, relazioni tutti sanno tutto subito. Ma Pino Banana Facebook nemmeno sa cosa sia. E immagino che se un PR va a fargli una proposta per una consulenza lo rincorre con un bacco (un bastone, in savonese). Siamo in Liguria, dopotutto. Gente ruvida. Abrasiva.
Il momento della mia folgorazione sulla via della banana è stata l’estate 2017. Amici savonesi mi parlavano di questo “verduriere che cucina” e a me sembrava una cosa più eccentrica che altro. Finché una sera mi son deciso e sono andato in via Tasso 24r (339 8294449, 339 3373250), vicino alla stazione di Savona.
Pino Banana è un verduriere di quartiere fatto e finito. Ha le cassette di frutta e verdura qui e lì, ci sono le signore con le sporte che si comprano finocchi e arance. Però, come Cenerentola, a pranzo ma soprattutto a cena si trasforma. Qualche tavolino alto accessoriato di sgabelli viene apparecchiato e là dietro, in una bella cucina a vista, si comincia a spignattare.
A spignattare: Pino praticamente non cucina. Compra roba pazzesca e la serve. Quella prima volta presi un piatto commovente: un enorme vassoio di frutti e verdure costellato di crudi di mare, tonno, scampi, gamberi, baccalà, salmone selvatico. Ogni singola creatura del mare e dell’orto era semplicemente perfetta: niente rumenta da sushi-bar scadente, niente spazzatura velenosa. Mia moglie prese un piatto analogo, i bambini una mozzarella appena arrivata, un’Albese da urlo, salame, pomodori e anguria. Che freschezza. Che perfezione.
Da allora io e Pino ci siamo innamorati, nonostante lui sia un po’ sanguigno e irruente come certi savonesi. Ci torno tutte le volte che posso. Compreso sabato sera, con la mia signora. E, ancora una volta, il paradiso.
Un vassoio di salumi e formaggi – i primi sono di Spigaroli, Pino settimana scorsa ha fatto una gita in Emilia –, le prime fave dell’anno in un intingolo di olio e cipollotto, un’insalata russa da piangere, un piatto di crudi di pesce e frutta e verdura da commuoversi, dei rossetti appena spadellati con un poco di carciofi da invocare la Madonna, un baccalà scottato condito semplicemente con olio e pepe da pregare Maometto.
È un grande cuoco, Pino? No. È un grande verduriere e, in generale, un ottimo acquirente: compra l’olio migliore, il baccalà migliore, i rossetti migliori, gli scampi migliori, il pane migliore, il vino migliore (ne ha più che abbastanza). Acquista prodotti eccezionali e li rispetta, questo fa, ed è tantissima roba.
Il piatto di crudi costa 25 euro, il baccalà 16, il polpo con verdure spadellato 18, la pasta al sapore di mare 18, i rossetti 16, il tagliere 20, la pasta con i carciofi 13, il dolce 6. E il suo menu è finito: otto piatti in tutto. Di pura materia prima. Per una spesa sui cinquanta euro.
Ecco, io potrei vivere di soli posti come Pino Banana. Non parliamo di pop, qui, parliamo di semplicità ma altissima qualità. Né trattoria, né fine dining: semplicemente mangiare come dio comanda. La materia prima, prima di tutto. E un posto dove stare bene.
Son quei posti che non trovate sulle guide: troppo picareschi, troppo pirateschi, troppo irregolari (e diciamo che Pino più che da storytelling è un tipo da imprecazioni). Ma è uno di quei posti dove chi ama mangiar bene deve assolutamente andare. Meno male che c’è Dissapore.
Indirizzo: via Tasso 24r, Savona
Orari: Verduriere di giorno, osteria la sera. Chiuso il lunedì.
Telefono: 339 8294449 ; 339 3373250