Italo Bassi, chef con Riccardo Monco di Pinchiorri, uno degli otto ristoranti italiani che possono fregiarsi delle tre stelle Michelin, lascia Firenze dopo 28 anni, ultimo servizio sabato scorso.
Il blog Consumazione Obbligatoria del giornalista fiorentino Aldo Fiordelli ricorda Bassi nel 1986, al debutto nel settecentesco palazzo Jacometti-Cioffi di via Ghibellina.
Quando già –eravamo nei primi anni ‘70– Giorgio Pinchiorri, un raffinato sommelier emiliano, aveva incontrato Annie Féolde, francese, famiglia di albergatori a Nizza, a Firenze per migliorare l’italiano.
Nel 1973 apriva l’Enoteca Pinchiorri, nel 1982 ecco la prima stella Michelin, un anno dopo la seconda. Nell’84 la corona di Wine Spectator. Nel 93’ la consacrazione con la terza stella e ancora le aperture a Tokyo e Nagoya.
Italo Bassi è parte di questa storia: indole decisa ma comunque rispettosa dello stile di cucina impostato da Annie Feolde, ha preso per la gola Firenze con piatti che sono ormai dei classici, uno per tutti il Doppio raviolo di faraona e burrata. Continuando nel frattempo a interpretare i pezzi storici usciti in 40 anni dalla cucina del locale: il Tiramisù, le Caramelle farcite di melanzane e formaggio di capra al burro e salvia, i Gamberoni allo Spiedo avvolti nella pancetta e gran farro lucchese.
Nel futuro del Pinchiorri avremo sempre Riccardo Monco in cucina, con lui debutterà Alessandro della Tommasina. Annie Feolde continua a impegnarsi per migliorare il confort e la bellezza del ristorante, mentre per Giorgio Pinchiorri il futuro sta nei vini autoctoni.
E il futuro di Italo? Con – fusion, da due anni orami il suo locale veronese.
Forte dell’esperienza in terra nipponica, il ristorante, caffetteria e cocktail bar aperto dalle 7 del mattino alle 2 di notte, propone una cucina ricca di contaminazioni, ovviamente soprattutto orientali. Scontrino medio: 35 euro bevande escluse.
[Crediti | Link: Consumazione Obbligatoria, immagine: Lesaucier]