Può darsi che ci sia della della patologia della psiche nell’attraversare l’Italia e anche l’Europa per provare i piatti di un cuoco. O peggio, nel programmare le vacanze in base ai ristoranti stellati da provare, che l’appennino modenese non è poi questo granché però –vuoi mettere– puoi andare e volendo anche tornare da Bottura (a patto di aver prenotato per tempo e risparmiato un bel gruzzolo).
Poi, capitolo a parte, ci sono i vip.
E anche nella presenza di belli/ricchi/famosi l’Osteria Francescana non è seconda a nessuno.
Per dire, l’altro giorno dal profilo Instagram di Massimo Bottura spunta fuori questa foto con Robert De Niro. Si vede l’attore americano che, atteggiamento amichevole e assorto, osserva il menu accanto al nostro, direttamente nelle cucine del ristorante.
L’Emilia non è certo sconosciuta all’attore americano, fin dai tempi di Novecento, il film di Bernardo Bertolucci, e neanche settori come accoglienza e ristorazione considerati gli hotel e i ristoranti che l’attore possiede a New York, nel quartiere Tribeca.
Così, approfittando di una vacanza con la famiglia, ecco Robert De Niro all’Osteria Francescana, accolto personalmente all’ingresso da Bottura anche per parlare di un progetto particolare.
Lo chef modenese ha da poco dato vita a Food for Soul, organizzazione non-profit con cui s’impegna a contrastare lo spreco alimentare e la fame.
Il primo progetto è stato Refettorio Ambrosiano, aperto a Milano in occasione di Expo 2015. Poi è stata la volta della Mensa dell’Antoniano a Bologna. Da considerare una sua naturale evoluzione Refetto-Rio che verrà aperto a giorni in Rua da Lapa 108, a Rio de Janeiro, in Brasile, dove stanno per iniziare i 31esimi Giochi Olimpici.
Compito di Refetto-Rio sarà recuperare il cibo che altrimenti andrebbe sprecato nel Villaggio Olimpico, e diventare dopo la conclusione delle olimpiadi un solido punto di riferimento per i bisognosi della zona.
Nella visita di Robert De Niro all’Osteria Francescana c’è stato tempo per approfondire un’idea comune, ovvero l’apertura entro il 207 di un terzo Refettorio, questa volta a New York, nel quartiere Bronx.
E’ notizia di questi giorni che negli Stati Uniti si butti il 50% del cibo a causa degli irrealistici standard estetici richiesti dai venditori.
[Crediti | Link: Dissapore, Il Resto del Carlino, Eater, Repubblica]