Se umiltà significa indossare con noncuranza una dozzinale T-shirt verde salvia, una compiaciuta faccia da nerd che manco Bill Gates da giovane, e scarpe da tennis d’ordinanza anche quando vai a mangiare all’Osteria Francescana, miglior ristorante del mondo all’ultimo 50Best Restaurant, allora ha ragione Massimo Bottura quando twitta che “Amo il mio lavoro, soprattutto quando incontro gente speciale che ha cambiato il mondo rimanendo umile e gentile”.
Se invece umiltà significa prenotare come tutti i (relativamente) poveri poveri cristi che per sedersi a un tavolo della detta Osteria devono farsi qualche mese di sana attesa, allora forse Mark Zuckerberg, per quanto in maglietta e bermuda, non ne incarna esattamente il classico campione.
Il 32enne fondatore di Facebook in questi giorni è stato in Italia con la moglie per assistere al matrimonio di Daniel Ek, suo amico e fondatore di piattaforme quali Spotify, che si è celebrato sul lago di Como, luogo secondo, in quanto a umiltà, soltanto a Milano Marittima.
E trovandosi nella necessità, come tutti i comuni mortali, di dover mangiare un boccone, ha pensato bene di infilarsi nella prima osteria che, a Modena, gli è capitata a tiro: l’Osteria Francescana di Massimo Bottura, appunto.
(Ma attenzione, lo chef modenese, incalzato dai malfidati lettori di Dissapore, ha precisato su Twitter che Zuckerberg e signora, o chi per loro, aveva prenotato il tavolo già da quattro mesi)
@paperacuriosa @dissapore @loscornetteros no 4
— massimobottura (@massimobottura) August 29, 2016
Non sono mancate le polemiche anche in merito all’annuncio di Zuckerberg di voler donare, per i terremotati del centro Italia, la somma di 500.00 euro, non in denaro ma in pubblicità su Facebook, iniziativa da molti ritenuta strumentale ed inopportuna; una donazione in beni o denaro sarebbe stata più gradita.
Ma in questa sua vacanza italiana, pare che il cibo abbia avuto senza dubbio un posto di rilievo.
Infatti, il nostro non solo si è concesso un pasto nel miglior ristorante del mondo, per la gioia sua e di tutta la brigata di cucina, chef compreso, che non si è certo lasciata sfuggire l’occasione di scattarsi tonnellate di selfie con volti felici e sorridenti.
(E dove avrà forse conversato con Bottura e signora dei progetti di sostenibilità portati avanti con la loro fondazione “Food for soul” –che ha anche curato l’organizzazione di “RefettoRio”, iniziativa gemella del Refettorio Ambrosiano di Expo in terra brasiliana, dove grandi chef internazionali hanno cucinato per i senzatetto del luogo servendosi delle eccedenze alimentari olimpiche)
Ma ha anche voluto recarsi all’Acetaia “Villa San Donnino” una delle storiche acetaie a conduzione familiare in cui da generazioni si produce uno tra i migliori aceti balsamici tradizionali in commercio:
«Mi ha chiamato il suo autista avvisandomi all’improvviso che alle 15.30 sarebbe arrivato Zuckerberg. Aprirgli le porte dell’acetaia è stato un onore, e abbiamo parlato un po’ di tutto –racconta Davide Lonardi, proprietario dell’Acetaia.
Gli ho spiegato come Modena precedentemente non fosse una meta turistica –continua Lonardi– poi i motori, Ferrari, Maserati, Pagani e ovviamente i nostri big come Pavarotti e Bottura, l’hanno resa celebre nel mondo. Lui era era affascinato».
Anche Lonardi è rimasto a sua volta entusiasmato dalla semplicità e dall’umiltà del nostro, rimarcando l’abbigliamento casual e informale di Zuckerberg e signora.
Il giovane fondatore del nostro social preferito, inoltre, pare sia rimasto estasiato degustando il “raffinato extravecchio”, e ha terminato la sua visita con un assaggio di gelato alla vaniglia ricoperto di balsamico tradizionale, ovviamente offerto dalla ditta.
Infine, il giovane magnate –nono uomo più ricco del mondo, lo ricordiamo– si è gustato un espresso in un locale modenese, il Menomoka.
“Un ragazzo semplicissimo e davvero educato e gentile –racconta Matteo Arseni co-proprietario del locale con Antonio Cometa– quando ci ha ordinato un espresso, sul primo momento abbiamo pensato a un turista straniero, poi il suo viso familiare ha iniziato a farci dubitare: solo dopo qualche secondo abbiamo realizzato chi fosse il nostro cliente.
E’ stato qui un’oretta, a sedere in uno dei nostri tavolini – continua Arseni – ha bevuto il suo caffè con la moglie e poi ha tirato fuori il portatile e ha scritto per un po’».
Anche qui, ovviamente, il nostro ha lasciato una scia di devozione tale da far scrivere testualmente agli entusiasti titolari del locale queste parole, a caratteri cubitali :
“INCREDIBILE….ABBIAMO APPENA AVUTO L’ONORE DI SERVIRE UN ESPRESSO A QUESTO SIGNORE DI CUI ORA NON RICORDIAMO IL NOME, POICHÉ SIAMO PRESI A CONSERVARE LA SUA UNICA STRETTA DI MANO”.
Un po’ come facevano le nostre nonne con il Papa.
Dopodiché Zuck si è diretto con soli due minivan Mercedes carichi di personale di sicurezza e con tanto di vetri oscurati, a mangiare mestamente un parco boccone in una delle più umili osterie di Modena.
Mentre noi invece, alteri e tracotanti, siamo ancora qui in lista d’attesa.
[Crediti | Link: La Gazzetta di Modena, Instagram, Facebook, Dissapore. Immagini: Il Resto del Carlino]