Va bene, ad agosto abbiamo visto persone che si scompensavano per le temperature roventi sciogliendosi senza dignità in canotte acriliche o affondando i tacchi nell’asfalto fuso.
Ma per fortuna Expo non era una gara di look, e le sue vicende sono coincise con l’apertura di tanti ristoranti, l’arrivo in città di cuochi vecchi e nuovi, l’incedere martellante di eventi culinari: tutte cose per noi molto interessanti.
Sì, ma i prezzi? Adeguati di conseguenza (traduzione: ritoccati verso l’alto).
E dunque cosa resta oggi della grandeur di Expo al milanese che va al ristorante più per reale passione che per moda, solo prezzi alti? Solo un rapporto qualità prezzo da gastrofighetto tutto eventi e Pisco-sour, tutto carta platinum e snobberia?
Calma, nulla è perduto.
Oggi vi segnaliamo 10 mosche bianche, 10 ristoranti che valgono (quasi) tutti quello che chiedono (ma i non milanesi non ridano sotto i baffi per i prezzi comunque poco low cost).
E li abbiamo già divisi per tipo di cucina: cosa potete chiedere di più?
1. Giapponese: Poporoya
Certo, a qualcosa bisogna rinunciare. Allora voi non badate alla coda fuori dal locale, alle sedute scomode o al servizio sbrigativo. Focalizzatevi sui piatti della cucina tradizionale giapponese preparati da Shiro (Milo non c’entra), chef giapponese autentico, in un posticino intimo che sembra sradicato da una viuzza secondaria di Tokyo e trapiantato a Milano.
E’ buono tutto: sushi, maki, sashimi, magari non troppo fantasioso ma equilibrio dei sapori e sostanza non mancano mai. La prima volta che siete lì provate il chirashi, da solo sostituisce un pasto ed è squisito.
Difficile spendere più di 25/30 euro per una cena o pranzo completo.
2. Hamburger: Burbee
Dopo “che tempo fa” è la domanda più gettonata: qual è l’hamburger migliore della città? Per fortuna le alternative non mancano, chi può saperlo meglio di voi lettori di Dissapore, ma dovendo indicare il rapporto qualità / prezzo migliore i dubbi sono pochi: Burbee.
Locale mini, praticamente d’asporto. E però le succulente polpette da 175 grammi in pura carne di angus irlandese racchiuse dentro il pane artigianale appetitoso e croccante sono una delizia. Menu alla mano ancora di più: per l’hamburger classico si parte da 6,50€. Poco più di un Big Mac.
3. Cinese: Lon Fon
E’ un ristorante cinese atipico, che ha rinunciato al folclore orientaleggiante in favore di un ambiente sobrio, e trasmette un’immagine autentica della cucina cinese. Gli avventori si sdilinquiscono per i famosi ravioli preparati ogni mattina – alla griglia come al vapore. In pratica tutte le portate del menu hanno sapori più netti rispetto all’equivalente altrove in città.
Tutto questo ha un prezzo, certo, attorno ai 30 euro bevande escluse, ma credeteci, è il classico caso in cui il gioco vale la candela.
4. Africano: Warsa
Proprio dietro a Corso Buenos Aires, zona di ristoranti etnici, si trova l’eritreo migliore della città: Warsa. Ambiente gradevole e servizio molto professionale.
La specialità è lo zighinì, forse il più conosciuto dei piatti africani, uno spezzatino piccante composto da carne tagliata a pezzetti e insaporita con cipolla, pomodoro e berberè, che può essere di agnello, pollo o manzo, servita su uno strato di pane sottile e spugnoso chiamato injera usato al posto delle posate. Ottima anche la versione di pesce.
Con l’aggiunta di antipasto, dolce e bevande il conto non supera i 30 euro.
5. Indiano: Serendib
Se la batte con Shiva, degno concorrente, e vince sul filo di lana Serendib.
Premiato per essere uno dei primi ristoranti che a Milano ha trasmesso un’immagine dell’India più autentica, in un ambiente meno improvvisato rispetto alla concorrenza. Contano anche i piatti ovviamente, protagonista principale la cucina dello Sri Lanka, con riso e curry in grande evidenza.
Il conto non supera i 25/30 euro senza bevande.
6. Bistrot: Trippa
La bistronomia lascia il segno anche a Milano che si è riempita di locali dall’ottima cucina con caratteristiche simili: piccoli spazi, piccoli menù, piccola cantina, prezzi di conseguenza.
Spice, Esco, Rebelot del Pont, Pisacco, Cafè Gorille sono tutti meritevoli di citazione nella rincorsa al titolo di miglior rapporto qualità / prezzo della categoria.
La scelta cade però su Trippa (ma Spice ha venduto cara la pelle) per l’impegno anche progettuale di proporre una versione aggiornata della classica moderna meneghina, solida e poco fighetta, con una proposta di cucina coerente e priva di sbavature.
Che non si paga più di 30/35 euro, bevande escluse.
7. Cucina Tradizionale Rivisitata: La Cucina dei Frigoriferi Milanesi
Zona abbastanza arida gastronomicamente parlando, siamo in quello che un tempo era il Palazzo del Ghiaccio. Qui, la stessa proprietà della vicina Trattoria del Nuovo Macello ha rilevato La Cucina dei Frigoriferi Milanesi, impostando una gestione sapiente basata su una cucina tradizionale semplificata e alleggerita.
Interessanti le portate tutte a 16 euro (6 euro i dessert), con la possibilità di comporre liberamente il proprio menu da 2 piatti a 28 euro o da 2 piatti più dolce a 33 euro o da 3 piatti a 37 euro. Un modo piacevole, in tutti i sensi, di venire incontro al cliente.
8. Alta Cucina: Spazio Milano
Una della novità più gradite dell’anno, il format ristorante-scuola inventato dallo chef Niko Romito a Castel di Sangro in Abruzzo, stessa sede del ristorante stellato Reale, poi esportato a Roma, Napoli e all’interno del piacevole Mercato del Duomo.
Sensi subito appagati dal posto, di un’eleganza moderna non ostentata, con 3 sale che si affacciano sulla cucina, sul Duomo o sulla Galleria.
Solo soddisfazioni dalla cucina gestita con entusiasmo e professionalità dai ragazzi diplomati alla scuola professionale Niko Romito Formazione, organizzata intorno a ingredienti semplici combinati e cucinati con fantasia e grande tecnica.
Ciliegina sulla torta i prezzi, che vanno dai 14 ai 17 euro per i piatti principali e dai 10 agli 11 euro per i dessert. La cucina con il miglior rapporto qualità / prezzo della città? Probabilmente sì.
9. Trattoria: Antica Trattoria Galeria
Novità bella in tutti i sensi, ancora non del tutto metabolizzata dagli estimatori della cucina milanese.
Ambiente super, con le grosse travi di legno al soffitto, le pareti di mattoni vivi, il bancone imponente e gli oggetti di modernariato disseminati con amabile distacco praticamente ovunque. Gradevole il cortile, scudo al caos cittadino davvero ben congegnato.
Meritevole di segnalazione il rapporto qualità / prezzo: piatti principali tra 10 e 18 euro e un lodevole menu milanese da 3 portate con bicchiere di vino a 25 euro.
10. Pizza: Dry
La scena milanese è spaccata in 2. Saremo anche un po’ brutali, ma in città si trovano da una parte pizze dozzinali a prezzi contenuti, dall’altra pochi locali che lavorano ottime materie prime, praticano lunghe lievitazioni, infornano con attenzione. Ma a che prezzi!
Se si vuole mantenere il livello accettabile senza svenarsi la scelta cade su Dry, cocktail bar – pizzeria con lo chef Andrea Berton tra i soci, un’offerta di pizza curata, arricchita da ingredienti di pregio e richiami allo stile napoletano.
Capitolo prezzi: si parte da 8 euro per una Margherita o da 9 euro per una pizza con mozzarella di bufala. Prezzi tutto sommato possibili tenendo conto del contesto.
E voi, non milanesi, evitate di ridere sotto i baffi, se riuscite.