Telegram. Ore 22.14 del 1° marzo 2021: “Gli effetti gravi inizieranno dal quarto mese post vaccino, poi moriranno e arriverà la rabbia del popolo che vorrà solamente ammazzare governatori e politici che promuovono questo schifo“. Il messaggio è stato recapitato nella chat (pubblica) ispirata al movimento IoApro, utilizzata da diversi ristoratori e clienti che, indignati per le restrizioni relative all’emergenza sanitaria, protestano da alcune settimane con sit-in e timidi tentativi di aperture in barba alle regole.
Da Verona a Foggia, da Milano a Napoli passando per Pesaro, le adesioni sono state poche e sparse, visto che l’iniziativa non è stata appoggiata dalle principali associazioni di categoria, come Confcommercio e Confesercenti. Però alcuni sul carro ci sono saliti, compreso Matteo Salvini.
Una protesta soprattutto virtuale che in una delle chat Telegram (di cui però i fondatori dicono di non far parte) ha raccolto oltre 12 mila utenti. Nulla di male in un mondo democratico in cui ognuno ha diritto di parola, peccato però che l’indignazione (troppo) spesso sia madre di teorie bizzarre e disinformazione. E questo è uno di quei casi.
Si legge testualmente: “Non riusciranno a vaccinare abbastanza gente, entro maggio inizieranno i morti da vaccino e la gente non si vaccinerà più. Gli effetti gravi inizieranno dal 4º mese post vaccino, poi moriranno e arriverà la rabbia del popolo che vorrà solamente ammazzare governatori e politici che promuovono questo schifo”.
Chi lo ha scritto? Un amministratore della chat in questione. Eviteremo nomi, tenendo conto che alcuni utilizzano nickname e altri solo iniziali, ma soprattutto perché non ci interessa dare colpe ai singoli. Il problema, infatti, è più grande.
Lo stesso personaggio di cui sopra aggiunge: “L’importante sarà non farsi imbrogliare dalle notizie che incolperanno le varie varianti inglese, brasiliana etc… sono e saranno tutte balle. Siamo in moltissimi a non credere a questa narrativa e saremo sempre di più”. E se non bastasse: “Il peggio deve arrivare ma sarà per i vaccinati e chi gli starà accanto perché saranno contagiosi“. Alcuni provano a replicare chiedendo “ma scusa qual è la fonte? E perché dopo 4 mesi e non prima o più avanti?“.
Scorrendo la chat a ritroso si legge anche di peggio. Chi fa il vaccino da più persone è definito “un idiota”. I politici dei bugiardi e inclini ad piegarsi ai poteri forti senza nomi né cognomi. Spuntano spiegazioni a lettere cubitali, senza nessun appiglio clinico o scientifico, sul come “HANNO AMMAZZATO I PAZIENTI INTUBATI” in Brasile, con tanto di video allegato. “I pazienti vengono sedati e intubati, poi riducono l’apporto di ossigeno lasciandoli soffocare. Ora capisci perché i parenti vengono tenuti lontani dai pazienti? Potrebbero accorgersi della tecnica di assassinio in ospedale”.
L’anno del covid è stato “un anno di dittatura“, una “terza guerra mondiale senza l’uso di armi“. L’Rt è “lo spread dei nostri giorni“. La zona gialla “è in verità la dimostrazione che vogliono la nostra anima“. “Nessun politico o uomo potente si vaccinerà mai“. E se dicono di averlo fatto? “Mentono spudoratamente“.
In questa voragine di anti verità non manca il grafico del grande monopolio (un grande classico), quello delle “dieci grandi aziende” che controllano cibo, bevande, detergenti, cosmetica, igiene, cibo per animali e, indovinate un po’? I vaccini. Dalla Coca cola alla Nestlè, origine di tutti i mali. La pandemia – sostengono – è una strategia subdola per far sì che le grandi industrie del cibo si impossessino di ristoranti, bar, supermercati, negozi ed alberghi. Con una contestuale riduzione delle classi che contano meno.
Quando ho incontrato la parola s-t-e-r-m-i-n-i-o ho dovuto rileggerla una seconda volta, non ci credevo. “Il piano è semplice – scrive una persona attiva nella chat – distruggi, compra e sostituisci con i soldi finti che si creano dal nulla dalle loro banche”. Eh sì, lallallero. Per fortuna, in mezzo a questo delirio, c’è anche qualcuno che con un po’ di sale in zucca respinge al mittente – “ma questa teoria non è vera” – fiumi di messaggi che gridano al complotto e in alcuni casi, purtroppo, negano addirittura che la pandemia sia vera.
“Ci stanno sterminando questi nazisti bastardi quindi chi crede ancora ad una pandemia o è complice o ha problemi mentali seri! In ogni caso andate affanculo covidioti“, scrivono. In effetti, noi poveri covidioti non ci sogniamo di “marciare sul Parlamento“ per “occuparlo” e “per far piazza pulita“. Il filosofo tedesco Emmanuel Kant, sosteneva che “la libertà non consistesse nel fare tutto senza regole ma al contrario avere la determinazione di agire nel rispetto delle condizioni morali riconosciute“. E a noi, covidioti, il banale rispetto delle norme piace, che stupidaggine vero? Come ci piace condividere con tanti bravissimi ristoratori le loro pene, raccontarle, andare a mangiare a pranzo quando c’è la possibilità di farlo, pungolare il Governo quando tarda con i ristori. Rispettiamo le loro legittime proteste ma non di certo questa deriva del “mi hanno detto che”.
Il leitmotiv è sempre lo stesso: tutto è in mano ai “Poteri forti”, “il vaccino ci ucciderà tutti”, “la tecnica del panico è molto usata dai regimi per sottomettere e controllare le masse”. “Avete visto lo sbarco su Marte? Dite che è fake anche quello?”. Vi risparmio il resto.
È tutta qui la protesta? Decine di ristoratori impegnati da settimane a scambiarsi dosi di complottismo e negazionismo, ad aprire nonostante i divieti e gridare alla marcia su Roma? Ci saremmo aspettati molto di più e molto di meglio. La responsabilità, ovviamente, è dei singoli non della categoria. In Italia, come altrove, sono tanti i ristoratori che stanno lottando per sopravvivere senza però essere scorretti né prendendo derive che dio solo sa dove potranno portarci. Ho sempre avuto timore dei complottisti, sono ovunque: nella politica, nell’associazionismo, anche religioso, in ufficio, nel proprio palazzo e, appunto, anche al ristorante. Il complottismo ha un grande appeal, inutile negarlo. Un effetto consolatorio a breve termine che porta i benefici consolatori ma preoccupanti: al posto dell’ansia e dell’incertezza arriva quella che sembra conoscenza. Sembra, perché non è davvero conoscenza. Ne parlava Platone all’inizio del settimo libro de La Repubblica (“Il Mito della caverna”, ricordate?). Non è mai tardi per leggerlo. La frustrazione è comprensibile, ma non si può mettere in discussione tutto in nome di uno scontrino al ristorante.
Scrive una persona nella chat di IoApro: “È più facile ingannare le persone che far credere alle stesse di essere state ingannate, non ricordo chi lo ha detto, ma porcavacca ‘sta frase mi rimbomba in testa ogni giorni”. Ecco, magari è ora di iniziare a farsi qualche domanda. Sia mai che ad essere stati ingannati siate stati voi?