“In Turchia, fare il macellaio era considerato un lavoro degradante e di basso livello. Ora, invece, grazie a me, tutti i bambini vogliono diventare macellai”.
Parola di Nusret Gökçe, meglio conosciuto come Salt Bae, il macellaio – cuoco turco che con lo sguardo tagliente, le pose sensuali mentre affetta costate e scamoni e l’immancabile, scenografica salatura finale —da cui il nomignolo di Salt Bae— ha raggranellato milioni di follower su Instagram e social assortiti.
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E ora, Salt Bae —che fa il macellaio da quando aveva 14 anni e che nel 2010 ha aperto la sua prima steack house in Turchia per arrivare oggi a un totale di cinque—, sta per inaugurare il suo primo locale a New York, nella 53ª strada, come Dissapore aveva già a suo tempo segnalato.
Il ristorante newyorkese segue quello di Miami, aperto circa due mesi fa, dove il cuoco turco serve circa 1000 pasti al giorno per un totale di 250 posti.
A New York invece i posti saranno 150 più altri 80 all’esterno, nell’ex spazio China Grill nell’edificio “Black Rock” della CBS, a Manhattan.
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Due sale con i tavoli in legno lucido, le piastrelle che evocano atmosfere orientaleggianti e vecchi strumenti da macellazione alle pareti accoglieranno i clienti che, oltre ai classici tagli di carne, potranno scegliere anche diverse specialità mediorientali il lokum, un filetto affettato sottile e scottato velocemente, oppure il kofta, un hamburger gigante con aggiunta di kasseri, formaggio greco a latte misto e pasta dura, scottato sulla griglia e servito in porzioni.
Nel menu anche burger di manzo o vitello, carpaccio, tartare preparata al tavolo e baklava come dessert.
“La baklava, il tè e il caffè sono le uniche cose turche che serviamo”, ha detto Salt Bae, che è già in trattative per l’apertura di un secondo locale, sempre a New York, e un altro a Londra.
L’unico rammarico è che per ammirare il magnetico chef turco mentre seziona sensualmente quarti di bue, spettacolo irrinunciabile anche per il tennista Roger Federer o Leonardo di Caprio, bisognerà cercarlo nei suoi vari ristoranti, e sperare di aver imbroccato quello giusto.
[Crediti | New York Times]