Le nuove aperture di Venezia, dal fine dining alla pizza, da provare in autunno 2024

Nuovi ristoranti, pizzerie e wine bar di Venezia da provare con la nuova stagione, tra novità assolute e ristrutturazioni promettenti.

Le nuove aperture di Venezia, dal fine dining alla pizza, da provare in autunno 2024

Una fine estate veneziana all’insegna delle nuove aperture, quella che ha visto nelle ultime settimane il capoluogo lagunare protagonista di una serie di cambi di gestione, ritorni illustri e progetti ambiziosi. Dal fine dining alle pizzerie, vi raccontiamo i più significativi.

Moro Restaurant

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È il ritorno in città di Davide Bisetto, quello che lo vede da pochissimo alla guida de il Moro Restaurant, che insieme al Moro Cafè costituisce “Il Moro Venice”, nuovo progetto gastronomico all’interno di Palazzo Franchetti, sul Canal Grande. Il contesto è quello di una delle più vivaci realtà culturali cittadine (sotto la direzione dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti) all’interno di un raffinatissimo palazzo veneziano che si trova ai piedi del Ponte dell’Accademia, con un doppio giardino, da un lato affacciato sul Canal Grande e dall’altro su Campo Santo Stefano.

L’offerta è appunto duplice e si trova al piano terra. C’è il Moro Cafè, caffetteria, che vede la consulenza del pasticcere Tim Ricci e che è aperta dalla colazione al dopo cena, con viennoiserie, monoporzioni, proposte salate, cocktail. E poi c’è il ristorante fine dining per il quale ci si è affidati alla mano e allo stile dello chef stellato Davide Bisetto (la cui ultima esperienza in laguna lo ha visto alla guida del ristorante Oro del Hotel Cipriani, Gruppo Belmond, alla Giudecca, 1 stella Michelin). La carta è un gioco elegante e contenuto di proposte (prezzi tra 28 e 52 euro), tra terra e mare con alcuni piatti che promettono già di diventare iconici (i Galani: salmone marinato spezie e agrumi, misticanza, crema d’aringa e il Risotto con peperone macerato, fermentato, crusco, marinara di cozze allo yuzu).

Anice Stellato

Anice Stellato

Una nuova gestione per un’insegna ormai storica di Cannaregio. Parliamo dell’Anice Stellato, fino a tempi recenti gestito da Elisa Pantano e Bruno Estevan e ora, con un significativo passaggio di testimone, affidato alle capaci mani di Mattia Cantonetti e Luigi Basso che si sono fatti apprezzare (rispettivamente in cucina e in sala) nella conduzione di un bell’indirizzo di Mestre, Oltre il Giardino, bistrot con piccola cucina e vini artigianali e naturali.

L’idea è quella di trasformare il locale veneziano in una “wine destination”, un ambiente conviviale in cui accostare piatti veneziani, veneti e nazionali, mantenendo sempre inalterata l’attenzione ai piccoli produttori e alla disponibilità del mercato: un’osteria nello spirito supportata da tecnica e studio. Nelle intenzioni l’apertura sarà allungata (dopo il primo rodaggio, 7 giorni su 7), dal pranzo alla sera comprendendo anche il pomeriggio dove troverà spazio una proposta ridotta e piatti “confort” (taglieri, focacce, zuppe) destinata a chi cerca un luogo dove mangiare al di fuori degli orari tradizionali. 32 i coperti all’interno e un bancone-tavolo all’ingresso all’insegna della condivisione.

Strazzaria – La Pizza di Laguna

Ha aperto da poco in Campo del Ghetto Novo a Venezia, Strazzaria, pizzeria che promette di diventare ben presto un riferimento cittadino (“abbiamo l’ambizione di fare la pizza più buona di Venezia”, afferma il titolare). A firmare il progetto è Daniele Reale, solido nome della ristorazione lagunare, titolare in città di due insegne, il Marciano ed il Marcianino. La scelta del Ghetto non è casuale: l’idea è infatti quella di far ritrovare al luogo l’identità del passato, quando era una “piazza”, un contesto di condivisione, scevro da overtourism e bacarotour.

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Il nome riprende il toponimo legato alla presenza della comunità ebraica in città: le attività consentite all’epoca erano infatti il banco dei pegni e la vendita di stracci (cose povere e usate, insomma). Il locale è stato oggetto di un restauro significativo e lo stile è retrò, anni ’40, richiamando Venezia nella scelta dei materiali. Alla carta è stata impressa una direzione ben precisa: non a caso ci si è avvalsi della collaborazione di un nome come quello di Lello Ravagnan, che con Grigoris rappresenta da anni un riferimento nel panorama nazionale e non solo del Nordest. Spazio a produttori artigianali, verdure locali (con l’adesione al progetto Osti in Orto) per una maggioranza di pizze bianche. Significativo che lo sguardo sia rivolto ai residenti, con un messaggio chiaro in tempi di dibattito sullo sfruttamento turistico.

Covino

Covino_Chef
Si tratta, per la verità, di una nuova gestione quella di cui è oggetto il Covino (ramo d’azienda del Covo, gestito fino allo scorso anno da Andrea Lorenzon) la cui gestione è da poco passata nelle mani di Claudio De Lauzieres e Claudia Torcellan. Una coppia – nel lavoro e nella vita – dalla significativa esperienza alle spalle: Lauzieres infatti è stato capo partita del Covo mentre Torcellan ha lavorato come pasticcera dalla storica insegna “Da Fiore”, della famiglia Martin.

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Se gli spazi ridotti rimangono – ed è indubbiamente uno degli elementi di fascino del Covino – la coppia ha impresso il proprio passo alla cucina, che fonde le tradizioni gastronomiche di Venezia e Napoli, con la determinazione di offrire un’esperienza gastronomica autentica e accogliente e un comprensibile entusiasmo per la nuova avventura. Diverse le proposte tra cui scegliere: Lasseme fa’, un percorso di 3 portate (58 €) che dà mano libera allo chef, e tre declinazioni “tematiche” – La terra (menu di carne di 3 portate di cui un dessert, 56 €), Dal mare alla laguna (menu di pesce di 3 portate di cui un dessert, 58 €) e L’orto (vegetariano, 3 portate di cui un dessert, 48 €).