Lo sapevate che il salmone non era un pesce da sushi? Il suo veloce degrado, infatti, non gli permetteva una conservazione troppo lunga, almeno fino alla diffusione dei refrigeratori: è solo da quel momento che i giapponesi hanno iniziato a mangiarlo come sushi.
E poi, voi che di sushi quasi ci vivete, lo sapete vero che l’abbinamento ideale non è con il sakè, ma con tè verde o birra?
E non vi sarà nemmeno sfuggito che i pesci congelati appena pescati sono migliori e non, come si crede, peggiori di quelli freschi e non surgelati all’origine (la carne è più soda, e ne acquista anche in sapore).
Tutto questo per dire che i falsi miti sul sushi (che tra l’altro non significa pesce crudo come molti sostengono, ma se ne cerca ancora l’origine etimologica) si sprecano alle nostre latitudini.
Accade persino che a Milano, indiscusso tempio del sushi in terra italica fin dai suoi albori occidentali, ci sia ancora qualcuno che crede che la salsa di soia sia indispensabile per mangiare del sushi.
E no, cari milanesi che avete trasformato il piatto nipponico nel vostro gastro-feticcio etnico, sappiate che la salsa di soia andrebbe diluita in un infuso di nome nikiri realizzato con brodo, sakè e altri ingredienti messi a bollire.
E’ ora di fare il passo decisivo: basta con l’approssimazione, vediamo di trasformarci in mangiatori di sushi livello PRO, per sfatare i miti, allenare il palato seriamente.
Per fare questo sono necessari tre passaggi fondamentali:
1. Scegliere il ristorante giusto, con un grado di verosimiglianza al cibo originale alto.
2. Fare i compiti a casa ordinando sushi a domicilio, molto più spesso di quanto già lo stiate facendo.
3. Ordinare su Amazon qualche compendio enciclopedico che vi aiuti a carpire tutti i segreti dell’argomento.
Andiamo con ordine:
PUNTO 1
Scegliere un ristorante per il sushi a Milano è cosa semplice (ce ne sono tantissimi), ma anche difficile (quale? come trovo quello buono, giusto e “verace”?).
Vi diamo una dritta, visto che qualcuno lo conosciamo. Il Yokohama è un buon punto di partenza.
Innanzitutto il cibo: il sushi è sushi vero, e non è poco. Poi c’è tutto il resto, uno stile che mescola tradizione e creatività contemporanea.
Poi metteteci anche la quota fashion, che a Milano è imprescindibile: il locale è molto carino, coi toni scuri che lo rendono elegante, un angolo tatami che vi costringerà a mangiare davvero come fanno i giapponesi.
E poi c’è lei, la Rosy: una sorta di lady di ferro della sala, una forza della natura che vi infonderà la tranquillità di essere arrivati nel posto giusto.
Non siate timidi: ventresca di tonno, piovra, ricciola, branzino. Non ne dimenticate nemmeno uno, più ne assaggiate, prima passate di livello.
PUNTO 2
Non si può ordinare cibo giapponese a casa e poi scoprire che la salsa di soia si è ribaltata nel tragitto, o che il sushi si è rovinosamente sfracellato per una curva presa alla Raikkonen.
So che non vi siete mai posti il problema di “chi” consegna, ma ricordate che questo è un esperimento di categoria PRO, dove nulla viene lasciato al caso.
Allora, per capirci, si ordina online. Ad esempio per ordinare sushi del Ristorante Yokohama si va qui: con il nostro partner Foodora, servizio per la consegna a domicilio di piatti gourmet, il recapito avviene in mezzora (non 35 minuti, abbiamo detto mezzora), tutto è al suo posto, tutto bene quel che finisce bene.
Da vedere tra l’altro Foodoracle, la webserie realizzata da Foodora per valorizzare le realtà culinarie europee, e raccontare le storie di 11 dei migliori ristoranti attraverso l’intervista con lo chef che crea ogni giorno ricette gourmet.
A questo punto siete in grado di allestire il vostro tinello come se fosse un mini-attico di Tokyo e degustare il vostro sushi.
A casa potreste coglierne sfumature diverse, e non vergognarvi del vostro grado di “uso bacchette”. Dateci dentro, e magari infilateci anche qualche pausa pranzo in ufficio, tanto consegnano ovunque.
PUNTO 3
Allenare il palato è fondamentale, ma non dimenticate mai che poi ci vuole anche un po’ di teoria, non fosse che per snocciolare agli amici qualche nozione da professionista.
Non sbagliate se vi affidate al decano del sushi per antonomasia: Jiro Ono. Una figura quasi mitologica, il più anziano stellato Michelin di sempre (e le stelle sono tre stelle, tanto per dire), un’esperienza lunghissima e costellata di successi. Insomma, un mito.
Di quest’uomo dovete conoscere a menadito parole, opere e perfino le omissioni.
Quindi non potete avanzare di livello se non avete in caso il suo Sushi Handbook, volendo potete anche tenerlo sul comodino e dargli un’occhiata prima di dormire. A parte gli scherzi, credo sia uno dei compendi più autorevoli e completi sull’argomento del sushi.
Tutto chiaro? Tra un paio di mesi vi interroghiamo eh!