Se c’è un parco giochi per foodie in Italia, è indubbiamente Milano. Seguire inaugurazioni e chiusure, discernere tra progetti più interessanti (e concreti) e più effimeri, ristrutturazioni e spin-off, è un lavoro arduo e prossimo all’infinito. Abbiamo quindi pensato ad una guida ragionata delle nuove aperture meneghine, in un inizio 2024 che parte veramente col botto: non mancano nomi altisonanti di veterani della ristorazione, talenti internazionali del fine dining, vegetariani che farebbero gola a qualsiasi carnivoro e pure appassionate citazioni di comicità surreale.
Varrone Pizza – De Angeli
La scena della pizza milanese non è mai avara di novità, e l’inizio dell’anno ha visto due nomi grossi della ristorazione meneghina buttarsi della mischia. Il primo in ordine cronologico è Massimo Minutelli, imprenditore patron de La Griglia di Varrone, che a gennaio ha inaugurato il suo spin-off dedicato alla pizza. Locale dal colpo d’occhio sorprendente, dominato dal rosso acceso, e una scelta sulle pizze votata alla comprensibilità e alla concretezza. Materie prime in evidenza, forno elettrico (evviva), un’intera sezione del menù dedicata alle margherite e una ai “grandi salumi”, dal prosciutto bazzone della Garfagnana al Chorizo, con prezzi dagli 8€ per la marinara ai 18€.
Ultra – Porta Romana
Altro nome noto a voler dire la sua sul disco di pasta più amato è Dom Carella, bartender internazionale e mente dietro Ca-Ri-Co in via Savona, che ha unito le forze con Fabrizio Margherita, già proprietario della pizzeria Vurria, sempre a Milano, per inaugurare proprio in questi giorni la nuova creatura, battezzata Ultra, che nelle intenzioni si pone già come replicabile, anche all’estero. La scelta delle pizze, affiancante da una piccola cucina, si divide in classiche (9-22€) e signature (15-20€), decisamente gastronomiche: se tra kimchi, anguilla affumicata, ossobuco o manzo alla Wellington non troverete il vostro topping, provate con la “drogheria”, dove potrete scegliere i vostri ingredienti “di rinforzo”, accompagnando il tutto con una selezione di drink amplissima, con un giusto focus anche sull’analcolico.
Nobuya – Cadorna
Finalmente è arrivato il momento dell’apertura “solista” di Niimori Nobuya, cuoco che da sempre nutre grande passione per l’Italia, maturata già in terra natìa e poi sviluppata qui da noi in cucine importanti come quelle della Madonnina del Pescatore e del Don Carlos, e ormai da considerarsi un veterano del capoluogo lombardo, dopo le apprezzatissime esperienze da chef di Armani Nobu e Sushi B. Esperienze tutte ben in evidenza nel suo nuovo “Nobuya”, locale si pone da subito nei primissimi posti tra i giaponesi del capoluogo, e che mira evidentemente a riconoscimenti importanti. Due gli oamakase, menù degustazione a discrezione dello chef, 120€ per otto portate, o 100€ per il vegetariano.
Osteria La Semivuota – Porta Nuova
Se siete tra quelli che hanno derubricato questa apertura in zona Porta Nuova come a un folkloristico progetto nostalgia per una serata all’insegna di battute e citazioni di Pozzetto, allora siete proprio dei cretini. Intendiamoci, L’Osteria La Semivuota è tutto questo, ma l’attenzione riposta per ricostruire l’ambientazione della mitologica scena di “Io tigro, tu tigri, egli tigra”, poster del duplicatore automatico incluso, è la stessa profusa nella proposta gastronomica, fatta di puro comfort meneghino. Busecca, mondeghili, bruscitt, risotto giallo, ossobuco e cotoletta, non manca niente, si mangia bene e a prezzi che a Milano si incontrano ormai raramente.
Osteria di Brera – Brera
Riapre questa dopo qualche anno questa amata insegna milanese: siamo -ovviamente- in pieno quartiere Brera, poco distanti dalla storica sede di via Fiori Chiari in cui l’osteria è stata fondata nel 2010, sempre a due passi dalla pinacoteca. I nuovi spazi creano un’atmosfera informale e sono ricchi di dettagli coloratissimi, e la proposta vede sempre il pescato come grande protagonista, tra selezioni di ostriche, crudi, e plateau enciclopedici.
PAS – Itinerante
Eugenio Roncoroni è stato il responsabile, in tempi decisamente non sospetti, dell’invasione milanese dell’hamburger gourmet -chiamiamolo così- col suo Al Mercato. La sua è una cucina figlia dell’ottica gastronomica globale acquisita nelle esperienze americane, e della grande tecnica europea appresa da grandi maestri come Sergio Mei e Claudio Sadler, sempre golosa, intensa e autentica. Ci si aspetta quindi molto dalla sua svolta veg del suo nuovissimo “PAS – a vegetarian trip”, insegna itinerante (per il momento) che a bordo della Veggyvore Bike Porta in giro per Milano una proposta che sulla carta non vuole proprio far sentire la mancanza delle proteine animali: pulled pork (12,50€), pepperoni pizza (11,00), chicken Korea (12€)… Roncoroni come suo solito dimostra visione e apertura mentale anche nell’approccio ai prodotti plant based. Per sapere dove e quando trovare PAS, seguite gli aggiornamenti sui social.
Rosticceria Palazzi – Porta Venezia
“Dal 1992 rosticceria buona senza troppe menate”, così si presenta questa storica rosticceria di quartiere, gestita per 30 anni coma attività di famiglia e ora passata ad un team di soci-amici certo non agli esordi nel mondo food: ci sono Marco Magnocavallo e Juliette Bellavita, fondatori di Tannico che dopo l’acquisizione da parte di Campari e Moët avevano evidentemente voglia di un negozio “tangibile”, e c’è Matias Perdomo di Contraste coi suoi fidati scudieri Simon Press e Thomas Piras, mai timidi quando si tratta di sperimentare con nuove aperture, e che aveva trovato proprio in una rosticceria (“ROC – Rosticceria Origine Contraste”), la soluzione per restare operativo in periodo Covid. Il menù è esattamente quello che vi aspettereste dalla rosticceria sottocasa: lasagne, polli allo spiedo, parmigiana, giusto con qualche accortezza in più.