Dopo avervi raccontato il rinnovato Caffè Quadri della famiglia Alajmo a Venezia; il Noma, che Rene Redzepi ha trasferito in un diverso quartiere di Copenhagen, rifacendolo da cima a fondo; la mutazione genetica del ristorante di Carlo Cracco, anche questo trasferito da via Hugo alla estesa collocazione della Galleria Vittorio Emanuele a Milano, è la volta —la prima volta— di un ristorante completamente nuovo: Tipografia alimentare. Vi avviso, state per leggere una recensione anticonvenzionale.
Non solo nuovo, anche singolare per il ruolo inedito che intende giocare, quello di un hub del cibo, una rete diretta tra produttore e consumatore.
Abbiamo chiesto di raccontarvi Tipografia Alimentare a Martina Miccione, socia del nuovo locale milanese aperto lungo il Naviglio della Martesana, all’angolo tra via Dolomiti e via Bertelli, nella zona di Piazzale Loreto, che al pari di altre a Milano, vive una fase di trasfigurazione, più che un semplice cambiamento.
Tipografia Alimentare
Bar – bistrot di comfort semplice
Tipografia Alimentare nasce per uno di quei tanti casi della vita, da un giorno all’altro. Carla, mia mamma, a dicembre 2016 decide di lasciare dopo trent’anni il suo lavoro da giornalista e intraprendere una nuova vita.
Proprio in quel momento io e Mattia, il mio ragazzo, facciamo ritorno dalla Norvegia, dove avevamo lavorato qualche mese dopo aver concluso il corso di laurea a Pollenzo, all’Università di Scienze Gastronomiche.
Come molti nostri coetanei, affetti dal trauma della troppa libertà di scelta, non avevamo le idee molto chiare su quello che volevamo fare. Un master in biologia marina? Vancouver? Forse meglio la Nuova Zelanda? Grafica e cibo?
I piani non sono atterrati a Vancouver e Mattia non ha ancora preso una laurea in biologia marina.
Certo, era chiaro a tutti che la nostra passione per buon vino e buon cibo non poteva che essere al centro delle nostre vite. Mai stanchi di assaggiare, osservare e parlare di cibo, stavamo valutando una serie di possibilità che avessero a che fare con il “bere” e il “mangiare” (per lavoro, si intende!).
Ma per tornare ai casi della vita: Carla ci propone di entrare in società (Mattia è cuoco e io ho sempre amato il lavoro in sala) e creare insieme un luogo di condivisione, che potesse includere tutto ciò che amiamo di più.
Insomma, Tipografia Alimentare nasce così, da un intreccio di vite, di casi e di sogni. Il nome lo racconta: “Tipografia”, il richiamo al mondo di mia madre, della carta stampata e del racconto e “Alimentare”, il nostro universo e passione.
Così, a marzo 2017 parte ufficialmente l’avventura: le folli ricerche del locale, il prestito in banca, i viaggi per l’Italia a scoprire i produttori che avrebbero poi costituito le fondamenta di Tipografia Alimentare.
A maggio, finalmente, la svolta. Troviamo il locale: 170 mq totali con sette grandi vetrine su strada. E ce ne innamoriamo. Siamo sul corso della Martesana, Naviglio storico di Milano, di fronte a un ponte in pietra in via Dolomiti 1. Uno di quei luoghi di Milano che ti sorprende, perché è rimasto così, autentico e reale, nella sua storica semplicità.
Progettiamo, allestiamo, acquistiamo, cerchiamo, troviamo, carteggiamo, lavoriamo e ci stressiamo. Nonostante i lavori appaiano infiniti, il tempo vola, gli amici sono tanti e la lunga lista di cose da fare appesa al muro diventa sempre più sottile, finché eccoci: anno nuovo, vita nuova, il 20 di gennaio si apre!
Ora conoscete la via che ci ha portato fino a qui.
Ma che cosa è Tipografia Alimentare? Noi gli abbiamo messo un sottotitolo: “Food Hub – Caffè – Vino”.
Food Hub: un luogo di incontri (ogni giovedì c’è un produttore), progetti, scoperta, creatività e confronto. Per sviluppare una rete, tra noi, i produttori agroalimentari, i consumatori finali e gli attori del mondo del cibo. Food Hub vuole essere uno spazio fisico che dà voce e attenzione alle micro produzioni di qualità.
I nostri criteri di scelta dei produttori sono molto semplici: qualità sensoriale (buono, buonissimo, strepitoso), etica e sostenibilità ambientale/umana della produzione agroalimentare (ben oltre il semplice “bio”) e filiera cristallina (non necessariamente a km0 perché se volete bere una spremuta, le arance lombarde non sono le più saporite).
Questi criteri si applicano al cibo così come al vino (chiamiamolo “naturale”, o come preferite voi). In un Food Hub si sperimenta e si scopre, ma si mangia e si beve, anche.
Così torniamo al Caffè, inteso come bistrot e luogo di ristoro, ma anche come prodotto in sé: non solo espresso ma (a brevissimo) anche caffè filtro, monorigine e specialty, per scoprire le sue diverse personalità.
E poi c’è il Vino, scelto in Italia e non solo, selezionato (e assaggiato) accuratamente. Ad oggi 120 etichette, ma siamo in crescita…
La sera proponiamo taglieri di salumi e formaggi artigianali, verdure di stagione fermentate e i nostri “crostoni conditi”, ogni giorno diversi.
Da non perdere la cucina di Mattia (sì, lo so, io sono imparziale, ma si mangia davvero bene): tutti i giorni a pranzo apriamo il nostro laboratorio e cambiamo il menù almeno una volta alla settimana.
Poca trasformazione del prodotto, breve lista di ingredienti, per arrivare ad assaggiare piatti semplici e diretti, che prediligono esclusivamente la materia prima.
Che altro dire? Ci vediamo da TipA!
Informazioni utili
Sette vetrine a pochi metri a piedi dalle fermate Gorla e Turro della linea rossa della metropolitana milanese, Tipografia Alimentare, che è insieme un caffè, un bistrot e posto dove degustare e comprare vini naturali o una selezione di prodotti artigianali di 150 aziende italiane, è aperto tutti i giorni eccetto il martedì dalle 8:30 alle 22.
È possibile fare colazione, assaggiare i piatti della cucina aperta fino alle 15, fermarsi per una merenda e all’ora dell’aperitivo gustare formaggi, salumi, vini e ottimi crostoni con pastrami, senape alle mele e “stratto”, il pomodoro estratto alla siciliana. La sera la cucina è chiusa.
Il menu cambia più volte a settimana, se li trovate in carta provate: Tagliatelle di sedano rapa e bottarga, Salmerino in agro, cavolo, lattuga e erbe aromatiche o la Pizza di patate della zia Pussy.
Tavoli di castagno e ambiente di atmosfera nordeuropea con wi-fi gratuito, TipA mette la sala eventi del locale (l’altra ospita banconi e tavoli) a disposizione degli artigiani di cibo e vino ogni giovedì, organizzando per loro laboratori e incontri con altri ristoratori.
Prezzi accessibili in tutte le situazioni del giorno, per una cena di tre portate si spendono 35/40 euro.