Ha raggiunto a pieno i suoi obiettivi, dice. Lorenzo Cogo, già chef stellato più giovane d’Italia (con il primato della stella Michelin a 25 anni, prima che il bresciano Augusto Valzelli gli bagnasse il naso, a 23 anni, con il suo Agrodolce di Imperia) ha appena annunciato la chiusura di El Coq.
(Che potrebbe chiudere per sempre o riaprire chissà in quale forma nella piazza dei Signori di Vicenza, come si mormora in queste ore).
Per chi non lo sapesse, il locale minimalista (in tutti i sensi, ci sono solo dieci tavoli, pochi per tenere aperto un ristorante premiato con la stella) si trova a Marano Vicentino, paese da meno di 10.000 anime della piana veneta.
Difficile per il giovane Lorenzo, nonostante la quantità imbarazzante di talento posseduta, portare con continuità il giro degli habitué che mantengono posti come il suo in un piccolo centro, non esattamente al centro del mondo.
Tutti abbiamo sperato che El Coq potesse diventare una sorta di Trigabolo 2.0, il ristorante di Argenta, in provincia di Ferrara, che arrivò alla terza stella Michelin con una brigata di cuochi tutte stelle inclusi tra gli altri Igles Corelli, Marcello Leoni e un Bruno Barbieri ancora sbarbino.
Eppure Lorenzo Cogo ha più volte esaltato la “vecchia struttura agricola” vicentina, foriera di grandi opportunità: “sono il grano, il latte, la carne che trovo nella mia terra a permettermi di essere unico”.
E anche oggi, nell’informare della chiusura dopo 5 anni di attività i seguaci di Facebook, ribadisce il concetto: “Ho sostenuto nel mio piccolo una realtà di provincia che ha un grandissimo potenziale”.
Ma le enormi possibilità sono rimaste in potenza, a quanto pare.
Qualche campanello d’allarme c’era stato.
Negli ultimi tempi Cogo ha rivisto il listino prezzi costantemente al ribasso: pranzo con scelta alla carta di due piatti, caffè e acqua compresi, a 24 euro; cena da 5 portate a 70 euro e da 8 a 100 euro.
Le spese del servizio si sono ridotte al minimo con lo chef one-man band che, non senza qualche imbarazzo da parte dei clienti, dirige cucina e sala contemporaneamente. In pratica prepara, impiatta, serve ai tavoli, consiglia, presenta e versa pure i vini.
Qualche critica, sempre meno velata, era arrivata a segno.
Qualunque sia il destino di Lorenzo Cogo, cognome che volente o nolente in dialetto vicentino significa cuoco, questo non può essere un addio. A 29 anni dalle cadute ci si rialza, ammesso e non concesso che si tratti di una caduta.
Il suo intervento su Facebook si conclude con “The show must go on”, che detto così vuol dir tutto e niente. Dei progetti futuri non è dato sapere, anche se, come detto, il ristorante potrebbe riaprire nel centro di Vicenza e allora sarebbe un’altra storia.
Nel frattempo El Coq chiuderà il 30 giugno, fino ad allora chi lo desidera potrà mettere alla prova talento del giovane cuoco e i suoi piatti con tanto di contaminazioni giapponesi.