Che il passaparola sia, nei secoli dei secoli, la più gettonata delle guide gastronomiche in versione orale, è un dato di fatto.
Poi, però, dal Paleolitico dei consigli gourmet del cugino del cognato della zia, siamo passati alle guide cartacee che hanno fatto la storia, come (volenti o nolenti) è stato per la guida per eccellenza, la Michelin.
Ma, oltre alla storia, è rimasto ben poco di culto nella rossa, che oggi è accerchiata da illustri conconcorrenti, sempre più belli, patinati, godibili.
Per i veri gourmet, infatti, una guida non è una semplice accozzaglia di consigli non richiesti, ma un libro in tutti i sensi, una coperta di Linus per non incappare in tragedie culinarie che rovinano una gita, un volume fashion da mettere in bella mostra sulla libreria, un vademecum di dritte imprendibili per utilità / bellezza estetica / piacere di lettura.
E questa è la nostra top ten 2015 delle guide da consultazione imprescindibile.
#10 THE WORLD’S 50 BEST RESTAURANTS
Non è una guida nel vero senso della parola, tanto meno cartacea, ma è diventata anno dopo anno la più grande influencer di gastro-fighetti sul pianeta Terra.
Certo, la 50 Best Restaurants è molto chiacchierata, non sempre in maniera lusinghiera. Essendo così seguita e capace di orientare il mercato, ci si aspetterebbe un sistema di voto trasparente, chiaro e “svizzero”.
Invece non va proprio così, e i lati oscuri della classifica sono diventate delle vere leggende che non contribuiscono alla sua totale attendibilità. Sempre che si possa parlare di attendibilità nel dover fare una classifica umanamente impossibile dei migliori di tutto il pianeta.
Fatto sta che intorno alla “50 Best” c’è un alone ammaliante e brillarello che rende l’operazione commerciale un gran bel carrozzone patinato.
#9 SAPORARIO PECORA NERA
Quando prendete in mano una guida gastronomica cosa volete? Che vi si diano indicazioni precise, attendibili, chiare. Fino a qui tutto bene.
E poi non volete forse che vi faccia venire la voglia di andarci in quel posto?
Ecco: il Saporario (nelle edizioni per Milano e Roma) come le altre guide pubblicate da La Pecora Nera, piccolo editore indipendente romano specializzato in contenuti gastronomici, soprattutto parla di cibo.
Si raccontano per filo e per segno esperienze mangerecce, si citano tanti piatti, si fa capire davvero perché siano piaciuti.
E’ questo che la rende una delle guide migliori in circolazione: la schiettezza. Mangiare, scrivere, dire, fare.
10 euro diretti e senza fronzoli.
#8 PASTICCERI & PASTICCERIE GAMBERO ROSSO
Sempre più spesso il popolo degli ex-ventenni archivia i consigli per le serate bum-bum trasmigrando inesorabilmente verso quelli delle pasticcerie dove prendere un tè o fare una colazione memorabile.
Insomma, i tempi cambiano e una guida alle pasticcerie è cosa buona e giusta, nonché gradita.
Quella del Gambero Rosso è ben fatta e sarebbe da tenere in macchina vita natural durante, per non permettersi di sbagliare un colpo: nemmeno per un caffè.
12 euro, il giusto.
#7 PAPPA MILANO
Altro che Osterie d’Italia di Slow Food dove poi il budget decantato si sfora in default.
I consigli di Valerio Massimo Visintin, il mitico critico gastronomico mascherato del Corriere della Sera, sono di quelli che non tradiscono, non fosse altro per una lunga carriera che gli permette di scovare le bufale fin da chilometri di distanza.
Il range segnalato vi consente di scegliere con precisione quanto spenderete, e il vero valore aggiunto è la prosa di Visintin che è sempre un gran bel leggere.
Pappa Milano ha anche un prezzo interessante (8,50 euro).
#6 PIZZERIE D’ITALIA GAMBERO ROSSO
Discorsiva, approfondita, trasversale: la guida del Gambero Rosso dedicata interamente al mondo lievitato tricolore è particolarmente apprezzabile perché fotografa un universo in espansione che si può esplorare nella sua doppia veste.
Senza schierarsi (peccato) ma mantenendo un buon equilibrio tra pizze classiche ed esperimenti più contemporanei.
Pizzerie d’Italia 2016 è uno strumento utile (tutti siamo andati alla ricerca di una pizza veloce, un po’ ovunque) e alla portata:
7 euro ben spesi.
#4 GUIDA MICHELIN
E’ l’istituzione delle istituzioni, non si può negare. Nel corso del tempo, però, nonostante smuova ancora le masse e sia capace di far crescere i fatturati dei ristoranti, ha perso lo smalto di un tempo.
Un po’ troppo conservatrice, ingessata e senza guizzi o sorprese di sorta, statica e (diciamolo) poco leggibile.
Le frasette risicate che descrivono il ristorante sulla Guida Michelin Italia 2016 sembrano scritte più come riempitivo e a corredo dei mille simboli che tra stelle, casette, forchette e grappolini d’uva fanno perdere un po’ il filo.
20 euro per un’icona che da Brigitte Bardot si è trasformata in una gattara anzianotta? Si potrebbero spendere anche meglio.
#3 VUITTON CITY GUIDE – ROMA
Come raccontare Roma ai turisti? Anzi, ai turisti di lusso? Ci vuole un occhio privilegiato sulla gastronomia capitolina, un occhio di un romano vero che sappia dare le dritte giuste a 360 gradi. Altrimenti il rischio è quello di stilare una guida di già visti un po’ snob e un po’ poco verace.
E fu così che Louis Vuitton pensò ad una guida onnivora, con una sezione dedicata alla gastronomia, poi trovò Federico De Cesare Viola, una delle penne più belle e buone, e lo sguinzagliò nella sua città per dispensare consigli che vanno in altalena tra ristorantoni e mercati, tra esperienze autentiche e locali che fanno immaginario.
Guida promossa, a livello gastronomico e non solo (c’è anche un percorso pasoliniano, magari servirà a far tagliare l’erba intorno al monumento al Lido di Ostia).
30 euro non sono pochi, ma ricordate che è una guida bellissima e completa, non solo gastronomica.
#4 WHERE CHEFS EAT
Certo non la definirei tascabile. Ma, a meno che non siate giramondo sempre in partenza per un continente diverso, è un oggetto notevolmente bello (e un po’ feticcio) da tenere sulla libreria, e al massimo da consultare prima di un viaggio.
A differenza di tutte le altre guide che si fregiano della più assoluta oggettività, qui siamo su un piano nettamente diverso.
Potremmo anche dire che è una guida emozionale a firma dei grandi chef che si citano tra loro, ma che regalano anche inaspettati indirizzi abbordabili per comuni mortali.
Una ventina di euro, ma che ammortizzerete ampiamente vista la lunga vita del volume. Unico neo di Where chef eat: graficamente non ha molto di allettante, a parte la copertina. All’interno somiglia spaventosamente a un’enciclopedia di vecchia generazione con tanto di font lillipuziane.
19,90 euro, onesta.
#2 I CENTO
Boccone dopo boccone, da Torino ha conquistato l’Italia intera (o per meglio dire Milano, Genova, Firenze, Roma e Bari) e oggi la guida de I Cento è più che una guida come siamo abituati ad immaginarcela.
Diciamo un vero e proprio manualetto che si legge con piacere, che sa far sorridere (cosa rara quando si ha a che fare con guide che si prendono anche un po’ troppo sul serio) e che dispensa consigli sia per portafogli di coccodrillo che per quelli con lo strap in velcro anni ’80.
E’ un nuovo cult (esattamente quello che è diventata la Lonely Planet), che con 10 euro è decisamente accessibile.
#1 THE CHOCOLATE TESTER
Ha una storia breve (è da poco uscita la seconda edizione), ma è già entrata nei nostri cuori di cioccolatofili.
Sì, è scritta in lingua inglese, ma racconta di un mondo intero, oltre a somigliare ad un’enciclopedia: dalle piantagioni agli artigiani, dai prodotti alle storie.
Provateci voi a non soccombere stilando una scheda di 55o produttori, dopo averne assaggiati oltre 4mila. Sarà per questo che qualcuno, compresi noi, chiama The chocolate tester “la Bibbia del cioccolato”.
Astenersi principianti: adatta a palati allenati e a professionisti del settore, ma ottimo strumento anche per imparare nuove cose e spinta finale per iscriversi al corso di “assaggiatore di cioccolato”.
50 eurini, mica pochi, ma è di quei volumi che esibirete con orgoglio nonché il nostro preferito per il 2015.