Il 10/10 ha aperto a Milano, in Porta Nuova, il nuovo ristorante-pizzeria di Alessandro Del Piero, la seconda apertura del progetto n10 Restaurant dopo Los Angeles.
In qualche modo bisogna pur investire e la lista dei vip che aprono ristoranti a Milano è infinita. Pensate a The Meatball Family di Abatantuono, il Finger’s Garden di Seedorf o ancora El Gaucho di Zanetti e il Ratanà di Antonio Albanese, giusto per non citare la solita Belén.
L’ultimo è Alessandro Del Piero, che con un gruppo di soci – protagonisti lo chef Corrado Michelazzo, il pizzaiolo Marcello Costanzo e Francesco Tafuro, alla guida del locale – ha puntato sul capoluogo della Lombardia per sbarcare in Italia con il suo progetto n10 Restaurant; un nome che è una garanzia, o almeno, vorrebbe esserlo.
Ambiente e servizio
Il ristorante, che affaccia sul lungo Viale Monte Grappa in zona Porta Nuova, è diviso in due piani dediti a due differenti scopi: sotto la cucina, focalizzata sul concetto di “boccone”, di condivisione di più piatti tratti dalla cucina italiana con qualche tocco asiatico, e sopra l’area adibita alla pizza.
Un locale luminoso, molto curato: dominano le tonalità di grigio, l’eleganza anni ’70 e un vago effetto mausoleo ultimamente in voga. In entrambi i piani la cucina è spaziosa e a vista, con annesso il bancone per la preparazione di cocktail e bevande.
Dalla vetrata che separa la sala dal piccolo regno di Marcello Costanzo spicca l’imponente Neapolis 510 °C della Moretti Forni, che ben si sposa con l’eleganza dell’ambiente, così come il servizio, molto rapido, preciso e cordiale, senza mai mostrarsi impersonale, un difetto che ormai tendo a notare troppo spesso.
Menu e prezzi
Come avrete sicuramente capito, la recensione di oggi si riferisce solamente alla pizzeria.
L’offerta si compone di 22 scelte tra 16 pizze, 2 focacce e 4 piadine; i prezzi sono leggermente più alti rispetto alla media milanese.
Si va dalla Bufala (la pizza più semplice) a 10 euro, preparata con passata Flagella, fiordilatte, bufala e basilico, fino ad arrivare alla Tonno da 15 euro, con tonno scottato, semi di papavero, fiordilatte, cipolla di Tropea caramellata e datterino giallo Flagella.
Una selezione varia ma mai troppo spinta ed elaborata; pizze di ispirazione “semplice” (occhio, ho detto semplice, non banale) ma riscritta cercando la qualità nelle farciture, con qualche tocco di personalità.
Imbarazzante la selezione di birre, limitata a quattro referenze da supermercato: buttatevi sul vino.
La pizza di N10 Milano
Una tonda classica, taglia M, cotta nel Moretti elettrico a 350 °C e preparata con un mix di farine macinate a pietra, tutti dettagli che il pizzaiolo stesso si è premurato di spiegarci a fine pasto. Una peculiarità abbastanza atipica ma molto gradita (almeno per me), per cercare di trasmettere al pubblico la filosofia che caratterizza la propria pizza.
Non è napoletana, non è gourmet, è classica.
L’effetto alla vista, diciamocelo, non è proprio il massimo: un cornicione al limite tra il croccante e il biscottato, in alcuni punti anche fin troppo secco. La cottura sotto ben eseguita, ma non posso fare a meno di esprimere forti dubbi sull’idea di servire il tutto su un piatto in metallo, che rischia di raffreddare velocemente la pietanza.
L’assaggio è andato decisamente meglio.
La pizza è leggera, ben asciutta, costante dall’inizio alla fine; purtroppo la poca uniformità di cottura rischia di compromettere l’esperienza finale.
A elevare il tutto ci pensa la farcitura, che merita una lode per l’abbinamento di ingredienti di qualità e per la ricerca di equilibrio sia nei sapori che nei quantitativi.
Ho assaggiato la Speck, con speck altoatesino, fiordilatte, rucola, tomino piemontese e qualche noce.
Buona, semplice ma profumata; l’aggiunta della noce fa parte di una delle tante “prese di libertà” di Costanzo, che varia le ricette sul menu anche a seconda della stagione.
Ho provato anche la Formaggi, con fiordilatte, cacio cavallo Podolico, parmigiano reggiano 24 mesi vacche rosse, ricotta di bufala, tomino piemontese e cialda di parmigiano alla salvia.
La cosa sorprendente è che nonostante il quantitativo di formaggi non si è mostrata pesante o troppo carica, ogni componente rivestiva il suo ruolo accompagnando il resto dei protagonisti.
Ma la ciliegina sulla torta è stata la Verdure, una pizza preparata con i vegetali di stagione (tra cui mancava all’appello quindi zucchina, melanzane e sedano rapa), fatta con fiordilatte, mozzarella di bufala affumicata, zucca, datterino giallo Flagella, cavolo viola, pomodori semisecchi e a crudo finocchi e basilico.
Finalmente una pizza diversa alle verdure, con il condimento in ogni fetta, profumatissima e completa tra le note affumicate e sapide della mozzarella, la dolcezza del pomodorino e della zucca, il gusto pieno dei pomodori semisecchi e l’amarognolo di cavolo e finocchi.
Farcitura promossa a pieni voti.
Capitolo dolci, un tiramisù senza infamia e senza lode, come tanti se ne trovano.
Insomma, la pizza di Alessandro Del Piero è brutta ma buona.
Deve essere un’epidemia che si diffonde tra i vip, pensate alla pizza di Cracco: prendi un bravo panificatore e gli dici “fai la pizza per me, a Milano, ma falla brutta, brutta brutta brutta, e ciononostante buona.”
Informazioni
n°10 Milano
Indirizzo: Viale Monte Grappa 10, Milano
Numero di telefono: 342 870 1638
Orari di apertura: Da Lunedì a Domenica dalle 12.00 alla 1.00
Sito Web: n10milano.it
Tipo di cucina: pizza gourmet, piatti italiani e asiatici
Ambiente: curato
Servizio: preciso, rapido e cordiale