Il nuovo Dpcm anti Covid è pronto. Ma per ristoranti, bar e trattorie non ci sono grandi novità, soprattutto non potranno riaprire la sera come da molti auspicato. Ancora un mese di divieti, per evitare che le vacanze di Pasqua facciano aumentare i contagi. Secondo la bozza, di cui Dissapore ha preso visione, il nuovo Dpcm sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile.
In tanti hanno chiesto la riapertura serale dei ristoranti, da Matteo Salvini a Stefano Bonaccini, Anci e associazioni di categoria.
Per i ristoranti sono una piccola novità: l’entrata in vigore delle ordinanze del ministero della Salute, con le quali vengono decise l’entra o l’uscita dalle zone gialle, arancioni e rosse: il nuovo decreto, che accompagnerà il dpcm, salverà le domeniche. Le ordinanze, infatti, da ora in poi saranno effettive a partire dal lunedì.
E se le domeniche sono salve, la Pasqua i ristoranti se la sono giocata, restando chiusi dalle 18 in poi anche in zona gialla, nonostante ogni appello di Anci e Fipe, il sostegno di Matteo Salvini e l’appoggio preoccupato agli esercenti del neo ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, che fino a pochi giorni fa evidenziava la sofferenza dei fornitori dacché tutta la filiera enogastronomica italiana è coinvolta in questo stallo.
Salta anche, a piè pari, tutta la stagione sciistica: con le piste chiuse fino al 6 aprile, come apprendiamo dal Nuovo Dpcm, il turismo di montagna (e pure i ristoranti che la caratterizzano) non hanno lo stesso appeal.
Niente di nuovo sotto il sole, o meglio niente di diverso da quanto vi avevamo pronosticato un paio di giorni or sono: è cambiato il Presidente del consiglio, ma non la linea di Governo.
Fiere, congressi e discoteche restano chiuse anche in zona bianca. “Restano sospesi gli eventi, si legge nella bozza del Dpcm, che implichino assembramenti in spazi chiusi o all’aperto, comprese le manifestazioni fieristiche e i congressi nonche’ le attivita’ che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso”.
E si aggiunge una piccola novità: “Al ministero della salute nascerà un tavolo tecnico di confronto per procedere all’eventuale revisione o aggiornamento dei parametri per la valutazione di rischio covid (le zone, per capirci). Sarà composto da rappresentanti del Ministero della salute, dell’Iss, delle Regioni e delle Province autonome”.