Domenica 18 marzo: la coda inizia a formarsi dalle prime luci dell’alba.
Poche ore dopo, il serpentone umano lungo un chilometro riempie i portici di piazza Diaz, a Milano. Aspettano tutti che apra Jollibee, il più noto fast food delle Filippine, alla sua “prima” europea.
È così da tre giorni.
A beneficio dei distratti, ripetiamo: da tre giorni, l’evoluta Milano, più che mai capitale morale d’Italia, si mette pazientemente in fila per mangiare da Jollibee.
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La catena che, come vi abbiamo già raccontato, l’ha fatta grossa (ma solo secondo il nostro parzialissimo punto di vista) chiamando “Spaghetti Special” una pasta di forma cilindrica non meglio identificata e per giunta scotta, condita da una salsa rossa dolce fatta di ketchup alla banana (?!?), fegato e würstel rossi, oltre al tocco gourmet del latte condensato.
Non vi basta?
Bene, allora sappiate che, oltre a questa personalissima interpretazione degli spaghetti, la Milano filippina e non si è messa in fila per un menu che prevede anche ”Amazon aloha burger”, panino con carne, formaggio e una fetta di ananas, o “Breakfast joy” colazione a base di uova fritte, riso all’aglio con carne di manzo o würstel. E ancora ”Pancit palabok” i noodles in versione filippina con pancetta, salsa di tofu e mapo, e ovviamente la specialità della casa —“Chickenjoy”— il pollo fritto in salsa orientale che ha conquistato più di ogni altra cosa il palato dei filippini.
Jollibee non è al suo primo successo internazionale, quello aperto domenica in piazza Diaz è sì il locale pilota con cui la catena vuole espandere il suo simbolo —l’ape felice— nel Vecchio Continente, ma i ristoranti che il gruppo possiede in Asia, America e Medio Oriente sono già 3.200.
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Jollibee è stata fondata alla fine degli anni ’70 a Manila, nelle Filippine, è a quando nel 1981 McDonald’s è entrata nel mercato locale, l’opinione generale era che Jollibee sarebbe stata schiacciata.
Tutt’altro, una ricerca di mercato condotta nel 1995, ha rivelato che la catena aveva raggiunto quasi il 100% del riconoscimento del marchio, facendo dire ai suoi dirigenti, che il raggio d’azione di Jollibee era uguale solo a quello del governo e della Chiesa cattolica.
Secondo molti analisti il successo dei fast food dell’ape felice è dovuto alla decisione di differenziarsi dalla tipica proposta in stile McDonald’s, parlando “locale” in un contesto sempre più globale. La salsa che accompagna i famigerati “Spaghetti special”, agrodolce e leggermente piccante, dimostra vera comprensione dei gusti di chi vive nel sud-est asiatico in fatto di cibo.
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Tutte cose ammirevoli, è indubbio, come pure il successo americano di Jollibee, anche stavolta grazie a prodotti pensati per le preferenze alimentari locali, con prodotti come il formaggio a pasta molle o il terribile ketkchup alla banana.
Okay gli orientali, okay gli americani, ma noialtri? Perché da tre giorni Milano si mette in fila per una pasta molle, dolce, condita con il ketchup alla banana, che ha pure l’ardire di chiamarsi spaghetti?
[Crediti | Repubblica Milano]