Non è un periodo fortunato, né per Jamie Oliver, tanto meno per i suoi ristoranti australiani.
Cinque dei locali che portano il marchio “Jamie’s Italian”, quelli di Sidney, Perth, Brisbane, Adelaide e Parramatta, sono stati venduti al gruppo australiano “Hallamark”, con un salvataggio dell’ultimo minuto, mentre quello di Camberra ha chiuso definitivamente i battenti.
[Jamie Oliver incolpa la Brexit per la chiusura di 6 dei suoi ristoranti italiani]
Oliver era intervenuto per ricomprare i suoi sei ristoranti australiani dedicati all’Italia già nel 2016, dopo che la Keystone group, che gestiva il franchising, era finita in amministrazione controllata. Ora, la stessa sorte è toccata alla Jamie Oliver Restaurant Group Australia, attuale gestore della catena.
Jamie Oliver stava cercando di ristrutturare i debiti dei locali australiani, pari a circa 71,5 milioni di sterline (83 milioni di euro), a dicembre 2017 aveva apportato tre milioni e mezzo di euro di tasca propria per salvarli.
[Tassa sullo zucchero: adesso non è solo Jamie Oliver a crederci]
In gennaio, anche la società che gestisce i ristoranti di Jamie Oliver nel Regno Unito, come parte dell’accordo di salvataggio stipulato con i creditori, aveva annunciato la chiusura di 12 delle sue 37 filiali.
[Crediti: The Guardian]